Messina che si distingue: Silvia Magazzu’

Erano 400, giovedì scorso, ad affollare l’Aula Magna del Rettorato alla Sapienza di Roma e tra loro c’era anche una ragazza messinese. Stiamo parlando di una manifestazione giunta alla seconda edizione, la Giornata del Laureato, organizzata dall’Associazione Alumni NoiSapienza e promossa dalla Fondazione Roma Sapienza e dalla Sapienza Università di Roma, durante la quale vengono premiati i migliori laureati dell’anno accademico precedente, in questo caso del 2012/2013, per sostenere l’eccellenza e garantire loro l’accesso a seminari, workshop e percorsi di orientamento organizzati da Brain at Work. Come detto, tra i premiati, 400 su 17mila laureati nel corso di quella “tornata” accademica, c’è anche una ragazza messinese, Silvia Magazzù, 25 anni, laureatasi, neanche a dirlo, con il massimo dei voti in Scienze Linguistiche, Letterarie e della Traduzione negli scorsi mesi, seguendo una passione, quella per le lingue straniere, che l’ha portata a volare nella capitale ben otto anni fa per seguire un iter fatto di due lauree, un master e stage all’estero. “Una bella soddisfazione personale“, ha commentato Silvia ai nostri microfoni, “una grande soddisfazione perché dopo tutti questi anni di studio, pieni di sacrifici e impegno, rientrare in questi quattrocento mi rende orgogliosa di me stessa, soprattutto perché non siamo quattrocento su mille ma quattrocento su diciassettemila“. Un orgoglio che, sicuramente, è condiviso da chi, famiglia e amici in testa, ha vissuto al fianco di Silvia un percorso formativo costruito a partire dalla laurea triennale, passando da un master prima dell’arrivo della laurea magistrale, con in mezzo non solo uno stage all’estero che l’ha portata a vivere per quasi quattro mesi in terra britannica, ma anche tanti lavori e lavoretti con cui è riuscita a mantenersi gli studi e la vita romana, cosa non da poco: “non è stato facile ma mi sono data da fare, facendo anche tre lavori e dormendo poco ogni notte. Però così e anche grazie alle borse di studio ho potuto pagare lo stage all’estero e adesso lavoro per quella stessa agenzia. Bisogna rimboccarsi le maniche anche in quei mesi in cui non si guadagna molto, non mi piace stare con le mani in mano”.

Sicuramente sono in tanti a far conciliare studio e lavoro in un’Italia come quella attuale e per questo è giusto raccontare le storie di quella generazione di ventenni e trentenni che ogni giorno combattono e danno il meglio per tentare di conquistarsi un futuro che appare buio e molto difficile da prevedere. La stessa Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati, intervenuta giovedì alla cerimonia, ha centrato il punto spronando i ragazzi a dare sempre il meglio perché “l’aiuto più importante può venire solo da voi stessi: dovete cercare di valorizzare al massimo le competenze speciali che sono in ognuno di voi per trovare la formula magica che vi farà entrare in quella comunità di intelligenze cui è affidato il compito di pensare il nostro futuro”. L’intervento della Boldrini, per altro, è arrivato dopo la contestazione riservatale da un gruppo di studenti che hanno voluto sottolineare come la situazione attuale degli studenti e dei giovani italiani sia quantomeno disastrata e dare appuntamento a tutti al 12 maggio per il corteo cittadino contro “l‘università per pochi che offre solo precarietà e disoccupazione”.

Restano due punti fondamentali in questa giornata di festa. Il primo riguarda l’incertezza, enorme, con cui una generazione di mezzo come quella dei nati negli anni ’80/’90 (e non solo) guarda al domani in un Paese che attualmente non sembra in grado di garantire una stabilità neanche a chi ha curriculum pieni di risultati eccellenti tanto a livello formativo quanto lavorativo. Il secondo, invece, arriva grazie a una risposta di Silvia a una domanda tanto semplice quanto terribile: qual è il tuo sogno? “Sono diversi anni che non penso più a quale sia il mio sogno, perché penso più che altro a sistemarmi. Penso che ormai la situazione sia tale per la quale ormai ognuno debba pensare più a sistemarsi, non ci possiamo permettere di essere puntigliosi. Se io trovassi un lavoro che riuscisse a darmi una stabilità, al 99,9% io lo accetterei. Quindi il sogno è raggiungere una situazione economica tale da potermi permettere di sistemarmi e di realizzarmi nella vita”. Parole di una ragazza, di una donna, che da anni lotta per esprimere il proprio talento e alla quale vanno tutti i nostri complimenti non solo per l’onorificenza riconosciutale alla Giornata del Laureato ma, soprattutto, per l’intera carriera universitaria e lavorativa, nonostante questa sia ancora in rampa di lancio. Ragazzi come Silvia, combattenti che ogni giorno affrontano la vita tra mille peripezie, scartoffie, mille no e pochissimi sì, ce ne sono tanti, così come sono tanti i messinesi che, lontani dallo Stretto, studiano e lavorano per ritagliarsi il proprio spazio, lontani dalle proprie famiglie ma un passo più vicino ai propri sogni. A Silvia e a tutti loro non vanno soltanto i nostri complimenti, va detto “Grazie”, non una ma 110 volte (e Lode).