Dall’1 Agosto riprende il viaggio, di nuovo per le piazze, di Leggiu: la libreria itinerante. Alla guida il messinese Filippo Nicosia, ideatore del progetto “Pianissimo, libri sulla strada”. Non vuole raccontare di sé, perché non è lui il protagonista della storia, i libri sono i protagonisti. A bordo: ricordi, speranze, obiettivi e desideri.
È la storia di un furgone, lo chiamano Leggiu, al suo interno 500 testi di editoria indipendente, viaggia di piazza in piazza per tutta la Sicilia, per restituire ai lettori il piacere di vivere il libro come un oggetto quotidiano e offrire la possibilità a coloro i quali, lontani dalla lettura, volessero avvicinarsi, per scoprire che – come dice Filippo – “la libreria non è un luogo per altolocati. Come forse pensano al Sud.”.
Al volante del furgoncino Fiat 900, il messinese trapiantato a Roma che adora stare fra i libri e le persone, legge con loro, alcune volte per loro.
Con il suo progetto di promozione della lettura ha incuriosito e persuaso una piazza siciliana dopo l’altra occupandosi in prima battuta delle aree geografiche in cui si legge meno. Ha poi mirato a nord dove Leggiu è stato rubato durante il tour Milanese e restituito grazie all’azione combinata di solidarietà e passaparola sul web e non solo, considerato l’inestimabile valore affettivo e culturale.
Timorosa Milano, diffidenti le sue periferie, racconta. “L’accoglienza è calorosa dappertutto, i feedback diversi ogni volta. Tante troppe storie, ognuna speciale, ognuna a se.”
Riscoprirsi nelle relazioni con l’altro attraverso il libro, vivere la libreria come luogo di incontro fisico e intellettuale, di scontro e confronto delle idee, delle credenze, è una delle finalità del progetto. Ma anche e soprattutto accorciare le distanze con chi in una libreria, forse, non ci avrebbe mai messo piede. Donare cultura ed esperienza. Promuovere la filosofia editoriale ed abbandonarsi. Imparare a perder tempo sfogliando un libro, sentire l’odore della carta e riconoscere in esso l’immutabilità nel tempo; il ritorno al pensiero attraverso la creazione di spazi di aggregazione, di scambio e sano divertimento.
Per Filippo “il fine ultimo dell’attività letteraria è il confronto, la relazione, lo stimolo intellettuale.”. L’incontro con l’altro serve a definire se stessi, all’interno di un meccanismo di complementarietà e scambio.
Leggere aumenta la capacità di entrare in empatia con gli altri, di comprendere a fondo questioni sociali, facilita la socializzazione anche fra soggetti molto diversi fra loro.
Studi neuroscientifici affermano che la lettura rafforza l’efficienza della parola, migliorandone l’articolazione
Le esperienze e i vissuti inoltre fanno sì che ogni storia sia diversa a seconda del lettore e della sua interpretazione cosicché ogni punto di vista è parte dello stesso racconto.
Leggere non è una necessità, è una forma di arricchimento che prevede una spesa e un guadagno. Siamo forse meno disposti a spendere il nostro tempo in una società moderna che ne ha reinventato e rivoluzionato le modalità di fruizione. È l’era digitale, del multitasking, della crossmedialità, della velocità. Eppure il successo di un progetto tanto ambizioso quanto nobile non può che essere sintomo di una consapevolezza ben precisa, che un libro è conoscenza, cultura, calamita d’animi e solletico alle meningi, un libro è storia, raccontata e da raccontare, è ispirazione, è “allucinazione”, è sperimentazione. Ed è significativo che sia per tutti e di tutti.
Giovanna Romano