Rimborsi ex specializzandi. Le ultime novità

Con la nomina di due relatori, Franco Conte di Ncd-Udc di maggioranza e Pietro Liuzzi (Conservatori e riformisti) di “minoranza” -incaricati di portare avanti la discussione in VII Commissione Istruzione fino al voto – torna in pista in Senato il disegno di legge per gli indennizzi agli specializzandi. Presentato daPietro Aiello (Ncd) a fine 2015, il ddl 2400 è appoggiato da esponenti di maggioranza ed opposizione: consentirebbe allo Stato di indennizzare forfettariamente sia i medici che non percepirono le borse di studio previste dall’Unione Europea e obbligatorie negli stati membri tra il 1983 e il 1991 sia i medici che, pur avendo un contratto di specialità, non fruirono di versamenti contributivi né assicurazione tra il 1994 e il 2006. I primi sarebbero indennizzati con 11 mila euro, i secondi con 10 mila per ciascun anno di specialità frequentato. La legge riguarderebbe però solo chi ha fatto ricorso: 93mila unità su una platea di 180 mila potenziali ricorrenti (fonte Fnomceo). Di questi, 157mila si sono specializzati tra il 1983 ed il 2006 e 20mila si sono immatricolati prima dell’83: per le specializzazioni quinquennali è infatti ammessa la possibilità di ricorrere fino dal 1978, e i ricorrenti ante-83 sono stati riammessi ai rimborsi dalla sentenza di Cassazione 17434 del 2 settembre 2015. 
Chi non ricorre non potrà fruire degli indennizzi. In compenso, con la soluzione trovata e da tempo sollecitata lo stato dovrebbe evitare interessi ed esborsi oltremodo gravosi. Fin qui i Tribunali di tutta Italia hanno riconosciuto complessivamente oltre 500 milioni di euro (oltre 450 solo ai medici tutelati da Consulcesi) ma l’esborso complessivo per le casse pubbliche potrebbe superare i 5 miliardi di euro. Consulcesi che in tutto patrocina 75mila medici, ha intrapreso una nuova azione collettiva con scadenza 15 dicembre, data per la quale stima di avere 4 mila adesioni. Abbiamo chiesto a Marco Tortorellalegale di Consulcesi, come mai gli indennizzi siano di entità diversa. Ricordiamo però che la legge 370/99 prevedeva per il mancato percepimento delle borse di studio un indennizzo da 13 milioni di lire, 7500 euro di oggi. «Se per l’indennizzo ci si riferisce a quello previsto nel ddl 2400, il quesito andrebbe rivolto ai firmatari della proposta», dice Tortorella. «Tuttavia ritengo che l’importo inferiore (10mila euro l’anno) rispetto a quello previsto per i medici iscritti ai corsi tra il 1978 e il 1992 (11mila euro l’anno), sia conseguente al fatto che i medici che hanno iniziato dal 1993 al 2006 hanno comunque percepito la cosiddetta borsa di studio (euro 11mila euro l’anno), mentre i medici iscritti prima del 1991 non avevano percepito alcun emolumento. La legge 370/99 aveva previsto un indennizzo di 13 milioni di lire perché i corsi ante-1991 prevedevano in media un monte ore di frequenza inferiore all’attuale». 
Ma chi ha fatto ricorso, ha vinto ed è arrivato in 2° grado al Consiglio di Stato se ora arriva la legge ed entra in vigore che fa? si contenta di 10 mila euro quando ne fossero in gioco di più? In realtà, come spiega Tortorella, «se il ddl sarà approvato nel testo ora in discussione, lascerà comunque liberi i medici se beneficiare della disposizione normativa o proseguire con il giudizio». C’è poi la questione di chi ancora non ha fatto ricorso: secondo alcune sentenze di Cassazione ci potrebbe essere la possibilità di ricorrere ancora fino a luglio 2017. E’ vero? «Per i medici iscritti ai corsi prima del 1991, sebbene parte della giurisprudenza affermi che la prescrizione sia maturata, noi riteniamo gli argomenti a sostegno di tale tesi non convincenti perché fondati su principi presuntivi e probabilistici. Riteniamo, invece, che il diritto non sia ancora estinto e che la prescrizione non sia ancora decorsa. Nel dettaglio secondo i principi giuridici da noi sostenuti la prescrizione del diritto è iniziata a decorrere dal 20 ottobre 2007 (data in cui l’obbligo di attuare la direttiva è cessato). Di conseguenza, il termine decennale di prescrizione scadrebbe il 20 ottobre 2017. Per coloro invece che hanno frequentato i corsi 1994-2006 si potrebbe addirittura sostenere che mancando una norma attuativa che regolarizza la loro situazione, la prescrizione non sia ancora iniziata a decorrere».

Mauro Miserendino