Solitudine e gravidanza: il dramma nascosto di molte donne

Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante, 
che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po’ rimate, 
che non merita nemmeno l’ attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare, 
se tu te la sei voluta, a loro non importa niente, 
te l’ avevan detto che finivi male… 

Ma se tuo padre sapesse qual’ è stata la tua colpa rimarrebbe sopraffatto dal dolore, 
uno che poteva dire “guardo tutti a testa alta”, immaginasse appena il disonore, 
lui che quando tu sei nata mise via quella bottiglia per aprirla il giorno del tuo matrimonio, 
ti sognava laureata, era fiero di sua figlia, 
se solo immaginasse la vergogna, 
se solo immaginasse la vergogna, 
se solo immaginasse la vergogna… […]

Così cantava Guccini nel lontano 1976, raccontando la storia di un aborto: “era tanto che ci pensavo, avevo timore di dire cose non giuste, e non ho inventato allora un tema ed una storia, ma ho messo assieme tante storie che mi hanno raccontato cercando di ricavarne una storia tipica, esemplare” afferma Guccini. Una storia sentita mille volte, uguale a tante altre, la storia di un’Italia di trent’anni fa esattamente tale e quale a quella dei nostri giorni.
Disonore e vergogna, colpe di cui la donna si macchia nel momento stesso in cui si concede pochi istanti di piacere con un uomo, uomo che, nella maggior parte dei casi, dalla società verrà elogiato per le sue doti amatorie.  Per una donna invece non è mai così: “una donna che aspetta un figlio senza essere sposata è vista il più delle volte come un’irresponsabile. Nei migliori dei casi, come una stravagante, una provocatrice. O un’eroina. Mai come una mamma uguale alle altre” scrive Oriana Fallaci nel suo libro “Lettera a un bambino mai nato”. Pur essendo nel 2010, infatti, la dignità di una donna continua a non essere considerata al pari di quella di un uomo, i diritti restano sempre troppo pochi, la tutela ricevuta del tutto insufficiente.

Una donna che affronta una gravidanza senza un compagno non appartiene a nessuna categoria sociale e pertanto non ha diritto ad alcun aiuto: l’assistenza fornita dallo stato è strettamente legata all’appartenenza delle ragazze madri a gruppi sociali più ampi come quello della “povertà” o delle “persone in stato di bisogno”. In base a queste condizioni e alle leggi a favore dell’infanzia le donne possono godere di alcuni fondamentali diritti:

  • È possibile ricevere un aiuto, nel periodo della gravidanza e quello successivo al parto, nella ricerca di una sistemazione in casa famiglia
  • È possibile ricevere un contributo mensile, per un periodo massimo di 5 mesi, da richiedere al proprio comune di appartenenza per ogni bambino nato dal 1 Luglio 2000, entro i primi sei mesi dalla gravidanza
  • I Servizi Sociali possono aiutare le ragazze madri ad inserire il proprio bambino in un asilo nido
  • Le visite previste durante la gravidanza dal Ministero della Salute sono gratuite

I sussidi forniti dallo stato italiano sono tra i più bassi di tutta Europa: ogni mamma non lavoratrice ha diritto ad un assegno di circa 1440 euro da richiedere entro i sei mesi dalla nascita del bambino, ed inoltre durante i mesi successivi al parto è possibile ricevere un assegno mensile che varia a seconda del comune di appartenenza:

CITTA’

IMPORTO

Ancona

E’ in base al reddito. Prevede un assegno anche per le gestanti nubili.

Avellino

E’ in base al reddito. Prevede un assegno anche per le gestanti nubili.

Boschi S. Anna

117€ mensili.

Caserta

135€ mensili in un assegno trimestrale di 405€

Crotone

129€ mensili per minori dai 0 a 5 anni; 51,64€ mensili dai 5 ai 18 anni.

Firenze

Non sono previsti sussidi. Bisogna rivolgersi agli assistenti sociali.

Marsala

E’ in base al reddito. Prevede un assegno anche per le gestanti nubili.

Napoli

155€ mensili in un assegno trimestrale di 465€

Novara

120€ mensili.

Padova

E’ in base al reddito: 300€ è il tetto massimo dell’assegno mensile.

Verona

120€ circa mensili.

La tabella riporta i dati di alcune città italiane, fonte: noiragazzemadri.alterivista.com

Durante il periodo della gravidanza, il più complicato per una donna sola, sarebbe indispensabile ricevere anche un supporto psicologico, ma a questo lo stato non ha ancora pensato.
Un numero elevato di aborti, ancora oggi, non dipende dalla volontà della donna, bensì da quella del marito, che abbandonando la propria compagna e il frutto delle loro passioni decide così oltre che per sé stesso anche per loro, privandoli del dono più importante che la natura offre: dare la vita.

Non sempre però questo dono è reso possibile dall’amore, spesso è frutto di violenze, di stupri, frutto di pochi minuti di amore consumati nel fuoco della passione, può essere gioia e dolore allo stesso tempo: il dolore di una madre che si trova sola ad affrontare una gravidanza, le difficoltà di crescere un bambino senza un padre cercando di non fargli mancare nulla.
Oggi la legge italiana dà una possibilità diversa dall’aborto a queste ragazze: dà la possibilità di partorire in ospedale rinunciando al riconoscimento del figlio e restando in completo anonimato, usufruendo di tutti i servizi sanitari e cure offerte dalla struttura, l’atto di nascita deve essere redatto entro dieci giorni dal parto, se la donna decide di non riconoscere il proprio figlio si scriverà «Figlio di donna che non consente di essere nominata». È possibile avere un periodo maggiore di riflessione per il riconoscimento del figlio, richiedendo la sospensione della procedura di adottabilità, che altrimenti avrebbe inizio immediatamente: il periodo di riflessione concesso ai genitori è della durata di due mesi, durante i quali il nascituro deve essere assistito dal genitore naturale o da parenti, allo scadere di questi è possibile riconoscere il figlio come proprio oppure affidarlo ai servizi sociali che si occuperanno dell’adozione.

La scelta di dare in adozione il bambino, spesso, non dipende soltanto dalle difficoltà economiche della madre, ma anche dalla volontà di dare al bambino una famiglia normale, la possibilità di avere un padre che possa crescerlo e amarlo, è una scelta difficile, probabilmente tra le più difficili che una donna possa compiere, ma una pura scelta d’amore nei confronti del proprio figlio.

Irresponsabilità e mancanza di aiuti sufficienti da parte dello stato costringono le ragazze madri del nostro paese a vivere in una delle peggiori situazioni a livello europeo, la nostra nazione continua troppo spesso a dimenticare che il suo futuro dipende dai bambini e dai ragazzi che domani saranno la forza attiva della società.

e i politici han ben altro a cui pensare

e i politici han ben altro a cui pensare

e i politici han ben altro a cui pensare…

 F. G