Non chiamatelo Parco Don Blasco ma Parco Fatima.

Sarà inaugurato oggi, quello spazio del water-front di Messina riqualificato e trasformato in un parco a verde ad uso pubblico da due società, la Rete Sacne e la Elios Petroli, che si sono assunti tutti gli oneri con il benestare dell’Autorità portuale, il Genio Civile delle opere marittime, il Comune di Messina e la Sopraintendenza dei beni culturali. 3000 metri quadri di spazio riqualificato e la promessa lanciata dalle Istituzioni alla città, di vedere presto riqualificata tutta la zona falcata di Messina.

L’unica cosa ancora da decidere è come chiamare il Parco. Alcuni quotidiani già da giorni parlano di Parco Don Blasco poi, gli stessi, si sono resi conto che l’area riqualificata ricadeva su un’altra strada cittadina, la Via San Ranieri, ed hanno incominciato a chiamarlo Parco San Ranieri.  

Niente di male, se non fosse che la cosa non è sfuggita a Izzuf Feryzaj, il rappresentante dei Rom Kosovari di Messina, che vorrebbe che il Parco fosse chiamato Fatima”. Del resto, lui in rappresentanza dei Rom è  l’unico legittimato a  poter dire qualcosa, non fosse altro perché insieme ad altre 100 famiglie, in quell’area di 3000 metri quadri, allora degradata e fatiscente, vi è vissuto per oltre 20 anni.

La storia è nota e ci riporta al 1991, quando infuriava la guerra nella vecchia Jugoslavia, al sorgere del campo Rom fatto di baracche pericolanti e roulotte antidiluviane e all’insediarsi di un nucleo di oltre 100 famiglie che poi si sono ampiamente integrate con la città. Ne sono testimonianza i numerosi matrimoni, il crearsi di realtà abitative fuori dal campo e l’acquisizione della cittadinanza Italiana di molti rom kosovari che per questo hanno potuto lasciare il campo. Tanto che quando nel 2008, sotto la Giunta Buzzanca e tramite l’interessamento dell’allora Assessore Dario Caroniti, si riuscì a sgombrare il campo, le famiglie rimaste erano solo 17. Alcune furono trasferite all’Annunziata tramite un finanziamento del Ministero del lavoro di 40.000,00 euro e altre in un plesso scolastico di Cataratti dove ancora risiedono.

Forte di questo passato, quella di Izzuf FeryzaJ non è solo un’aspirazione ma una vera è propria richiesta che viene avanza all’Amministrazione Comunale e al Sindaco Renato Accorinti.  Del resto,  di Vill. Fatima con sede in Via San Ranieri si parla anche in documenti ufficiali come è l’atto costitutivo dell’Associazione Rom “Bhatalo Drom” che riunisce tutti i Rom del campo nomadi che era sito nell’area oggi riqualificata.

Non si tratta solo del riconoscimento di un’identità legata ad un territorio, per genti nomadi di guerre lontane che hanno dovuto lasciare la terra di nascita, non si tratta solo dell’intitolazione di un Parco pubblico, si tratta di riconoscere la realizzazione di un’integrazione tra i popoli. La stessa che vuole nel termine “Fatima” un tributo alla religione cattolica che li ha accolti senza preconcetti, come più volte dichiarato nell’udienza papale avuta dai rom di Messina con Benedetto XVI, da parte di fedeli mussulmani.

@PG