Perché attorno al quartiere Tirone gravita un emergenza? Cos’è (anzi, era) la STU Tirone ed a cosa serve/iva? Analizziamo insieme all’ex Presidente della 4° Circoscrizione (ove è situato il quartiere), Francesco Palano Quero, l’ennesimo progetto di riqualificazione che dopo 20 anni si è rivelato un nulla di fatto.
8 Milioni di euro persi ed un contenzioso in corso, ma da dove nasce il progetto di riqualificazione? A spiegarci bene il tutto è Francesco Palano Quero, uno dei protagonisti di una vicenda ormai ventennale: “Nel 2001 nasce l’iniziativa urbana per riqualificare il Quartiere Tirone che prende forma sotto la Società di Trasformazione Urbana Il Tirone S.P.A.” inizia Quero, Il Tirone è un quartiere storico situato all’interno della 4° Circoscrizione ricco di beni architettonici senza pari risalenti anche ad epoca pre-settecentesca, una delle poche testimonianze della Messina Storica pre terremoto. Un’area in forte degrado, come tristemente è ormai costante delle zone storiche cittadine.
Ma come finanziare il tutto? “Il progetto prevedeva l’intercettazione di alcuni fondi a tal fine, il tutto si sblocca nel 2008 (durante la Giunta Buzzanca) con l’intercettazione di fondi pari ad 8 Milioni di Euro, si prosegue dunque con il progetto STU a livello di progettazione con la stesura di un piano industriale edilizio per l’operazione al fine di rientrare nella scadenza della società avente termine nel 2015 come sancito dal suo Atto Costitutivo, “all’interno del progetto è prevista la riqualificazione delle scalinate e del portale, opere murarie ed edilizie destinate al recupero dei manufatti storici, la costruzione di nuovi palazzi, di un parcheggio cittadino e di un Centro Commerciale, oltre ad una riqualificazione Sociale ed abitativa con la previsione di creare circa 40 appartamenti popolari” prosegue Quero, il progetto prevede anche la partecipazione dei privati per il 70% del fondo totale e grazie agli stessi “si arriva ad uno stanziamento di 100 Milioni di Euro per la riqualificazione dell’area“.
Ma il progetto non piace alla 4° Circoscrizione presieduta da Quero, che lo critica fortemente definendolo come unicamente speculativo, con particolare riferimento alla riqualificazione del palazzo sottostante il Viale Italia, che avrebbe previsto lo sbancamento del versante ed al parcheggio da più di 1200 posti ritenuto assolutamente sproporzionato rispetto alle esigenze della zona (il doppio della capienza del Parcheggio Cavallotti, per intenderci, ndr), tale critica assume forma nel 2009 con una richiesta formale di rimodulazione del Piano di Riqualificazione al fine di tutelare maggiormente l’interesse pubblico, in particolare per quanto concerne l’impatto edilizio, tale richiesta fu presentata assieme ad esperti progettisti ed architetti.
“Ma l’Amministrazione e la Società Tirone (rappresentata dall’Ingegnere Franco Cavallaro, rappresentante legale della Fc&Rr, ma presieduta formalmente da Mario Pizzino, ndr) non vogliono sentire parlare di riprogettazione ed ignorano l’atto di indirizzo della Circoscrizione“. Nel frattempo cade però la Giunta Buzzanca, perdendo già così 2 Milioni di Euro dagli 8 intercettati, prima decadere tuttavia la Giunta Buzzanca riesce a sistemare parte delle opere previste dal progetto, come la Scalinata S.Barbara, grazie ai fondi CIPE (Comitato interministeriale per la programmazione economica) pari a 300.000 euro.
Il Commissario Croce non affronta la questione e si arriva così ad Accorinti, che prende atto oltre che del No della 4° Circoscrizione anche di quello dell’allora Capo del Genio Civile Gaetano Sciacca che vieta di edificare in quelle zone, con particolare riferimento alla riqualificazione che avrebbe interessato il Palazzo sito sotto il Viale Italia. Con la Giunta Accorinti si arriva al sostanziale fallimento del progetto, “il Ministero infatti comunica che i fondi sono stati destinati ad altri progetti di riqualificazione“
In assenza di fondi e superato il 2015, “data di scadenza” della STU, questa viene sciolta dal Tribunale di Palermo ad inizio 2018 su ricorso di uno dei principali azionisti privati, Pizzarotti & C S.P.A. titolare del 36% del capitale della società, che si era opposto alla delibera del CDA della stessa STU risalente al 2017 (due anni dopo la data di scadenza della Società definita dallo Statuto della stessa) che voleva rinnovare l’impegno e provvedere ad una ristrutturazione, anche a fronte di gravi divergenze nate con gli altri soci, Comune incluso (che detiene il 30% delle quote della Società); allo scioglimento da parte del Tribunale viene emessa di concerto la richiesta da parte della STU di un risarcimento di 5 milioni di euro nei confronti del Comune di Messina per “inadempienza contrattuale”, la STU accusa infatti il Comune di immobilismo amministrativo non avendo posto in essere tutte le azioni necessarie al perseguire del fine Sociale della S.P.A. di riqualificazione urbana, ad avanzare codesta richiesta la Fc&Rr di Franco Cavallaro, ma una richiesta che pare “solitaria” non essendo stata avvallata da alcuna delibera da parte del CDA della Tirone, una richiesta che attende ancora oggi epilogo ed a cui rispose a suo tempo l’Assessore De Cola (giunta Accorinti) asserendo che il Comune fece quanto in suo potere per espletare l’iter, ivi inclusa una proposta di Delibera per il rinnovo della convenzione con la STU da sottoporre al consiglio Comunale con annessa richiesta alla Società di rivedere il Piano Industriale adattandolo alle nuove esigenze e normative
E adesso? Il quartiere Tirone, dopo quasi 20 anni di discussioni e bagarre Amministrative rimane nel più totale degrado, “si è riusciti solamente i qualche piccola opera (oltre quella della Scalinata S.Barbara grazie all’ausilio di fondi CIPE) come lo sbaraccamento di una parte delle Mura di Carlo V sotto Via degli Angeli con la Giunta Accorinti grazie alla sinergia con il 4° Quartiere.”
Grazie ad un nostro sopralluogo abbiamo inoltre evidenziato come in quell’area vi siano ancora delle occupazioni abusive, in particolare nello Stabile di proprietà del Terzo Ordine Francescano, andato anche più volte in fiamme, Quero afferma che: “Con la giunta Accorinti fu emessa un ordinanza di sgombero e di relativa chiusura degli ingressi di quello stabile, ordinanza che ha visto attivo un solo intervento applicativo per lo sgombero ma non per la chiusura degli ingressi, decretando la nullità del primo intervento che, in assenza di controlli, ha visto lo stabile nuovamente occupato con enormi rischi in termini di sicurezza e di rispetto igienico sanitario.”
Accanto a quello stabile insiste inoltre una baracca con forti problemi strutturali interessata da un fortissimo smottamento del terreno che sta trascinando con se una delle pareti, tale parete è tenuta al momento insieme al resto della struttura grazie a dei puntellamenti, un fallimento che riguarda dunque non solo la riqualificazione storica ma anche sociale venendo a mancare la risposta attesa all’emergenza abitativa, ma quella della baracca non è l’unica ad essere stendardo del degrado abitativo dell’area ci informa l’ex Presidente della 4° Circoscrizione, “vi è infatti un altro edificio situato, nelle medesime condizioni, all’interno della Scalinata Sergi (a nord del Tirone) interessato da ordine di sgombero per motivi di pubblica incolumità, un provvedimento però fatto a metà non essendo stato contestualmente seguito da un ordinanza di messa in sicurezza a carico dei proprietari, ordinanza arrivata solamente con largo ritardo ed a seguito di molte comunicazioni informali, con relativi enormi rischi” una macchina amministrativa che, per il Tirone, pare incepparsi anche per i più normali e banali adempimenti
Quero ci lascia con una considerazione “Per ridare vita a quell’area servono indubbiamente degli investimenti che facciano ripartire l’Economia della zona, da una riqualificazione della stessa passa l’interesse di nuovi compratori ed affittuari a livello abitativo, di nuove iniziative economiche e sociali a livello di attrattività, cosa attualmente impossibile allo stato attuale.”
Ed ora? Il Sindaco De Luca sembra aver dimenticato il quartiere e la STU, cosa pensano di farne sia con il piano di riqualificazione che con le problematiche insorte con la parte privata? Un risanamento mai avvenuto ed un area che non vede risposta alle proprie emergenze, un area che vede perdere e disperdere il proprio potenziale, la propria ricchezza economica e sociale, tante le problematiche da risolvere ed a cui dare risposta, non peggiorando la situazione di pubblica inerzia che andrebbe ad avvallare le ragioni private del ricorso, un ricorso dal valore di 5 Milioni che andrebbe a gravare sulla già precaria situazione economica della cassa cittadina.