Messina, On.li Genovese e Rinaldi ma il PD vi voleva?

 

Sono gli Onorevoli che se ne vanno o è il PD

che ha chiuso loro la porta in faccia?

 

 

1,2,3,4… E’ questa la risposta che Alessandro Russo ha dato all’On. Franco Rinaldi. La storia si è svolta tutta internamente al PD locale e cittadino ed ha preso l’avvio dalla decisione di Renzi, il Presidente del Consiglio, di commissariare Messina con la nomina di un commissario esterno alle logiche locali, l’On Ernesto Carbone.

La rottura era nell’area ed in occasione del tesseramento al partito e della nomina di Alessandro Russo, già presente alla Leopolda ai tempi dell’operazione “rottamare”, quale responsabile cittadino delle operazioni di tesseramento del Partito Democratico, l’On. Rinaldi ha sbottato: Alessandro Russo non conta niente. La risposta, altrettanto lapidaria, è stata: 1,2,3,4…

Messina è una città che possiamo chiamare tradizionale. Anni d’immobilismo politico e decenni di potere nelle mani di poche famiglie unite dal vincolo della massoneria da una parte o da quello degli oratori dall’altra parte, hanno lasciato il segno. Le novità sono sempre indigeste, il cambiamento non è gradito e le contraddizioni sono sempre pronte a scoppiare appena si lancia il classico sasso nello stagno. La sindacatura di Renato Accorinti da una parte e le indagini della magistratura dall’altra più che sassi sono stati macigni.

Un altro sasso che si è trasformato in valanga è stato il tesseramento del PD che si è svolto sabato e domenica. Un tesseramento che ha visto a Messina e provincia oltre 1000 sottoscrittori. “Abbiamo finito le tessere, ci dichiara Palano Quero che insieme ad Alessandro Russo, entrambi Renziani da sempre, hanno chiesto agli oltre 1000 simpatizzanti di presentarsi al banchetto con la tessera elettorale, la carta d’identità e 15,00 euro in contanti. Una procedura trasparente e chiara che stride con il ricordo di un passato che vedeva una vagonata d’iscritti per lo più anonimi e ignoti. Un modo come un altro per i Consiglieri e per l’Onorevole di pesarsi e vedere quanto si contava all’interno del partito.

Oggi, dopo che all’On. Francantonio Genovese è stata tolta la misura cautelare che lo vedeva ai domiciliari nell’ambito del processo “corsi d’oro” e che insieme al cognato Franco Rinaldi ed ad altre 21 persone e 8 società è stato rinviato a giudizio per una serie di reati finanziari e contro la pubblica amministrazione, molti autorevoli commentatori parlano di un suo prossimo passaggio, insieme con tutto il suo entourage di Consiglieri Comunali affezionati e portatori di voti, nelle file di F.I.

Il messaggio che una città tradizionale come Messina vuole sentirsi dire è che le cose non cambiano, che il potere, quello reale e concreto che ha soggiogato la città per decenni, è sempre vivo e vegeto. Che colui che alle recenti elezioni ha avuto il massimo delle preferenze a livello nazionale è tornato e se decide di cambiare partito può ancora decidere le sorti della città e il destino dei suoi abitanti.

Ma forse le cose non sono proprio come ce le vogliono raccontare o fare apparire e il Codice Etico del PD e il regolamento del partito democratico raccontano un’altra storia. Una storia che indica come gli Onorevoli Genovese e Rinaldi non si sarebbero comunque potuti iscrivere al partito o essere tesserati, il primo perché sospeso ed entrambi perché rinviati a giudizio. Ma non basta e anche i dodici Consiglieri Comunali, di cui molti AreaDem, con l’obbligo di firma non avrebbero potuto essere tesserarsi perché sottoposti ad una misura cautelare che impedisce il tesseramento. In altri termini non sono Genovese e i suoi consiglieri di AreaDem a voler cambiare partito ma è stato il PD che ha chiuso loro la porta in faccia e l’ha fatto con l’art 5 del Codice Etico che prevede l’obbligo di dimissioni e l’incandidabilità per colui nei cui confronti è stato “emesso decreto che dispone il giudizio o è stata emessa una misura cautelare personale non annullata in sede di impugnazione”.

Detto questo l’idea che oggi Alessandro Russo sia intento a “contare” le tessere degli iscritti al partito ha trasformato il lapidario giudizio dell’On. Franco Rinaldi in una base concreta dal quale il PD locale potrebbe ripartire con una nuova credibilità. In questa nuova luce le parole del responsabile del tesseramento locale acquistano una nuova luce soprattutto se consideriamo che furono rilasciate prima che le operazioni di tesseramento iniziassero e quando ancora la notizia del presunto passaggio a F.I. di Francantonio Genovese riempisse i quotidiani locali.

1,2,3,4…si riferisce alla tessere di partito? Abbiamo chiesto divertiti ad Alessandro Russo

“Non è il caso di rispondere ad attacchi personali, ha continuato Russo, e questo a priori. Per il resto vedremo se la logica è vedere chi conta e metterei tra virgolette chi conta…certamente sono parole non serene da parte di chi fa parte del Partito Democratico e che fanno capire che non ci si approccia in maniera serena. Stiamo cercando di ripartire in maniera del tutto condivisa e senza preclusioni ma non possiamo far finta di non avere regole. La posizione di Genovese con l’attuale misura cautelare ancora in atto è chiara? (Attualmente l’On Genovese non è più ai domiciliari ma permane l’obbligo di dimora.) Non penso possa rientrare tra gli inscritti perché il regolamento è chiaro e noi porteremo avanti questa linea al banchetto… per casi dubbi valuteremo insieme al nazionale”.

E per l’On Franco Rinaldi?

“Applicheremo lo statuto ed il regolamento che parla d’insindacabilità, di obblighi di dimissione all’accadere di certe condizioni (il rinvio a giudizio) e bisogna comprendere se queste fattispecie sono applicabili anche nella fase del tesseramento e molto probabilmente chiederemo un parere al nazionale. Del resto sull’On. Rinaldi non voglio personalizzare lo scontro e non voglio cadere nell’errore di attaccare con poco stile. Non è da lui e della sua persona. Il parere sarà richiesto in modo preciso nelle fattispecie ma generalizzato perché posizioni borderline esistono anche in provincia. Quindi non è riferito ad una persona o a Rinaldi in particolare.”

“Questo perché molti elementi degli eletti sono stati molto spesso oggetto d’indagine e sarebbe opportuno sapere quale indirizzo applicare. Se riceveremo questa risposta ovviamente l’applicheremo alla lettera in caso contrario sarà a discrezione della commissione locale di tesseramento applicare o meno un certo indirizzo. In ogni caso non vi è nessuna preclusione o come da qualcuno ha detto una Black List … e se poi non conto ancora comprerò un pallottoliere.

All’interno dell’anime del Pd ha trovato collaborazione dagli ex Genovesiani?

Si, fanno parte di questo nuovo percorso, ciò significa che partecipano al tavolo del tesseramento. Un solo banchetto per l’intera città, in modo che non si possa dire o attribuire a questo il risultato o la paternità dei tesserati ed avere nel contempo la massima trasparenza. Ho contattato Lupo che per l’AreaDem mi ha fatto il nome di un responsabile, Teodoro Lamonica. Ove non si dovesse concretizzare questo approccio non avrei preclusioni a contattare Felice Calabrò per avere un nominativo da lui.

e… comunque “era già tutto previsto”. Vedi il nostro articolo di Agosto 2013:  http://ilcarrettinodelleidee.com/sito/attualita/item/2024-e-se-l-on-francantonio-genovese-passasse-al-pdl.html

@PG