Giace in terra, stremato. Gravato dal peso dei suoi stessi passi, si è finalmente lasciato andare: le sue zampe non hanno retto e così il suo cuore. Si è spento fra lo stupore della gente, fra i commenti dei passanti interdetti, fra gli sguardi dei curiosi, mentre qualche metro più in là la vita proseguiva la sua corsa.
Per i cavalli della città di Palermo, non più che bestie da soma costrette a camminare ininterrottamente per giornate intere trainando pesanti calessi, non esiste riposo. Le rimesse fatiscenti in cui trascorrono le loro brevi notti non rispettano in alcun modo gli standard formalmente richiesti dal Comune: l’aria è irrespirabile e le travi pericolanti, gli animali vengono lasciati al buio e privati persino dell’acqua. Nessun rispetto, nessuna umanità.
A nulla sono servite le proteste delle associazioni animaliste, le sempre più numerose denunce e le frequenti segnalazioni: le istituzioni si sono sinora dimostrate sorde, assenti, del tutto disinteressate al problema. Sono passati oltre sei anni dalle prime, rabbiose reazioni dei volontari palermitani ma nulla è mai cambiato, assolutamente nulla. Ebbene, ecco il risultato.