42 Milioni di euro E’ questa la somma che i Messinesi dovranno presumibilmente corrispondere per il 2013 a titolo di tassa sui rifiuti solidi urbani, la cifra è così iperbolica che per rapportarla in qualche modo, sia pure non esatto, a cifre più terrene ci conviene dividerla per i 250.000 abitanti di Messina. Il risultato, pari a 168,00 euro a persona, è il debito medio che ognuno di noi, dal nascituro al moribondo, ha nei confronti dell’Amministrazione Comunale per il periodo compreso tra Gennaio e Dicembre 2013. Questa è anche la somma che il Comune dichiarerà nel bilancio del previsionale del 2013, un’alchimia tipicamente Messinese quella che ci consente di approvare il solito bilancio di previsione di fine anno, quello del 2012 ad es fu approvato il 31 Dicembre, tanto che lo possiamo chiamare un consuntivo mascherato.
Ed è solo per questo motivo che possiamo approvare un tributo per il 2013 alla fine del 2013, con un effetto retroattivo della tassazione che qualche dubbio di costituzionalità può anche ingenerarlo, salvo l’ancora che ci getta l’art. 53 della L. 388/’00 che espressamente prevede “il termine per deliberare le aliquote e le tariffe legali…è stabilito entro la data fissata dalle norme statali per l deliberazione del bilancio di previsione…e i regolamenti sulle entrate anche se approvati successivamente all’inizio dell’esercizio finanziario hanno effetto dal 1 Gennaio”. Questo significa che i 42 milioni di euro rapportati ad una famiglia media di 4 persone comporta che le famiglie di Messina avranno un salasso medio di 762,00 euro.
Un consolazione parziale ci viene dalla circostanza che nella superiore somma è compresa una maggiorazione dello 0,30 di euro a metro quadro per immobile, necessaria a finanziare i costi dei servizi indivisibili del Comune ( come ad es pubblica sicurezza e vigilanza;- tutela del patrimonio artistico e culturale; – servizi cimiteriali; – servizi di manutenzione stradale, del verde pubblico, dell’illuminazione pubblica; – servizi socio-assistenziali; – servizio di protezione civile; – servizio di tutela degli edifici ed aree comunali.), mentre la batosta ci viene dalla considerazione che contrariamente a quanto si possa pensare tale maggiorazione non è destinata ai servizi per i cittadini ma serve a rimpinguare le casse asfittiche dello Stato che la riceverà insieme al gettito dell’ultima rata della Tares 2013.
Da giorni il Consiglio Comunale discute la Delibera avente ad oggetto il regolamento della Tares e finalmente ed a ore dovrebbe essere approvato ed avere la luce un provvedimento che, relativamente al suo travaglio, lascia qualche scompiglio e dubbio. Invero, la Delibera che approvava il regolamento delle Tares era stata già esitata dalla Giunta Comunale il 28.08.2013 al n° 621, solo che la legge prevede la competenza esclusiva del Consiglio Comunale in riferimento all’applicazione di alcuni istituti della tassazione. Pertanto e dopo varie vicissitudini che hanno visto i ripetuti e non velati interventi dietro le quinte del nuovo Segretario Le Donne, chiamato a trovare la quadra nei rapporti tra il Consiglio e la Giunta e a mettere le toppe al pasticciaccio tecnico amministrativo d’Agosto, possiamo dire che almeno per il 2013 pagheremo la Tares, salvo gli stravolgimenti sempre possibili quando si parla di Consiglio Comunale e di Giunta.
Nelle ultime ore e prima dell’approvazione definitiva, molti Consiglieri Comunali si sono posti il dubbio se fosse poi veramente necessario approvare la Teres a Novembre, anche in considerazione delle numerose voci e discussioni che a livello Nazionale circolano in merito ad una generale riforma delle tassazioni locali e immobiliari. L’ultima voce prevede l’inserimento nella c.d. Finanziaria o Legge di Stabilità del TUC (Tributo Unico Comunale) che oltre a sostituire l’IMU avrebbe una componente d’aliquota diretta alla copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili unendo, appunto, i tributi*
I dubbi sia pure legittimi sono però non soltanto immotivati ma sembravano frutto di una opposizione che sulle spalle dei cittadini non comprende o non “vuol” comprendere ciò che legge. Ed invero, nella delibera oggetto da giorni di attento studio del Consiglio Comunale è detto chiaramente che la mancata approvazione della Tares comporta per legge (art. 13 comma 15 del D.L. 201/2011) “il blocco dell’invio delle risorse a qualsiasi titolo dovute dallo Stato agli inadempienti “. Questo significa non solo che per il 2013 non dovremmo aspettarci niente dallo Stato, stante l’approvazione di un previsionale senza la Tares, eventualmente approvabile solo nel 2014, ma soprattutto che non potremmo approntare quel piano decennale di riequilibrio che ci dovrebbe consentire di evitare il dissesto. Allora, se il Consiglio Comunale, come scelta politica ed a prescindere della Tares, vuole il dissesto lo dica chiaramente e non tergiversi più avendo tutti i mezzi per paralizzare l’azione dell’amministrazione.
Ma tralasciando i dubbi del Consiglio e considerando che saremo chiamati a pagare ingenti e onerose somme ci è parso opportuno provvedere a fare una breve disamina delle possibilità e ci sono, che il regolamento sulla Tares ci fornisce per risparmiare qualcosa, e per questo si rimanda al prossimo articolo.
Pietro Giunta
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*Tributo Unico Comunale
Per quanto riguarda la componente patrimoniale del Tributo unico comunale, l’emendamento stabilisce che sia corrisposta dai proprietari nella misura massima dell’8,1 per mille per anno e non è dovuta sulle prime case e sui terreni agricoli e fabbricati rurali. Inoltre, per il 2014 la rivalutazione delle rendite catastali è ridotta di 10 punti per ogni categoria e di ulteriori 10 punti per il 2015. Quanto alla componente del Tuc diretta alla copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili la proposta del Pdl prevede che sia dovuta da chiunque possieda o detenga a qualsiasi titolo unità immobiliari, fabbricati e aree scoperte adibiti a qualsiasi uso. I soggetti passivi dell’imposta sono gli utilizzatori a qualsiasi titolo degli immobili con un’aliquota dell’1,5 per mille
Il Sole 24 Ore –