In un mondo in cui la nostra personalità e il nostro carattere sono proiettati nelle conversazioni sui Social Media e sugli articoli che pubblichiamo, la nostra identità è sempre più pubblica e, proprio per questo, è cambiata. Parliamo tutti, sempre più interconnessi, sempre più visibili, e anche chi non parla di sé si costruisce sul Web un’immagine molto precisa per chi legge e ascolta. Quindi dichiariamolo apertamente: siamo nell’Epoca della Personalità Narcisistica, dell’auto-celebrazione, dei selfie, della focalizzazione su se stessi, un’era che inneggia alla giovinezza ,che tende alla perfezione soprattutto estetica.
Ma prima di tutto, cosa vuol dire Essere Narcisisti?
In realtà, il Narcisismo ha una vasta varietà di significati, che va dalla semplice descrizione di un carattere sano, talora perfino positivo, quando si intende una buona stima di sé e una valutazione positiva del proprio Ego, fino a configurarsi come disturbo psichiatrico se caratterizzato da scarsa empatia, vanità, presunzione ove il Web è lo specchio ideale per ingigantire l’immagine di sé.
La casa del Narcisismo, in un certo senso.
Infatti per soddisfare un bisogno di visibilità sociale in cui si cerca di mettere al centro della scena del mondo se stessi, come fossimo elementi significativi e rilevanti di uno scenario che si espande a livello planetario, la propria bacheca di Facebook, la pagina di Twitter, le foto postate su Instagram, sono occasioni mediatiche per parlare di sé e della propria storia personale, che viene trasformata con i post selfie e con i filmati autoprodotti , in un palcoscenico di esibizione personale di sé in cui si afferma il valore della propria persona come se fossimo dei personaggi di successo.
Questi atteggiamenti contengono dei bisogni di autoaffermazione e di soddisfazione personale, culto di se stessi, uscita dall’anonimato, esibizionismo e voyeurismo, partecipazione all’intimità degli altri, amplificazione di un mondo che sentiamo ristretto e incapace di darci lo spazio che meritiamo, la possibilità di soddisfare un bisogno di appartenenza ad una comunità che va ben oltre l’ambito ristretto delle nostre relazioni sociali.
Da cosa origina il narcisismo contemporaneo?
Il narcisismo contemporaneo nasce come dicevo dal bisogno di uscire da questo vissuto di anonimato sociale, nella condizione ordinaria dell’esistenza si pensa di non contare nulla e di non avere valore, per cui diventa necessario creare una situazione sociale extra-ordinaria in cui persone qualunque e vite semplici, diventano eventi speciali che vengono esibite davanti ad un pubblico di potenziali estimatori che si espande potenzialmente all’infinito il cui compito è confermare questa ricerca di valore e di significato personale che temiamo di non avere.
Che relazione esiste tra le nuove tecnologie e il sentimento di sé?
I social media e la Rete hanno creato nuovi bisogni di visibilità sociale e favorito nuove forme di esibizionismo mediatico che non sono necessariamente dei fenomeni naturali, insiti nel nostro essere persone sociali, ma sono indotti dai media stessi e dalle nuove opportunità offerte dalla Rete, per cui se prima potevamo pensare di avere nella vita una o due occasioni di successo e di visibilità mediatica, ora con i social media noi possiamo che farlo continuamente, e se da un lato siamo noi che desideriamo esibirci sulla Rete per incrementare il nostro valore, condizionati da una cultura del successo come unica condizione per esistere, dall’altro la cultura dei social stessi auto-produce questo bisogno di visibilità e fa’ da suggeritore ai nuovi comportamenti sociali che si diffondono e diventano fenomeni di massa.
Il sentimento di sé che si espande fino a diventare una forma di narcisismo, che mette al centro dell’interesse il proprio Io e trascura l’altro, che pensa di affermarsi addirittura a danno dell’altro, è diventato il nodo “delirante” che caratterizza la società contemporanea.
Il problema nasce quando l’interesse per la propria immagine e per i propri contenuti postati su qualche sociale network, diventano più importanti dell’interesse per l’altro, a cui non ci rivolgiamo più con la stessa curiosità e con lo stesso desiderio con i quali ci rivolgevamo prima se non per affermare il proprio valore.
Quali sono le criticità portate da i moderni supporti elettronici, primo fra tutti lo smartphone , sulle relazioni interpersonali?
Con le tecnologie, con l’uso dello smartphone per “ presentificare” l’altro e per averlo sempre a disposizione, sul palmo di una mano, non si stimola più l’uso della mente per creare l’altro con la fantasia usando il pensiero. Io lo creo con un click meccanico, e mi abituo, inoltre, all’idea che le persone sono sempre a mia disposizione, si elimina l’assenza che è la precondizione per la creazione dell’universo simbolico, che nasce sempre da una mancanza che si cerca di saturare, ma quantomeno dopo un tempo di attesa che ci ha permesso di fare mente, di creare immagini mentali dell’altro, di provare sentimenti e di associarli alle immagini che dell’altro ci siamo costruiti nella nostra mente in funzione dell’esperienza emotiva vissuta con lui.
Da questa considerazione ne consegue che questa abitudine a utilizzare dei sostituti inferiori della comunicazione e a mediare tutti i rapporti con un medium tecnico, ci rende sempre meno capaci di sostenere l’impatto emotivo che la relazione con l’altro inevitabilmente comporta.
Potrei facilmente concludere affermando che, mentre il mondo di ieri soffriva di un eccesso di vincoli e di legami sociali, il mondo di oggi soffre di un eccessivo indebolimento degli stessi. In questo contesto di evidente impoverimento relazionale, i social network sembrano offrire un’opportunità di compensazione e di visibilità, seppur mediata, virtuale e pertanto, fortemente labile e illusoria. In altri termini è come se l’uomo vivesse nella realtà sociale ma non ne facesse più parte.
L’individuo, liberato da qualsiasi legame sociale, tende a investire sempre più su se stesso, suoi propri progetti di realizzazione ed emancipazione, ma il prezzo che deve pagare è la sua crescente irrilevanza sociale, il vuoto, lo spaesamento e la solitudine.