Una battaglia persa in partenza: spiegare ai messinesi cosa si muove dietro il Ponte sullo Stretto. Non ci sono santi né eroi. Non ci sono diavoli né mafiosi. Ma solo un grande movimento che, a prescindere da quello che ognuno di voi pensa in proposito, con il Ponte si realizza. Il primo miracolo del Ponte è arrivato: in tanti hanno ottenuto un lavoro. Perché anche se contrari alla realizzazione dell’opera i No Ponte sono diventati paradossalmente Pontistidipendenti. Magliette, bandiere, calendari, titoli sui giornali, libri, inviti, feste e parchi senza l’ombra del Ponte chi avrebbe parlato di loro? Chi avrebbe comprato le loro illustrazioni, le loro maglie della salute? Il Ponte è stato un lavoro, un sogno, una grande opportunità. E che dire della politica? Grazie al Ponte in tanti hanno ricevuto visibilità peccato che dopo i titoli di coda in pochi hanno continuato la lotta in difesa dell’ambiente: la spazzatura per le strade, i disastri ambientali e di riqualificazione di Capo Peloro testimoniano una falsa etica e una cattiva gestione del bene pubblico. Oggi Pippo Rao consigliere provinciale a Palazzo dei Leoni del Pd ci dice che al di là di come la si pensi sulla costruzione dell’opera “Ponte sullo stretto”, sulla sua utilità, sui costi, e su quello che invece andrebbe fatto prima in termini di infrastrutture ed opere indispensabili per il nostro territorio, compresa la messa in sicurezza, la visita di Ciucci, (evento più mediatico e propagandistico che di sostanza) fa emergere chiaramente un dato indiscutibile. Il Sindaco della città di Messina e il Presidente della Provincia rinunciano a tutti gli spropositi minacciati fino a qualche giorno addietro a difesa degli interessi delle comunità messinesi, in cambio della “parola” di Ciucci! E’ bastato l’arrivo del messia con una fugace visita, perché non solo rientrassero le minacce, ma che addirittura si inneggiasse al trionfo! Ma di che cosa? E soprattutto per cosa? Verrebbe invece facile dire per chi, per quei tanti messinesi che si erano stancati di farsi prendere in giro sui proclami e sui sogni del mito Ponte, iniziando ad essere sempre di più coloro che incominciavano a porsi domande quali, chi saranno i veri beneficiari di questa operazione o quale sarà il prezzo da pagare da parte del territorio e delle comunità. A questi bisognava fare vedere il luccichio delle “gioie” promesse sotto forma di opere propedeutiche o compensative che fossero, e poco importa se nel tempo si sono rarefatte, ridotte, rispetto alle promesse iniziali, quello che importa è far immaginare un po’ di luccichio! Niente sostanza solo luccichio, ma in questo momento può andare bene così per tenere buona l’opinione pubblica messinese e soprattutto far calmare le acque, pur di iniziare le operazioni di esproprio e forse qualche cantiere. E’ chiaro che l’atteggiamento dei due rappresentanti di governo degli enti locali messinesi nei giorni scorsi, incalzati da un opinione pubblica sempre più scettica sulle promesse legate al Ponte, doveva essere mediaticamente e falsamente aggressivo , così come è stato falsamente di soddisfazione. La verità è che gli imput politici romani del governo amico e i tanti comitati d’interesse sull’opera impongono le carte e le regole del gioco ed ai nostri Buzzanca e Ricevuto non resta che recitare il copione…”. Che scoop quello di Rao. E noi di IMG Press che calmi ce ne stavamo ragionando sul web, con minuzia calcolavamo la tenuta di consumi e produttività della città da bere. E ci pareva cosa ovvia che fosse quella vista d’economia a cui lo stesso Rao beve. La vita nello Stretto – se fosse dipeso da tanti No Ponte da salotto – resterebbe l’operoso tentativo di conquista della felicità, cui dare come sola misura il riconoscimento pubblico del SISTEMA MESSINA. Io esisto perché la Lobby dello Stretto mi riconosce un ruolo, un valore, una fotografia sul quotidiano locale. Ma per favore… cosa attendersi da gente simile che altro Dio non riconosce se non il proprio interesse personale? Messina si dovrebbe fidare di questa persona? Una comunità con dignità direbbe a voce alta di no, ma Messina è una città libera da ricatti? Il Ponte così mette d’accordo tutti o quasi. Ma è solo un misero calcolo di interessi personali non collettivi come vi fanno credere. E in una realtà in crisi ogni leggenda ben costruita fa strada. IMG Press non dubita della buona fede di molti ma è sicura della cattiva fede di alcuni. Messina non può fare a meno di risolvere una volta per tutte l’interrogativo Ponte: nei nostri pensieri, ottimisti o critici che abbiamo, l’opera di collegamento tra le due sponde dello Stretto è il centro del ragionamento su che territorio vogliamo per il nostro futuro e quello dei nostri figli. Ecco rovesciata l’ideologia, la lotta per l’ambiente, il rilancio dell’economia si può parlare di nuova vita per la comunità ma con questa classe dirigente locale di strada ne faremo poca. Con la stessa abitudine con cui noi cerchiamo valori, etica, progetti sostenibili, meritocrazia, cultura, legalità, solidarietà, altri accumulano odio e pensieri impensabili: il potere per il potere perché la politica riesce a far emergere il peggio di noi (affari, spartizioni, tangenti, voto di scambio, sesso in cambio di promozioni e lavoro). Quella che rende inadeguato mettersi adesso ad aggiornare i calcoli di sempre sullo stato del Ponte se conviene o no realizzarlo è la cattiva gestione della questione morale. Nessuno dei nostri amministratori e dei consiglieri può chiamarsi fuori da questo inciucio continuo. Anche per questo noi guardiamo con severità l’azione di alcuni falsi paladini dello Stretto. Eroi di che? Eroi di cosa? Come sarebbe sciocco misurare gli intenti di un Progetto così complicato come il Ponte sullo Stretto ma vitale per una città scartata e destinata alla bancarotta sulla base di calcoli personali e bandiere da sventolare. Il nostro futuro non è una sfida da stadio nè un calendario che fotografa le bellezze di Messina come se fossero le tette di Belen.
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