L’inamovibile preside del Liceo Bisazza di Messina


Una condanna per truffa aggravata ai danni dello Stato a 10 mesi di reclusione e 400 euro di multa, poi la richiesta di trasferimento per incompatibilità ambientale da parte dell’organizzazione sindacale, ma la dirigente scolastica Anna Maria Gammeri resta intoccabile alla guida del Liceo “Bisazza” di Messina. Secondo i magistrati peloritani, “con più azioni esecutive di medesimo disegno criminoso”, la preside Gammeri avrebbe consentito che il collaboratore scolastico Nicola Gennaro “fuoriuscisse dal luogo di lavoro, senza avere chiesto ed ottenuto alcun atto autorizzativo e senza essere in congedo”. Al processo pure il Gennaro ha subito una condanna a 7 mesi, ma per i due dipendenti pubblici è scattato il condono grazie all’applicazione dell’indulto. E il Ministero della pubblica istruzione lascia trascorrere l’anno scolastico scegliendo di non intervenire.

Una “vicenda incredibile” l’ha definita l’onorevole Alessandra Siragusa del Pd che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro Francesco Profumo. “Il 14 febbraio 2012 il Corriere della Sera pubblica un articolo, a firma di Gian Antonio Stella, dal titolo La preside e quel bidello trasformato nel suo autista”, scrive la parlamentare. “Dall’articolo si evince che nel 2005 i magistrati messinesi ricevono un esposto anonimo. La Guardia di Finanza, come spiegherà la sentenza, si apposta e nel giro di qualche giorno accerta che la preside Anna Maria Gammeri utilizza il collaboratore scolastico come fosse un servitore personale messo dallo Stato a sua completa disposizione. Nicola Gennaro, come accertano gli investigatori, va a prendere la Preside a casa la mattina e la riaccompagna al pomeriggio. Le fa la spesa e gliela porta a casa, le sbriga commissioni in banca e al supermercato. Lo stesso, dalle tabelle degli straordinari dell’Istituto risulta essere uno stakanovista infaticabile. E accumula ore su ore”.

Dopo sei anni dalla prima denuncia e cinque dopo il rinvio a giudizio, aggiunge l’onorevole Siragusa, arriva finalmente la sentenza. “È il 24 ottobre 2011. Il giudice monocratico Bruno Sagone condanna i due imputati ricordando che tutte le deposizioni dei testimoni “appaiono perfettamente sovrapponibili, concordando univoche nello stigmatizzare questa cosa un po’ curiosa che appariva prassi costante (li vedevo sempre, tutte le mattine, era un’abitudine) e sancisce che la donna ha compiuto artifici e raggiri finalizzati a conseguire, tramite l’uso privatistico dei propri poteri e delle proprie funzioni, un ingiusto profitto”.

Nella sua interrogazione, l’on. Siragusa ricorda che al processo contro la dirigente e il collaboratore scolastico, il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca non si è costituito parte civile. “E nonostante la condanna, scrive Gian Antonio Stella, essi sono sempre al loro posto mentre tutti i professori e i collaboratori che avevano testimoniato a carico della preside, sentendosi a torto o a ragione esposti ad ogni genere di ripicca, chiedono uno dopo l’altro il trasferimento in un’altra scuola”. “Chiedo di sapere – conclude la parlamentare – se il Ministro non ritenga, nell’interesse pubblico e per la serenità dell’Istituto scolastico “Bisazza”, di dover intervenire con urgenza per il ripristino della legalità”.

Il 2 febbraio scorso anche il Coordinamento nazionale della Gilda insegnanti si era rivolto al Dirigente generale del personale del MIUR chiedendo il trasferimento per “incompatibilità ambientale” della dirigente. Appellandosi al decreto legislativo 150/09 che prevede che in caso di condanna penale di un dipendente pubblico, il dispositivo della sentenza venga trasmesso all’Amministrazione di appartenenza entro trenta giorni dalla data del deposito (nel caso in esame l’1 dicembre 2011), la Gilda, stigmatizza “che a tutt’oggi nessun provvedimento risulta adottato”. “Chiediamo l’immediato allontanamento da scuola della Gammeri essendo prioritaria la tutela dell’interesse pubblico che si concretizza nel ripristino della legalità e della serenità nell’ambiente del Liceo”, concludeva l’organizzazione sindacale ricordando pure di aver inutilmente invocato i provvedimenti disciplinari fin dal 2007 quando la dirigente era in attesa di giudizio.

Il 15 febbraio 2012 anche l’Osservatorio “Lucia Natoli”, pool di associazioni ed enti messinesi operanti sui temi e i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, aveva indirizzato un esposto al ministro della Pubblica Istruzione, al Direttore dell’Ufficio Scolastico di Messina e all’Assessorato alla P.I. della Regione Siciliana. “Siamo profondamente preoccupati per le conseguenze di questa storia deprimente”, scrive l’Osservatorio. “L’illegalità, l’uso spregiudicato dei poteri e delle funzioni, la prassi consolidata di comportamenti arroganti costituiscono danni irreversibili per gli studenti. L’irreparabilità del modo di comportarsi della dirigente scolastica, reiterato ormai da oltre cinque anni, non è più tollerabile. I segnali e le testimonianze negative degli adulti (ancora di più se educatori) risultano pesantemente nocivi nella formazione quotidiana. Per questo chiediamo di intervenire scrupolosamente e urgentemente per ristabilire legalità e serenità in tutto il contesto scolastico, allontanando la dirigente condannata”.

La condanna penale, gli articoli stampa e gli interventi del sindacato e delle associazioni non sembrano però aver minimamente turbato la professoressa Anna Maria Gammeri. Così il 25 febbraio scorso, si è presentata, sorridente, accanto agli studenti del “Bisazza”, alla cerimonia di premiazione della V giornata dell’Educazione alla Legalità. L’iniziativa, organizzata dall’Università della Terza Età e dal club Unesco di Messina e patrocinata dal Senato della Repubblica e dalla Camera dei Deputati, ha visto pure la partecipazione dell’ex europarlamentare Dc Dario Antoniozzi, del Comandante dell’Arma dei Carabinieri, del Questore, del Prefetto e di alcuni magistrati del distretto peloritano. Lo spaccato di una provincia dove i potenti e lo Stato non brillano certo per memoria.

Relatrice in importanti convegni nazionali della famiglia massonica del Supremo Consiglio d’Italia e San Marino del 33° ed Ultimo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato, la dirigente Anna Maria Grammeri è Commendatore del Sovrano Ordine Imperiale Bizantino di San Costantino il Grande. A rappresentare in Italia l’ordine cavalleresco il professore Giuliano Di Bernardo, ex Gran maestro del Grande Oriente d’Italia e della Gran Loggia Regolare d’Italia. A Messina continua ad essere di scena l’impunità. E un pizzico di buona massoneria.