SEQUESTRI A IMPIANTI ZOOTECNICI MESSINESI

In un periodo di forte dibattito in merito alle abitudini alimentari, in cui vegani, vegetariani e convinti carnivori non fanno che invadere i social network con post e commenti di denuncia e/o opposizione, l’attenzione sul rispetto delle norme igienico sanitarie degli impianti di macellazione e distribuzione è massima.

A tal proposito, l’attività di controllo dei Carabinieri del Nas di Catania nella provincia messinese nel settore della sicurezza alimentare ha portato nei giorni scorsi a rilevamenti inquietanti. Il sospetto su alcune attività di macellazione clandestina di bestiame allevato nella fascia pedemontana dei Nebrodi che si affaccia sul Tirreno, ha portato il reparto dei Nas a intensificare i controlli sulla zona. Verifiche rivolte non solo ai mattatoi censiti e muniti del cosiddetto “riconoscimento comunitario”, ma anche sull’individuazione di possibili impianti abusivi.

Grazie alla preziosa collaborazione dei militari della Compagnia Carabinieri di Patti è stata localizzata, presso un’azienda zootecnica del circondario, una sala di macellazione abusiva ove erano stati appena macellati alcuni capi ovi-caprini non censiti all’anagrafe veterinaria, ne tantomeno sottoposti alla prescritta profilassi veterinaria imposta dalla legge. Come è noto, la legge prevede che tutti i capi di bestiame debbano essere sottoposti preventivamente a visita veterinaria per accertare le condizioni di salute e nuovamente ispezionati, dopo la macellazione, a cura di un “veterinario ufficiale” dell’ASP, presente in tutte le fasi di lavorazione per confermarne la salubrità. Nell’azienda, inoltre, è stato scoperto un intero allevamento suino abusivo, sottoposto a sequestro sanitario.

Simili raggiri alle norme sanitarie sono stati riscontrati in un allevamento, immediatamente sottoposto a sequestro, in un’altra azienda del circondario, ove è stata sospesa l’attività di mungitura. E l’elenco non termina qui.

La collaborazione dei Carabinieri della Compagnia di Sant’Agata di Militello, ha reso possibile la sospensione delle attività di un altro impianto impegnato nella macellazione di capi di bestiame affetti da brucellosi, contemporaneamente a quelli sani, con grave rischio di contaminazione. In casi analoghi, la legge consente la macellazione di animali con positività alla brucellosi, ma a condizione che sia eseguita in aree separate o in tempi diversi.

L’attività di controllo dei Carabinieri ha comportato anche il sequestro sanitario di oltre 2.000 kg di carni macellate senza il rispetto dei criteri che ne garantiscano la salubrità e al vincolo sanitario di 20 capi di bestiame, mai sottoposti ai controlli veterinari.

L’azione ispettiva del Nas continua assiduamente a vigilare sul territorio, con particolare attenzione al delicato settore zootecnico, della produzione di carni e soprattutto dei prodotti caseari ove è più facile che si insidino i rischi di contaminazione umana. L’impegno permanente e la severità delle pene potranno così costituire una maggiore sicurezza per le tavole dei messinesi, nella speranza che non si verifichi nuovamente quanto accaduto nel recente passato nell’area sud della città di Messina. Un passato di cui si è resa protagonista la scarsa sensibilità di taluni allevatori e professionisti del settore, noncuranti delle più elementari regole di igiene e profilassi.