Michele Pennisi nuovo Arcivescovo di Monreale

Si è insediato alla guida dell’Arcidiocesi di Monreale S.E. Mons. Michele Pennisi.Conclude così il suo ministero episcopale nella Diocesi di Piazza Armerina, dopo averla guidata per quasi dieci anni. Pennisi appartiene a quella parte di chiesa che decide senza titubanze di fronteggiare il rischio dei territori anche a costo di scontrarsi con poteri locali di stampo mafioso.

Ha riscosso grande interesse il suo impegno antimafia e i progetti messi in campo per contrastare la disoccupazione giovanile e il “virus della tristezza”, come ha ricordato di recente, che vedeva agrumeti incolti ed abbandonati in una terra già povera di opportunità. La sua battaglia per far assegnare alle cooperative di detenuti ed ex-detenuti i terreni confiscati a mafiosi ha raccolto l’attenzione della stampa nazionale. Passò alla cronaca anche per il rifiuto di celebrare nel 2007 i funerali, a Gela, per il boss locale della  “stidda” Daniele Emmanuello. Da quel momento in poi Pennisi cammina sotto scorta per le minacce ricevute. Noti poi i suoi severi discorsi contro la mafia e contro il racket.

Da Piazza Armerina alla nuova sede episcopale Mons. Pennisi porterà con se lo stesso impegno per la legalità.

Il Vescovo Pennisi ha reso la diocesi di Piazza Armerina una comunità aperta ed attenta alle tematiche della legalità. Si è impegnato concretamente in un territorio diocesano che comprende realtà come quella gelese, quella ennese e quella nissena, il cuore della Sicilia per intenderci, apparentemente lontana dai grandi centri politici ma periferia in cui, nonostante l’impegno profuso da parte della chiesa, delle Istituzioni e di una meritevole testimonianza della società civile, permangono ancora sacche di criminalità organizzata e del racket. Lo stesso Governatore Rosario Crocetta durante il suo mandato di Sindaco di Gela non ha mancato di unirsi a Mons. Pennisi nella lotta alla mafia con sentire comune.

“Far rinascere la Sicilia con il Vangelo” è questo il monito del nuovo Arcivescovo di Monreale. E’ proprio il rapporto con la sua terra che lo rende una figura di unione tra chiesa e popolo. “Non ci chiudiamo nelle sagrestie ma stiamo con il nostro popolo” affermava in una recente intervista. Nella  lunga ed intesa missiva consegnata ai fedeli di Monreale Pennisi esprimeva così il suo prepararsi al nuovo ministero episcopale: “Non ho nessun programma pastorale prefabbricato da proporvi se non quello dell’invito a credere nell’amore di Dio, a cambiare mentalità e vita seguendo Gesù Cristo. Rivolgo, però un rispettoso e cordiale saluto a tutte le autorità poste a servizio della difesa della legalità, alle quali esprimo la mia disponibilità ad una collaborazione proficua per la costruzione del bene comune”. In quella stessa missiva, il neo arcivescovo, non sottaceva il travaglio interiore per l’addio alla sua diocesi: “Ho accolto la scelta del Santo Padre con comprensibile trepidazione perché è assai grande il sacrificio che mi è stato chiesto di lasciare la chiesa di Piazza Armerina”.

Pennisi però non svestirà i panni del Vescovo di “frontiera”. La realtà a cui va incontro non è certamente facile. Monreale e il suo territorio sono fortemente provati dalle infiltrazioni mafiose, nonostante in passato da questa stessa terra siano fiorite vocazioni alla santità e alla passione civile di cui tutti portiamo memoria e che accompagnano per fortuna la formazione di molti giovani nelle parrocchie.

San Giuseppe Jato, Corleone, Partinico, sono centri che richiamano storie e drammi che hanno segnato la nostra terra. Luoghi dai ricordi immediati a cui si aggiungono problemi sociali ed occupazionali assai difficili. Pennisi, figlio di contadini come ama ricordare spesso, guarda con attenzione proprio all’agricoltura, essendo stato nella sua esperienza di Pastore a contatto con imprenditori, coltivatori e sindacati.

Pennisi è stato anche Rettore del celebre Collegio Capranica di Roma. Riceve la sua prima nomina nel 2002 da Giovanni Paolo II e fu consacrato Vescovo nella Cattedrale di Piazza Armerina di cui è stato audace pastore. La storia di Mons. Pennisi è soprattutto legata al pensiero ‘sturziano’. E’, infatti, Presidente della causa di canonizzazione del sacerdote originario di Caltagirone, don Luigi Sturzo. La recente nomina di Pennisi risale all’8 febbraio scorso quando Benedetto XVI lo promuove alla sede di Monreale.