Trepidante attesa per la quinta edizione di Scenanuda, la rassegna di Nuova Drammaturgia e Musica, che sarà inaugurata a novembre sia a Barcellona Pozzo di Gotto sia a Patti. Il direttore artistico sarà, anche quest’anno, il regista teatrale e attore Michelangelo Maria Zanghì.
Durante la scorsa stagione, gli spettacoli hanno ottenuto un grande successo di pubblico e di critica, tra cui ricordiamo “Vinafausa. In morte di Attilio Manca” che ha raggiunto il sold out anche a Messina. Il nostro giornale ha deciso di intervistare proprio il direttore artistico, una personalità di grande talento che ha permesso ai barcellonesi di godere di un teatro di impegno e di grande qualità. Un teatro off, quello di Zanghì, libero dai poteri politici ed economici che spesso impediscono ad un operatore culturale di poter esprimere al massimo le proprie capacità.
Michelangelo Zanghì, la rassegna Scenanuda si avvia alla quinta edizione. Ci racconta le soddisfazioni avute dalla precedente?
Sembra incredibile che questa rassegna, nata come una scommessa, sia arrivata alla sua quinta edizione consecutiva. L’anno scorso, tra l’altro, la scommessa si è riproposta, poiché abbiamo “sdoppiato” gli spettacoli, replicando la stagione (nata e cresciuta al Teatro Joppolo di Patti), anche al Teatro FMA di Barcellona Pozzo di Gotto, grazie all’aiuto delle suore salesiane e in particolare di Suor Marilena Mercurio, a cui non potrò mai smettere di dire “grazie”. Un grazie non solo per l’ospitalità, ma anche per la loro apertura mentale e per quello e per come agiscono a Barcellona, una realtà – come sappiamo – molto difficile. Tutti i barcellonesi dovrebbero ringraziare l’operato sociale di Suor Marilena e delle altre suore salesiane! Sono delle vere rivoluzionarie. Magari tutto il clero “ufficiale” fosse come loro… La soddisfazione dell’anno scorso è stata, appunto, arrivare in un territorio nuovo e fare molti abbonati dal nulla. I barcellonesi hanno voglia di Teatro, di un Teatro diverso e lo hanno dimostrato. Un ulteriore motivo di soddisfazione è portare avanti questa rassegna da cinque anni senza mai aver preso un euro di sovvenzioni pubbliche. Mi fanno ridere dirigenti e direttori artistici dei teatri che si lamentano della crisi ma che, nello stesso tempo, ricevono migliaia di euro di soldi pubblici. Li inviterei a fare i cartelloni, rischiando di tasca (e testa) loro! In questo modo, la paura di rimetterci li porterebbe a sperimentare sempre idee nuove per riportare la gente a teatro, invece di star lì a fare i soliti piagnistei.
Dunque, anche quest’anno gli spettacoli saranno ospitati al Teatro Beniamino Joppolo di Patti e al Teatro FMA di Barcellona Pozzo di Gotto. Scelte vincenti?
Sia Patti che Barcellona si sono dimostrate scelte vincenti, nonostante siano due tipi di pubblico totalmente differenti. Ma questa differenza è bellissima: quando il pubblico è diverso, anche il medesimo spettacolo cambia e tutto questo è molto stimolante. A Patti, lo scorso anno, abbiamo avuto un calo degli abbonati dovuto all’inizio molto tardivo della stagione, a causa della gara per il rinnovo della gestione del Beniamino Joppolo. Sono certo che da quest’anno torneremo ad avere in sala la gente che abbiamo sempre avuto, recuperando il trand positivo. Anche a Barcellona continueremo a crescere, forti anche del partenariato con le suore salesiane e con l’Associazione Genius Loci.
La nuova stagione si terrà da novembre 2017 ad aprile 2018. Un anticipo sulle novità? E quando inizierà la campagna abbonamenti?
La campagna abbonamenti partirà a brevissimo. Da quest’anno, inoltre, tornerà anche la sezione musicale, diretta da Chiara Pollicita, essa stessa musicista e tra i fondatori di Scenanuda. Posso anticipare che gli spettacoli saranno otto (uno in più dello scorso anno, sempre allo stesso prezzo per gli abbonati), tra prosa e musica.
Qual è il team che quest’anno lo coadiuverà nel portare avanti il progetto?
Il team è praticamente quello che da sempre lavora a Scenanuda, fatta eccezione per Cleopatra Cortese, entrata in questa follia quest’anno, che si occupa del settore grafico. Per il resto, Chiara Pollicita alla Direzione Artistica Musica; Franco Zanghì alla Direzione Tecnica; Domenico Genovese alla Fotografia di Scena; Nicola Baragona e Nino Ferraro al Service Luci/Audio. E poi c’è anche Roberto Bonaventura che, sebbene non sia ufficialmente nel nostro team, lo è honoris causa, dato che ha sempre, in questi cinque anni, portato in scena spettacoli diretti da lui.
Com’è fare teatro oggi nel nostro territorio? Quali incertezze e quali speranze?
Il Teatro è fatto di incertezze e speranze e se fai questo lavoro lo sai benissimo. Se cerchi altro, come stabilità economica o familiare, ti conviene cercare altrove. L’incertezza è fondamentale, altrimenti ti appiattisci su te stesso e porti avanti progetti che non lasciano nulla, né a te, né agli altri. La speranza è che i Teatri Ufficiali la smettano di ricevere sovvenzioni e si rimbocchino le maniche, cosicché – almeno una volta nella vita – i direttori artistici capiscano cosa sia la libertà di poter scegliere gli spettacoli e non si “spalmino” su chi sceglie gli spettacoli al posto loro. Insomma, la speranza è che Scenanuda sia da esempio a chi fa questo lavoro.