Opg, carceri e amnistia al centro della campagna elettorale dei Radicali

Rita Bernardini arriva alle 11 davanti all’ingresso colloqui, dove alcuni familiari attendono di entrare a far visita a parenti detenuti in quello che, secondo le ricerche, è il carcere dove la vita di chi ci finisce rinchiuso è la peggiore d’Italia.

Secondo il dossier “Morire di carcere” del Centro studi Ristretti orizzonti, nel 2012 i morti legati all’ambiente delle carceri italiane sono stati 154, di cui quasi la metà – per la precisione 60 – per suicidio.

Una situazione drammatica che non investe solo i detenuti, ma anche uomini e donne in servizio nella polizia penitenziaria, oltre ai familiari, bambini compresi.

Un  tasto dolente è rappresentato poi dagli Opg, in cui si sono suicidati 42 ricoverati negli ultimi dieci anni. Il 31 marzo dovranno essere chiusi: l’ispezione dell’onorevole Ignazio Marino, membro della Commissione Sanità del Parlamento, ha evidenziato trattamenti disumani.

«Ma dove andranno a finire queste persone, che hanno bisogno di cure psicologiche?» si domanda l’onorevole Bernardini, e lo fa qui perché Barcellona Pozzo di Gotto è sede di uno degli Opg d’Italia che cesseranno la loro attività fra poco più di due mesi.

«Il rischio è che vengano trasferiti in altri Opg che resteranno aperti – continua la candidata dei Radicali – a chissà quanti chilometri di distanza dalle loro famiglia. Però abbiamo fatto il bel gesto di chiudere gli Opg».

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