Protezione civile, in Sicilia carente

Alla luce delle ultime vicende occorse in centro Italia ed in Sicilia, il Dipartimento della Protezione Civile Sicilia sensibilizza ancora una volta le Amministrazioni locali sulla necessità di dotarsi di un piano di protezione civile o di aggiornare i quelli già esistenti.

Solo così, nel malaugurato caso dovessero verificarsi ulteriori eventi, il Sistema può rispondere tempestivamente ed efficacemente.

“Voglio ancora una volta richiamare all’attenzione dei Sindaci dei 390 comuni dell’Isola – dichiara Calogero Foti dirigente generale del DRPC Sicilia – su quanto stabilito dalla Legge n°225/92 (come modificata e integrata dalla Legge n°100 del 12 luglio 2012) che, istituendo il Servizio Nazionale di Protezione Civile, individua negli Enti locali/Comuni, i soggetti chiamati a svolgere sul territorio di rispettiva competenza le funzioni fondamentali dell’attività di protezione civile, quali l’attuazione degli interventi di prevenzione, sia di tipo passivo, sia di tipo attivo, delle varie ipotesi di rischio, la predisposizione dei piani comunali di emergenza, la gestione dei primi soccorsi e interventi urgenti, la predisposizione di strutture di emergenza, l’utilizzazione del volontariato.

Corre l’obbligo altresì ribadire – continua Foti – che i Sindaci costituiscono l’Autorità locale di protezione civile e, quindi, ricade su Essi la responsabilità di vigilare e affrontare con gli uomini e le risorse disponibili i primi momenti di difficoltà o le situazioni molto localizzate.

Per poter soddisfare queste necessità occorre innanzitutto che i Piani comunali di protezione civile, definiscano gli scenari di rischio sulla base della vulnerabilità della porzione di territorio interessata (aree, popolazione coinvolta, strutture danneggiabili, etc.), predisponendo un quadro globale e attendibile relativo all’evento atteso e dimensionando, preventivamente, la risposta operativa necessaria al superamento delle criticità territoriali/calamità con particolare attenzione alla salvaguardia delle vite umane (in termini di strutture di comando e controllo, di risorse umane, di volontari, di materiali e mezzi, di strade o itinerari di fuga, di edifici strategici, strutture di ricovero, aree sanitarie, aree di protezione civile, etc, …).

È di ogni evidenza che l’elemento fondamentale della predetta pianificazione è la conoscenza delle risorse disponibili, direttamente o indirettamente, in ambito comunale per intervenire in emergenza, nel presupposto che, non essendo possibile che tutti gli Enti locali dispongano di tutte le risorse e/o di tutti i mezzi e attrezzature necessarie, tali dati risultano indispensabili ai fini di una pianificazione più ampia che coinvolga i livelli intercomunale o regionale, anche ipotizzando una condivisione di mezzi e attrezzature tra i comuni limitrofi o con  appositi accordi di area vasta.

Non si può altresì non rilevare che molto spesso gli stessi Comuni, non prendono nella giusta considerazione, in termini di risorse umane, di attrezzature e di mezzi, l’utilizzo delle Associazioni di volontariato di protezione civile della Regione siciliana, in grado di fornire un servizio organizzato, capillare, efficace e tempestivo e, in tal senso si auspica un maggiore interesse verso questo settore e un suo maggiore coinvolgimento in quanto il Volontariato rappresenta la porzione di cittadinanza attiva, solidale, gratuita e professionale che può accrescere la risposta del sistema locale di protezione civile.

Da parte nostra, nel rappresentare l’importanza del piano di protezione civile per la definizione di procedure chiare e condivise che consentano la definizione di CHI DEVE FARE COSA COME E QUANDO, chiediamo con urgenza alle Amministrazioni locali che comunichino a questo Dipartimento, anche al fine di individuare le particolari criticità delle Amministrazioni stesse, a salvaguardia di tutto il sistema locale, intercomunale e regionale di protezione civile: 1) lo stato dei piani di protezione civile; 2) le risorse umane, di materiali, di mezzi adeguati e di attrezzature efficienti di cui ogni Comune dispone o può disporre direttamente o indirettamente anche tramite accordi con le realtà locali; 3) le modalità di impiego e attivazione, anche in convenzione, delle Organizzazioni di volontariato di protezione operanti nei rispettivi territori.”