C’è un nesso tra Toponomastica femminile e la lotta al femminicidio? Naturalmente sì. E non solo per le iniziative di Toponomastica femminile dedicate, su tutto il territorio nazionale, alle vittime del femminicidio perché, attraverso le intitolazioni toponomastiche, le donne uccise da uomini che dicevano di amarle abbiamo memoria e con loro si tenga vivo il ricordo di un massacro aperto che non vogliamo torni a ripetersi. Ma anche per un’altra ragione che riguarda l’idea chiave di Toponomastica femminile: l’invisibilità delle donne conduce a rimuoverne la memoria, cancella la dignità, calpesta il diritto di essere, di vivere e di continuare a vivere, di continuare ad esserci.
In questa direzione si muove l’iniziativa di Toponomastica femminile e Fnism-Sicilia che il 28 Novembre si terrà nell’aula magna dell’IIS ”Vaccarini” di Catania dove saranno premiati i e le giovani delle scuole siciliane vincitrici del Concorso regionale “Vie di parità in Sicilia” . Il Concorso ha dato al Comune di Palermo i nomi delle sette donne e sette uomini a cui intitolare, con un criterio assolutamente pari, le strade dei quartieri culturali della Zisa, cittadella rinascente della Cultura siciliana. Tra le donne proposte, come meritevoli di memoria, c’è Stefania Noce, vittima di femminicidio e femminista a cui già è stata dedicata una strada nel Comune natale, a Licodia. Ci sono le donne che hanno combattuto la violenza: Rita Atria e Felicia Impastato. Le scrittrici che hanno vissuto e insegnato che la violenza deve essere denunciata: prima fra tutte Sibilla Aleramo.
Proprio in questa direzione, il Comitato pari opportunità dell’IIS”Vaccarini” ha scelto di collocare l’iniziativa il 28 novembre, nella settimana della giornata internazionale contro la violenza sulle donne e a continuazione delle iniziative che in tutto il paese sono state avviate contro il femminicidio: non solo per parlare di speranza ma anche per suggerire strade da seguire, itinerari concreti in cui i e le giovani prendano la parola, in cui le Istituzioni assicurino impegno concreto
“Si tratta di incidere sulla sottocultura della discriminazione, dominante e radicata; si deve educare a vedere diversamente, ad indossare occhiali di genere per osservare le cose da altri punti di vista, rispettosi delle differenze . Non basteranno le leggi se non si lavora sui processi culturali” dicono le docenti del Comitato per le Pari opportunità dell’Istituto, che vede nella didattica di Toponomastica femminile una ”leva” contro la cultura della discriminazione.. La manifestazione costituisce, pertanto, il primo momento di un articolato itinerario di educazione alla differenza, che rinnova obiettivi e allarga il suo campo di azione: si prevedono altri tre incontri, da gennaio a maggio, su Polite, sulla didattica di genere contro la violenza, sulle politiche dell’UE per la promozione delle pari opportunità contro il femminicidio,
Il 28 ci saranno tutti: ci saranno le rappresentanti del mondo dell’associazionismo, delle istituzioni e soprattutto della scuola; le e gli studenti vincitori del Concorso racconteranno le storie delle donne e degli uomini che hanno scelto poiché meritano memoria . Ne discuteranno con i loro docenti, con la magistrata Marisa Scavo che parlerà delle leggi che tutelano le donne contro il femminicidio e aiuterà le e gli studenti a rispondere ad una domanda insidiosa posta da un’ alunna diffidente : “Questa parità, in Italia, è reale o solo legale?”.