Quando non pagare paga

Più di mille. Per la precisione, sono 1.131 gli imprenditori e i commercianti che in Sicilia, Campania, Calabria e Puglia hanno detto no al racket delle estorsioni.

I loro nomi sono stati inseriti in un elenco presentato ieri in Prefettura, perché Messina è stata scelta come la città siciliana nella quale presentare l’iniziativa “Pago chi non paga” relativa all’Isola.

Fino ad oggi sono 190 su 472 le imprese messinesi che hanno aderito all’iniziativa in Sicilia e di queste sono davvero poche quelle del capoluogo.

A fare chiarezza sul dato ci pensa Clelia Fiore dell’Asam, l’associazione antiracket messinese. In realtà -spiega a margine della conferenza stampa convocata dal prefetto Stefano Trotta- mancano ancora parecchi nomi proprio della città. Le adesioni sono state numerose e a settembre presenteremo l’elenco completo”.

Subito dopo i saluti del prefetto Trotta, l’iniziativa è stata presentata da Tano Grasso, presidente onorario della FAI, la Federazione nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane.

“In Sicilia la scintilla dell’opposizione alle estorsioni è partita da Palermo con il no di Libero Grassi, poi ucciso dalla mafia –ha ricordato- e a Capo d’Orlando con il mio. Allora, all’inizio degli anni Novanta, un’iniziativa come questa sarebbe stata impensabile. Oggi è diverso e anche l’elezione di un sindaco come Renato Accorinti è la prova che anche a Messina le cose possono cambiare perché ci sono le condizioni perché succeda”.

Nel proprio intervento, il presidente della Federazione Nazionale delle associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane Pippo Scandurra ha puntualizzato come molti dei nomi presenti nell’elenco facciano riferimento a imprese ed esercizi commerciali che operano in zone difficili come Barcellona e Terme Vigliatore. “I consumatori devono privilegiare queste aziende quando si tratta di acquistare beni o servizi –ha dichiarato Scandurra. Che sia un supermercato, una libreria o un’impresa di servizi.

“Presto pubblicheremo i 100 nomi che non ci sono -ha rilanciato il neo sindaco di Messina Renato Accorinti, ieri alla sua prima uscita ufficiale. Questa è un’ottima iniziativa perché le persone devono sapere dove andare a comprare”.

Ricordando il proprio lavoro sulla legalità fatto con gli studenti ai quali ha insegnato fino a pochi giorni fa, Accorinti ha ribadito quello che ha promesso sin dal suo insediamento: il Comune di Messina si costituirà parte civile contro chi viola la legge.

Presenti all’evento, oltre agli assessori Gaetano Cacciola e Sergio De Cola, le maggiori autorità civili e militari cittadine ed i presidenti delle associazioni siciliane che aderiscono al FAI.

“La guida –spiegano dal ministero dell’Interno- è messa a disposizione dei consumatori perché, con la loro scelta, possano sottrarre risorse alle imprese della criminalità organizzata premiando gli operatori virtuosi del Mezzogiorno che hanno denunciato gli estorsori o che si sono opposti al pagamento del pizzo.

L’iniziativa rientra nel progetto Rete di consumo critico “Pago chi non paga”, finanziato dal Programma Operativo Nazionale “Sicurezza per lo Sviluppo – Obiettivo Convergenza” 2007-2013”, che si propone di sostenere una serie di azioni di comunicazione e sensibilizzazione rivolte sia ai consumatori che ai commercianti per creare una rete che rafforzi e sostenga chi si ribella al racket e all’usura.

Il progetto, sostenuto con 2,7 milioni di euro, ha come beneficiario l’Ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura che si avvale, come partner per l’attuazione, della FAI, la Federazione nazionale delle Associazioni Antiracket ed Antiusura Italiane”. Informazioni più dettagliate possono essere reperite al sito del progetto PON http://sicurezzasud.it/