Perche’ Messina non dovrebbe essere distrutta come Sodoma e Gomorra ?

Chiunque abbia letto o masticato i fatti della Bibbia ha sempre pensato che la distruzione di Sodoma e Gomorra sia stato un gesto quantomeno oltre le righe. Uccidere migliaia di persone, donne e bambini, intere famiglie solo perché il Dio del vecchio testamento riteneva che tutti gli abitanti fossero peccatori o che quelle Città fossero il centro della malvagità umana ha sempre offuscato il nuovo sentire della Buona Novella e dell’avvento di Gesù Cristo.
Oggi mi chiedo se anche Messina non meriti l’intervento di un Dio che la distrugga in modo permanete e fin dalle fondamenta ? Mi chiedo se i suoi abitanti, me compreso, abbiano ancoro il diritto di continuare a vivere o se agli occhi di Dio sia rimasto ancora qualche merito e bene in questa città ?
Mi chiedo perché un uomo che non abbiamo mai voluto conoscere, che l’intera Città non ha voluto vedere e conoscere, continua a camminare a piedi scalzi davanti alla Prefettura. L’ha fatto in piana estate, quando l’asfalto era così bollente che le volute d’aria salivano bianche e trasparenti al cielo, mentre noi passavamo davanti a Lui con le nostre macchine da migliaia di Euro e il condizionatore d’aria acceso, l’ha fatto a Giugno, Luglio e Agosto, sempre con la stessa giacca a quadri mezzo-tempo che a solo guardala aumentava il bollore della nostra esistenza. Ha continuato a farlo in autunno con pantaloni estivi a mezza gamba che si fermavano ai polpacci, mentre di calze e scarpe ancora nessuna ombra.
Oggi, frattanto che siamo nelle nostre case calde o nei nostri uffici con il calorifero messo al massimo, Lui continua a camminare davanti al Palazzo del Governo, un moto perpetuo che lo porta avanti e indietro davanti alla Fontana del Nettuno. E mentre la pioggia, il freddo e il gelo di questo fine anno aumentano in modo esponenziale il peso di un informe cappotto marrone che indossa ti domandi stupito come possa fare a stare ancora senza scarpe e calze in mezzo alle pozzanghere d’acqua che lo circondano o sul marciapiede ghiacciato e colorato dalle luci dei semafori in questo Dicembre del 2012.
Non è il solito medicante che siamo soliti vedere sulle nostre strade, quello che liquidiamo con gesto distratto o evitiamo aumentando i giri del motore affinché la nostra macchina si sposti di alcuni metri tanto da impedire alla nostra coscienza di sentirsi in colpa per non aver dato pochi centesimi a chi li chiedeva con la sola presenza.
Non è la zingara che con fare sicuro e incedere veloce si avvina alla tua macchina con la mano tesa. Non è lo zingaro che ti costringe a dire con fastidio: non ho spicci, oggi non posso o non è il momento e tutte quelle trite scuse che siamo capaci di trovare davanti a qualcuno che chiede.

Come non è il dignitoso marocchino che nel bisogno, in cambio dei tuoi soldi, vuole comunque venderti l’accendino o i fazzolettini di carta.
E anche i suoi piedi scalzi NON sono li in bella mostra e in pieno inverno per impietosirti, per aumentare la tua propensione alla carità o per sollecitare la tua misericordia. Quei piedi sono li, nudi e scalzi, perché non possono farne a meno, essi sono piedi deformi e storti che avrebbero bisogni di calzature speciali. Avrebbero bisogno di scarpe ortopediche. Questo fatto oggettivo cambia tutto ed il primo ad esserne cosciente è proprio Lui. Quella sua menomazione influenza anche il suo modo di chiedere l’elemosina e ti passa d’avanti giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno senza che tu te ne renda conto o riesca a vederlo pur avendolo davanti.
Sembra che si vergogni di quella sua menomazione, non la mette in evidenza, non la pubblicizza oltre il suo dato oggettivo e mentre passi con la tua macchina scintillante ti trovi davanti un viso dai tratti cesellati e una barba alla Bin Laden. Un viso giovane e delicato, di origini medio-orientali con occhi bassi e lo sguardo sempre rivolto all’asfalto rovente o ghiacciato a seconda delle stagioni. Un moto lento, continuo, ripetitivo e una cadenza di passi che non preannuncia nel suo incedere la deformità dei piedi tanto, che mentre ti passa vicino al finestrino della tua macchina, di lui ti rimane solo una macchia confusa e indistinta nelle mente. Solo il tuo animo e il tuo inconscio trattengono di Lui un vaco e indistinto ricordo che ti crea un inspiegabile fastidio.
Allora ti arrabbi e incominci a domandarti del perché, pur riconoscendo la tua personale incapacità di poter scendere dalla macchina o poterlo in qualche modo aiutare senza che ciò voglia o debba essere considerata una scusante, una intera Città fa finta di no vederlo ? Perché 250.000 abitanti, formati da Assistenti Sociali e Preti, da ricchi commercianti e industriali, da Poliziotti e Carabinieri ( e se fosse oggetto dell’attenzione del racket dell’elemosina ?), da politici e amministratori che pontificano sui bisogni della gente o dove vi sono blasonate associazioni, dalla Caritas al Rotary club di Messina, e le altrettanto storiche realtà cittadine dei Massoni e dei Templari, tutte oggettività che pur avendo nei loro statuti, leggi o regolamenti il fine ultimo di aiutare l’Uomo, non hanno voluto vedere un Uomo a piedi scalzi ?
Allora vai in collera pensando al Prefetto e ai funzionari della Prefettura o ai poliziotti e ai dirigenti della Questura che giorno dopo giorno se lo vedono camminare a piedi scalzi davanti ai loro uffici senza neanche domandarsi un semplice perché. E continui ad arrabbiarti se pensi a quante auto blu piene di Giudici e Magistrati sono passati davanti a Lui senza che ciò abbia inciso minimamente sulla loro, la nostra e soprattutto sulla sua quotidianità. Professori universitari, insegnati e maestre che dovrebbero insegnare l’umanità sono passati davanti a Lui, sindacalisti e titolari di patronati, avvocati e consiglieri di quartiere, anche un Franza, un Genovese o un D’Alia sono passati davanti a Lui. I responsabili di Banche e Istituti Finanziari pronti a staccare l’assegno per il prossimo Telethon e miriade di Giornalisti altrettanto pronti a riportarne le notizia sono passati indifferenti davanti a Lui.
Ecco perché continuo a chiedermi se Messina non meriti l’intervento di un Dio che la distrugga in modo permanete e fin dalle fondamenta o se sia rimasto ancora qualche merito e bene in questa città ?
Pietro Giunta