Dopo la sparatoria di Librino, i giornali pubblicano le foto dei giovani rimasti uccisi. Ad oggi non sappiamo cosa sia accaduto realmente e quali siano le ragioni, col tempo avremo certamente delle risposte.
Conosceremo la dinamica ed anche il movente. Ma non saranno mai risposte complete. Non sapremo mai perché questi ragazzi hanno scelto di vivere una vita che si è conclusa senza una ragione. Perché hanno pensato di voler “controllare il territorio” con le armi. Perché non si sono posti il problema che una vita così può finire in un attimo, senza una ragione apparente. O meglio senza che si sia trovata una buona ragione per vivere.
Sappiamo solo una cosa. Che ci saranno bambini, fratelli, parenti, amici che porteranno dentro il dolore e la rabbia di queste morti violente. E se non troveranno neppure loro “una buona ragione per vivere”, potrebbero alimentare la catena della violenza.
Compito dello Stato è quello di fare innanzitutto giustizia, trovare colpevoli e processarli. Ma anche di creare le condizioni perché si spezzi la catena del male. Altrimenti la violenza finirà per generare altra violenza.
Compito dello Stato è quello di fare innanzitutto giustizia, trovare colpevoli e processarli. Ma anche di creare le condizioni perché si spezzi la catena del male. Altrimenti la violenza finirà per generare altra violenza.
Dalla pagina del Dott S. Ardita