Lotte interne al Papardo e la paziente paga

La storia è di quelle che non vorresti mai dover scrivere. Non vi sono morti e feriti, non vi sono botte e colpi coltello e non vi è neppure uno di quei morti che rientrano nei casi della c.d. malasanità. Ma è proprio per questo suo essere normale e quotidiano che questa storia diventa lo specchio di uno modo di fare e di uno stile vita che guarda solo al proprio ombelico. Non vi sono responsabili e non vi sono colpevoli, vi sono solo i fatti e le conseguenze.

Per una giovane mamma fare un figlio è un passo importante della vita. Altrettanto importante è sapere se quello che porti in grembo è un figlio morto o vivo. I dottori parlano di feto, ma io penso che tutte le gestanti pensino ad esso come ad un figlio e sapere che è nel tuo grembo e che è vivo, è una di quelle consapevolezze femminile che ti fanno mamma anche se ancora di fatto non lo sei. Questa consapevolezza si può avere con esame clinico di 20 minuti al massimo, l’ecografia endovaginale. Ed è per questo che ci siamo meravigliati quando siamo venuti a sapere che una giovane e futura mamma è ricoverata da oltre cinque giorni al reparto di ostetricia e ginecologia del Papardo e solo dopo l’intervento della polizia è riuscita a fare il benedetto esame ecografico.

Abbiamo voluto saperne di più ed abbiamo sentito il padre, Mario Midolo,  che già su FB aveva lanciato il suo grido d’allarme. “Già (al reparto di ginecologia del Papardo) da parecchio tempo avevano la macchina che serve a fare l’ecografia guasta e pur sapendo questo continuavano a fare ricoveri anche davanti ad una macchina inutilizzabile. Pur essendo direttamente interessato devo dire che alla base di questa discussione c’è una lotta interna tra i medici del reparto e tra il primario e la dirigente amministrativa ( in realtà la nominata è la Direttrice Sanitaria) a cui il “primariato” di questo reparto è stato imposto dalla magistratura perché lei non ne voleva sapere.”

“…mercoledì mia figlia è andata al Papardo e gli hanno fatto un’ecografia normale con una macchina di quelle che avevano e davanti al risultato gli stessi medici gli hanno detto: guardi che con questa macchina non si possono avere risultati certi perché ha dei limiti tecnici. Detto questo, la facevano ricoverare pur sapendo che la macchina per l’endovaginale era guasta…solo dopo i vari rimandi, stamattina (lunedì 30 settembre) e davanti allo scaricabarile dei dottori, mia figlia ed un’altra paziente hanno chiamato la Polizia…sta di fatto che qualcuno dal reparto ha chiamato la Parrinello (la Direttrice Sanitaria) e come per incanto si è materializzata una macchina in arrivo da Catania. Devo precisare che il Dirigente del Reparto, il Dott. Mobilia, aveva chiesto alla Direttrice d’intervenire per l’impossibilità del reparto di funzionare e a suo dire si è sentito rispondere: A me non me ne frega niente, quando un reparto non è in grado di funzionare io lo chiudo. In realtà vi è un progetto a Palermo di chiudere il reparto di neonatologia e ginecologia del Papardo per passare tutto al Piemonte.”

La storia in se potrebbe rientrare nel concetto di malasanità se non fosse per alcune considerazioni che nascono dalla circostanza che ci sembra assurdo ricoverare una paziente, con oneri a totale carico della Regione Sanitaria, per cinque giorni solo per fare un esame ecografico e dal rilievo che assumono l’intollerabilità degli atteggiamenti e dei comportamenti di medici che per perseguire le loro “lotte” interne spesso dimenticano i pazienti.  

Per questi motivi abbiamo voluto sapere direttamente dagli interessati fino a dove arrivavano i confini di questa storia ed abbiamo sentito per prima le Direttrice Sanitaria del Papardo, la Dott.ssa Francesca Parrinello. “ Mi faccia parlare con il responsabile dell’unità operativa perché stamane (Lunedi 30 settembre) il responsabile ha fatto una richiesta e sono venuta a conoscenza che l’apparecchio a loro disposizione si è guastato, mancava un pezzo di ricambio, e potevano avere a disposizione l’ecografo del servizio di radiologia”

Ma mi hanno detto che sta arrivando da Catania.

Un apparecchio si può guastare, ci sono lavori di riparazione che possono essere immediati e lavori che hanno bisogno di pezzi di ricambio che devono essere ordinati…Ad ogni modo ora l’apparecchio è riparato, la paziente ha fatto l’ecografia e non c’è più nessun problema.

 Direttrice può essere che questa situazione, come mi hanno detto, è dipesa da una posizione “conflittuale” tra lei ed il Dott.re G. Mobilia ?

 “A prescindere che io posizioni conflittuali con i miei non ce li ho. Nel momento in cui a me viene fatta una richiesta di andare a fare una prestazione in un’altra struttura (all’ostetricia dell’Ospedale Piemonte) chiedo: scusate per quale motivo ? Cosa è successo ?…non vedo il motivo per cui devo prendere una paziente gravita e spostarla per fare un esame quando sotto, al II° piano dello stesso stabile, il professionista può usare un’altra apparecchiatura. Ora se questo è conflittuale mi pare un po’ eccessivo. Per il resto la Polizia non ha fatto nulla, anche perché capisco che si possa creare un disagio (alla paziente) ma scendere all’ambulatorio dell’ostetricia o andare alla Radiologia non credo possa creare…”

E’ ovvio che messa in questi termini la storia e le lamentele della paziente e dei suoi parenti si sgonfiano, salvo che la Direttrice non abbia dimenticato che poco prima ci aveva confermato che per riparare la macchina vi è stata la necessità di fare intervenire Catania e se le macchine ecografiche a cui la stessa fa riferimento fossero state sufficienti a fare l’esame richiesto non si capisce più perché scomodare Catania. La dimenticanza potrebbe anche essere giustificata, stante che abbiamo sentito la Direttrice in due momenti diversi e a pochi minuti uno dall’altro.

Ma questa come al solito sono solo nostre illazioni ed è per questo che siamo andati a sentire il Dirigente del reparto di Ostetricia del Papardo il Dott.re G.Mobilia. 

Ho parlato oggi con il Sig.ra Midolo

“No, lei è tanto bellina, tanto calma, mi ha chiesto scusa di aver sbagliato…no, perché hanno chiamato la Polizia ed io ho parlato davanti ai Poliziotti e davanti a lei ed ai parenti,  lei ha detto che non si poteva lamentare del mio comportamento ma semplicemente che l’apparecchio dell’ecografia era guasto da cinque giorni e non si riparava. La Direttrice Sanitaria mi ha chiamato dicendo: che sono il Primario e che la colpa è mia se non funziona e io gli ho detto che non sono un’elettricista, sono un chirurgo e non so riparare l’apparecchio, quindi la responsabilità è dell’amministrazione che non cambia l’apparecchio. Poi davanti alla Polizia ho telefonato al Direttore, ho telefonato a Catania e mi hanno portato subito l’apparecchio.” 

Dott.re, la Direttrice dice che la Sig.ra poteva fare l’ecografia anche in un altro reparto e che qualcuno stamane la voleva portare al Piemonte.

“Al Piemonte la volevo mandare io perché alle 10:00 il pezzo da Catania non era ancora  arrivato e mi sono arrabbiato. E per non fare adirare la paziente che era dispiaciuta avevo chiesto alla Direttrice l’uso dell’Autoambulanza la quale a sua volta, manifestatemi le sue preoccupazioni per la gestante, mi invitava ad usare l’apparecchio della radiologia… che però non ha la sonda adatta e quindi non abbiamo potuto fare l’esame…fortunatamente poi è arrivato da Catania direttamente l’apparecchio nuovo. Il problema è quello che dice il papà della ragazza. C’è la volontà di chiudere l’ostetricia del Papardo e trovano tutte le scuse. Noi stiamo raccogliendo le firme per opporci.”

Ma lei ha una situazione di tensione o di conflitto con la Direttrice ?

Dopo aver risposto alla domanda il Dott.re Mobilia mi evidenziava che per parlare con la stampa avrebbe dovuto avere l’autorizzazione del Direttore Sanitario ed è per rispettare questa regola ed in considerazione di ciò che non riporto la risposta del dottore, rilevando per altro verso che le dichiarazioni sopra rilasciatemi sono invece fatti e circostanze avvenute davanti ad agenti di Polizia.

Pietro Giunta   

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