L’Italia già alla fine del 2004 si collocava al terzo posto fra i paesi che giocano di più al mondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito. Il mercato italiano, che nel 2004 rappresentava il 9% di quello mondiale, oggi è più che triplicato. Il Carrettino delle Idee ha già approfondito l’argomento delle nuove dipendenze e ha così descritto quale sia lo stato delle politiche attive in tema di prevenzione del rischio e del danno anche biologico che la dipendenza dal gioco o da qualsiasi ludopatia genera nell’individuo e di riflesso nella società.
Quasi all’unanimità la Camera ha chiesto in questi giorni che il governo promuova una campagna di informazione sui rischi del gioco d’azzardo in particolare nelle scuole. Né più né meno di come già si fa per il fumo o per altre tematiche care allo sviluppo integrale dell’adolescente e del giovane.
In occasione del voto finale sul decreto semplificazioni, approvato dalla Camera, l’aula di Montecitorio ha dato il via libera a due ordini del giorno, uno bipartisan primo firmatario l’ex sottosegretario Alfredo Mantovano e l’altro del Fli, Daniele Galli, che impegnano il governo a sensibilizzare i cittadini, soprattutto i minorenni, sulle gravissime conseguenze del gioco d’azzardo.
Non si parla solo di ludopatie, patologie accertate anche nell’ambito del Sistema sanitario nazionale con oltre 800mila persone coinvolte direttamente, ma anche il danno economico nei bilanci familiari. E, infatti, come spiega Mantovano, l’odg trasversale invita il governo «parallelamente ad avviare in ogni istituto scolastico un progetto di educazione all’uso responsabile del denaro, e questo per la necessità di “arrivare prima”». Richieste che il governo ha accettato. Sull’efficacia o meno dell’Odg, la prassi parlamentare non ne garantisce l’effettivo adempimento ma il Governo Monti non ha mancato di accettare in precedente analoghe richieste e la trasversalità dell’iniziativa parlamentare va in questa direzione. L’Odg pone la questione anche di una legislazione da rimaneggiare. Le modifiche legislative necessarie impegnano il parlamento a mettere nero su bianco possibili provvedimenti per aggiornare i testi di legge concernenti politiche attive di prevenzione delle dipendenze.
Purtroppo, anello debole di questo ragionamento, l’impianto normativo dello Stato italiano che garantisce al gioco uno status di legalità proprio per via dei monopoli di stato che in taluni casi quasi suggeriscono il gioco come occasione di rilancio economico e riscatto sociale.
Non di meno è possibile e auspicabile l’avvio di una campagna informativa, analoga a quella da tempo avviata contro il fumo, che parta dalla Presidenza del Consiglio, e che, senza impedire l’accesso ai giochi (come non viene ostacolato l’acquisto delle sigarette o degli alcolici), tuttavia spieghi con chiarezza quali sono i rischi concreti derivanti dal ricorso al gioco e indichi come “l’azzardo (come il fumo) fa male”». Al tempo stesso, aggiungono i firmatari «per i danni in sé derivanti dal gioco d’azzardo, pur se lecito, e per le intromissioni, sul fronte illecito, della criminalità organizzata, va promossa la più articolata attività informativa all’interno di ogni ordine di istituto scolastico, nell’ambito dell’educazione alla legalità».
Vietare la pubblicità del gioco d’azzardo è una delle priorità del legislatore ma diversamente dagli intendimenti dei governi, in generale anche in Parlamento è forte la componente trasversale che ritiene di poter lucrare sulle vincite degli italiani o nel caso negativo sulle perdite economiche di coloro che non sono “baciati dalla fortuna”. Tra le proposte di legge depositate in Aula, quella dell’on. Daniele Galli (Fli), il quale sostiene di riportare chiaramente le indicazioni su gratta e vinci, schedine e ogni altra forma di gioco, anche on line, sulla pericolosità del gioco incontrollato, proprio come per le sigarette e i tabacchi. «Ora – sottolinea il deputato finiano– è necessario arrivare ad una legislazione il più presto possibile e iniziare a programmare la cura di questi soggetti profondamente deboli, poiché è evidente che il beneficio dell’introito del gioco è temporaneo, ed il costo sociale ed economico che deriverà dal gioco patologico in futuro sarà enormemente più grande».
Se analizziamo la spesa pro-capite di questi anni, l’Italia si contende il primato mondiale con oltre 850 euro annui a persona (neonati compresi), e in Regioni quali Sicilia, Campania, Sardegna e Abruzzo le famiglie sembrano investono in gioco d’azzardo buona parte del proprio reddito. A fronte di un’evidente contrazione dei consumi familiari negli ultimi anni, cresce la voglia di giocare nella speranza del colpo di fortuna.
Negli ultimi anni il ministero dell’Economia ha autorizzato, tramite le manovre economiche, l’aumento delle imposte sulle vincite e moltiplicando le occasioni di gioco, anche in controtendenza con le politiche annunciate in sede programmatica. Non c’è stato anno, infatti, in cui l’Esecutivo non abbia introdotto nuove offerte di gioco d’azzardo pubblico con la cosiddetta tassa “occulta” assai conveniente per le casse dello Stato.
Nel 1997 vengono introdotte la doppia giocata di Lotto e Superenalotto e le Sale scommesse; nel 1999 investitura ufficiale per il Bingo; nel 2003 spazio in Finanziaria alle Slot machine, nella Finanziaria 2005, ecco introdotte la terza giocata del Lotto, le scommesse Big Match, le scommesse on line, nel 2006 i nuovi corner e punti gioco per le scommesse, tra il 2007 e il 2008 (col decreto Bersani sulle liberalizzazioni) vengono promossi i giochi che “raggiungono l’utente” (sms, telefonici, digitale terrestre) e dall’agosto 2008 è reso legale il gioco d’azzardo on-line (ma con limitazioni); nel 2009 (decreto n.39 del 28 aprile 2009 “Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici nella regione Abruzzo”) nascono: nuove lotterie ad estrazione istantanea, nuovi giochi numerici a totalizzazione nazionale con estrazioni giornaliere (Winfor Life), giochi on-line senza limitazioni: giochi di sorte a quota fissa (quindi anche Roulette, il gioco dei Dadi, ecc) e giochi di carte organizzati in forma diversa dal torneo (quindi anche le partite a poker in solitario con il computer).
“Non è mai esistita, e mai esisterà al mondo, una lotteria perfettamente equa”. Lo scriveva Adam Smith, il padre dell’economia liberale, aggiungendo che “nessun uomo, per quanto sano, è immune dall’assurda fiducia nella propria fortuna”.
Oggi l’industria del gioco d’azzardo è la 3° in Italia, dopo Eni e Fiat. Un vantaggio non indifferente per un popolo che nel gioco sembra trovare il proprio viatico.