Un Centro di Documentazione per la tutela del territorio in cui sorge il MUOS di Niscemi. A chiederlo intellettuali e scienziati italiani.
Dopo le ultime settimane di contestazione, che hanno registrato alcuni mutamenti negli indirizzi politici regionali sulla questione MUOS di Niscemi, con una lettera appello alle Istituzioni e agli enti locali un gruppo di personalità del mondo della cultura e della ricerca, artisti e scrittori, lancia l’idea di creare nel comune del nisseno un Centro di documentazione sul sistema satellitare in costruzione su suolo siciliano e direttamente dato in concessione agli Stati Uniti, la cui vicenda sta segnando non poco i rapporti tra territori e governo regionale.
Nel documento viene sottolineato che ”la difesa della salute, del territorio, della pace e della sovranità mai come ora ha bisogno di solidarietà e condivisione”. All’appello piovono adesioni a decine anche dalla galassia non-violenta e dai movimenti pacifisti. Peacelink, in particolare, fa suo l’appello pubblicandolo sul proprio sito con i riferimenti per la sottoscrizione e i file originali per la diffusione.
La lettera è stata inviata in primis al Sindaco, alla Giunta, al Presidente del Consiglio Comunale e ai consiglieri di Niscemi, all’Assemblea Regionale Siciliana, al Presidente della Regione Siciliana – recentemente criticato dai manifestanti per alcune valutazioni circa la presenza nei cortei No Muos di infiltrazione di frange mafiose nella protesta del 9 agosto scorso – al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, al Presidente della Repubblica.
“Ci rivolgiamo anzitutto a voi – si legge nel testo – perché siete l’espressione diretta del popolo niscemese che, con coraggio e determinazione, sta affermando al mondo intero che il potere, nelle sue scelte, ha bisogno di essere legittimato dalla gente che ha a cuore il futuro della propria terra e dei figli che l’abitano”.
“Il grande e prezioso patrimonio di idee ed eventi che in questi ultimi mesi ha fatto di Niscemi il più grande laboratorio culturale e di azione sociale nell’Europa – scrivono i firmatari dell’appello – va valorizzato, difeso e tutelato perché sia di monito ai potenti e di esempio alle nuove generazioni affinché possano trovare sempre i semi dell’impegno e le tracce dei percorsi di miglioramento tracciati dalle generazioni precedenti!. Vi chiediamo di farvi carico al più presto della istituzione del Centro di Documentazione sul Muos e la lotta popolare che, da Niscemi, travalica barriere e confini: Centro di Documentazione aperto ai contributi culturali, scientifici, artistici di donne e uomini che, da ogni territorio, vorranno condividere e accrescere il prezioso capitale sociale creato dal basso e accumulato finora nella memoria della vostra Comunità”.
Il testo stringato si conclude con la proposta di istituire il centro che si caratterizzerà attorno alle lotte del movimento che contesta la messa in azione del sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza facente parte del più ampio sistema di quattro stazioni di terra, una delle quali è proprio in fase di realizzazione nei pressi di Niscemi. “Aprite le porte di uno dei vostri spazi comunali e affidatelo alla custodia e all’uso del comitato No MUOS di Niscemi”. E’ questa la richiesta dell’appello-manifesto che riscopre così battaglie che sembravano ormai storicizzate in un mondo occidentale apparentemente aperto al dialogo e ai temi della cooperazione e della pace tra popoli. “Affidate un bene pubblico – sollecitano i firmatari – a chi agisce per il bene di tutti nell’intento di impedire che la Sicilia diventi una portaerei ad uso esclusivo dell’apparato politico-militare internazionale”.
Tra gli autorevoli sostenitori però sono ancora poche le firme degli intellettuali e scienziati siciliani. Le firme in calce appartengono, tuttavia, a scienziati universitari indipendenti, ma non soltanto. Insieme a Massimo Zucchetti, docente al politecnico di Torino e già componente della Commissione mista Stato-Regione che, insieme all’istituto superiore di sanità, analizzò i rischi per la salute derivanti dagli impianti di contrada Ulmo a Niscemi, ci sono Angelo Baracca fisico dell’Università di Firenze; Roberto Renzetti, docente di Fondamenti di Fisica Generale presso la Facoltà di Ingegneria Meccanica di Roma Tre; Ezio Locatelli e Domenico Losurdo dell’Università di Urbino; Michele Boato direttore dell’Ecoistituto del Veneto; i sociologi Salvatore Giordano e Antonella Santarelli e tanti altri fra giornalisti, rappresentanti di associazioni liste civiche.
Una chiave di lettura da prendere in seria considerazione per il destino di questo fazzoletto di terra ceduto ad uno stato straniero per vincoli internazionali ancora da definire.