La vanità delle parole

Di parole vane, tante, di fatti, altrettanti. Fatti di cronaca, parole di conforto, fatti quotidiani, parole banali. Ho cercato di vedere attraverso i miei occhi ciò che volevo vedere. Poi, ho guardato attraverso gli occhi degli altri. Finalmente, guardo con una vista nuova, fatta di me e degli altri, ma ho la triste consapevolezza, di non aver mai guardato davvero con la vita. Quante scelte di esistenze siamo in grado di adoperare mi chiedo a volte. Si vuole solo ciò che si può vedere e si guarda ciò che si vuole. Mi hanno dato una risposta a tutto, mi han dato una soluzione a tutto, chi é triste, é malato. Non voglio rinunciare all’amore. Via l’Uomo. Già. Cosa mi resta senza amore. Scade il rispetto e la considerazione. Virtù della vita, o elisir della felicità, l’amore tale la pietra filosofale. L’amore ridotto ad un idea. Ad un concetto, proprio al dolore personale. La parole scorrono, cercano la breccia per lenire il dolore, l’assenza, o la presenza, soffocano, il sentimento, alloggia nell’irrazionalità. Un segno di vita. L’unico fatto é che rido e piango, e sopratutto, spero. La donna che amo non sa amare se stessa, per ciò, ama me. La lavagna ed il professore sono l’ABC del sapere, le basi dell’amore invece sono il profondo dolore latente che abita ogni essere.

Viviamo al bordo delle lacrime. Preparati a camminare sul filo del dolore. La società non va, io non vado, ma nemmeno te vai bene. Il compromesso in mezzo ci toglie la libertà, o c’é la da, dipende, dipende sempre. Strano. Sull’amore, non c’é torto, né ragione. Nessuno ne parla come se fosse un piccolo tesoro nascosto nella banca dell’anima. Quel tesoro palpita, incerto su cosa fare, spinge più che può aspettando di uscire, o dal corpo vivo, o dalle spoglie marce e piene di vermi. Un giorno dopo l’altro, di parole, se ne dicono tante, troppe, assai per un cervello sommerso, già occupato in gran proporzione dalle scadenze dell’affitto e delle bollette. Dov’é l’amore? I fatti dicono che l’amore muore, che la religione non la lega più, che la società la disgrega, i fatti dicono che l’Uomo trasferisce il suo amore gli animali, troppo stanco per convincersi degli altri, perché di se stesso dubbioso. Il solitario ha perso la partita, sempre. E da solo. Siamo in tanti, e giochiamo da soli. Fuga dalla pazzia, si scappa dal riformatorio. Le nostre menti son giovani, deboli, e piegate, le soluzioni alle nostre domande sono invase dalle migliaia di risposte negli due sensi. Tutto e tutti, hanno una ragione, ed una spiegazione.

Brandiamo la cultura come un trofeo, in realtà, chi ha vinto nella vita, é chi ha amato. Senza tergiversare, un giudizio dell’amore, non si può dare. Ognuno ama a modo suo … Patetica dichiarazione. L’amore é unico? Non credo. Si può raccontare? Solo a se stessi. Si sente? Si, sfortunatamente si. Ed é la ragione per cui il mondo é andato a puttane. Per amore. Amore per l’oro, amore per il potere, amore per la famiglia, amore per loro, amore per la patria, amore per la vita. L’amore per l’amore é la vita. L’amore per se stessi ha prevalso nel mondo per migliaia di secoli. Ha trasformato il mondo nel regno ideale per la bestia dominante; l’uomo. Pertanto, si é radicata questa società profondamente maschilista che nell’aggressione ha trovato la soluzione al suo istinto aggressivo. Ma poi, le cose cambiarono, da bestia, l’uomo diventò Uomo, ma ben poco cambiò. Parole che spiegano l’uguaglianza, parole che spiegano il perché di oggi partendo da ieri, parole che cercano di placare la rabbia dell’anima. La donna che amo, non sa che la amo. Non conosce la pazienza, ma senza di essa, l’amore é solo passione. L’amore é come un neonato che apprende. Adolescente, crede di sapere, ma dentro di se, c’é turbinio, realizzazione che il dentro non accetta il fuori, ammissione che le parole non superano i fatti. L’amore adolescente finisce col conflitto e purtroppo, l’amore é maggiorenne da quando nasce. Le si dà il diritto di rompere. Non siamo fascisti dopotutto. Parole d’amore in più lingue. Ti amo come la vacca ama l’erba. Geniale. Amore spontaneo, istintivo, necessario. Binomio continuo fino alla fine. La vacca quando morirà, non mangerà più l’erba.

Eppure ingenuo, fa sorridere. Sei la volta stellata che ricopre l’orizzonte della mia vita. Ecco. Anche nel descrivere l’amore, cerchiamo complicanze. Ci piace l’elaborazione con cui il o la nostra compagna ci descrive il suo amore. Un semplice pensiero non può bastare, una frase é troppo breve. Amiamo per noi, o amiamo per l’amore? Parole. Quelle che per secoli ci han portato qui. Il risultato, giudicatelo voi. Fatti, riverberi della realtà. Ebbene siano. Che ognuno si prepari all’amore. Giacché oggi non é possibile, o semplicemente, non é ancora il momento. Che ognuno tolga il suo cuore per porlo ad altri e battere nel petto altrui. Il cuore del barbone batte in modo uguale, magari un pò più veloce quando gli si sorride per strada. Il cuore del bambino batte piano, sorride sempre. Domani, quando le città cadranno ed i guardaroba saranno sepolti sotto tonnellate di grigio cemento, dovrai temere degli altri, dovrai litigare il cibo che nessuno più sa coltivare, sarai costretto a proteggere la tua vita. Mangiare, o essere mangiato. Se il mondo esplodesse domani, i sopravvissuti si ucciderebbero tra di loro. Prepara l’amore di domani, lontano da ciò che sei, e forse anche da dove sei.