Una Notte della Cultura per molti ma non per tutti. Perché al di là delle polemiche sulla città paralizzata a causa di un blocco delle arterie principali scelleratamente attivato prima dell’orario consueto del rientro a casa salvo poi cercare di porre rimedio alla meno peggio solo dopo le 19, della sacrosanta protesta dei lavoratori di Messinambiente (che avrà pure amareggiato il sindaco Buzzanca, che però, diversamente dai dipendenti della partecipata, non ha il problema di come arrivare a fine mese), dei TIR che hanno letteralmente invaso la città a causa di un porto come quello di Tremestieri che funziona a singhiozzo, delle montagne di rifiuti che ormai si vedono un po’ ovunque e della mancanza di acqua che ha colto di sorpresa tutti, ma proprio tutti, a partire dai responsabili dell’Amam, l’aspetto che è sfuggito ai più è un altro: Messina è una città che non dà diritto di asilo ai disabili. Non solo in occasione di eventi importanti, ma 365 giorni l’anno. Basta chiedere a chi soffre di disabilità motorie per averne conferma.
E lo ha dimostrato una volta di più sabato scorso, negando ai portatori di handicap l’accesso in molti luoghi. Palazzo dei Leoni, tanto per cominciare, E poi il Comune (l’unico ingresso disponibile era quello principale, perché quello secondario con lo scivolo è stato inspiegabilmente chiuso), la Chiesa dei Catalani, la Camera di Commercio, il Palazzo dell’Arcivescovado ed il teatro Vittorio Emanuele (per entrare bisognava chiedere l’intervento apposito di un addetto). Possibile l’accesso al PalaCultura, ma la difficoltà di parcheggio si è rivelata un’altra barriera. Non caso, guardando le foto di Dino Sturiale è evidente che anche all’inaugurazione in pompa magna all’interno del PalAntonello non c’è un disabile neanche a pagarlo oro. Perché sarà anche vero che c’è stata la possibilità di muoversi con i mezzi pubblici tutta la notte, ma qualcuno ha mai visto a Messina un disabile riuscire a salire su un autobus o sul tram? E così, visto che il centro è stato interdetto alle macchine già dal pomeriggio, molti hanno preferito lasciare perdere e recarsi solo dove era possibile.
Perché quello che evidentemente è sfuggito agli organizzatori della Notte della Cultura precettati per una manciata di giorni e agli amministratori locali in servizio tutto l’anno è senza gli scivoli un portatore di handicap non va da nessuna parte. Le scale o le porte troppo strette sono il suo peggiore nemico, insieme all’indifferenza di chi amministra la città e continua a organizzare eventi solo per chi non ha difficoltà motorie. Tra questi, anche migliaia di anziani. Di recente una loro sparuta rappresentanza è stata portata per ben due volte a Maregrosso, a dispetto di un tempo inclemente che avrebbe suggerito ben altro a persone di buon senso, per dimostrare un recupero che è ben lontano dall’essere davvero iniziato, ma che in occasione della Notte della Cultura sono stati lasciati a casa. Tanto, per recuperarli quando serviranno di nuovo allo scopo saranno sufficienti un autobus ed un paio di fotografi