Prendere reale coscienza di cosa sia la tratta degli esseri umani. Cercare di capire, mediante i racconti diretti di chi quell’esperienza l’ha vissuta davvero, il dramma di un fenomeno che si consuma quotidianamente. Che si consuma e che consuma giovani vite usate come merce di scambio. Un obiettivo arduo, soprattutto alla luce di una presenza talmente costante dell’argomento sui media, da rischiare di produrre abitudine, alienazione e indifferenza. Arduo, ma dovuto. Soprattutto se i destinatari dell’intervento sono i massimi esponenti della politica mondiale attivi nell’ambito dei diritti umani e delle pari opportunità.
Questo è quanto accaduto durante l’incontro del 16 novembre scorso a Gaggi, provincia di Messina. Più di 10 rappresentanti da altrettante nazioni, compreso il ministro alle pari opportunità M. E. Boschi, riuniti presso una delle case accoglienza gestite dall’associazione Penelope. Una realtà che da 15 anni vive per contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani, e che è riuscita a convogliare in una stanza personalità illustri non con l’obiettivo di organizzare un convegno in cui spendere parole e dispensare promesse, ma per spronare a una collaborazione internazionale per contrastare la tratta degli esseri umani, come dichiarato dalla dott.ssa Lina Trovato, pubblico ministero presso la Procura di Catania, che ha aperto l’incontro con un benvenuto alle autorità e una presentazione di quanto finora svolto in Sicilia. Ciò che si è realizzato dunque, è stato un incontro in cui, queste stesse personalità illustri, sono state testimoni di racconti di vita offerti dalle protagoniste di esperienze talmente forti da essere spesso impossibili da narrare. Le giovani abitanti della casa di accoglienza, hanno offerto il proprio ricordo, le proprie parole, per cercare di far comprendere davvero, per quanto possibile, cosa significhi vivere come un oggetto. Svegliarsi senza più il proprio bambino, rapito come compenso. Intraprendere un viaggio piene di speranza, per poi vivere con la speranza di non essere uccise. Vivere senza aver conosciuto cosa significhi ‘giovinezza’, perché la propria l’ha rubata lo zio, o il padre, o chi ti ha ‘aiutato’ a partire, chiedendo ovviamente in cambio la cosa più preziosa che possiedi. La tua stessa vita.
Un incontro senza stampa, senza fotografi,(noi eravamo gli unici accreditati dal Ministero) per cercare di difendere quel poco di dignità che queste ragazze meritano di riconquistare.
Al tempo stesso, un incontro che ha portato a un risultato importante: l’immediata disponibilità da parte del ministero per le pari opportunità a organizzare un ulteriore dibattito con i vertici e i rappresentanti dell’associazione Penelope, previsto per il prossimo 6 dicembre a Roma.
Noi de ilcarrettinodelleidee.com ringraziamo l’associazione Penelope per averci dato la possibilità di vivere con loro un’esperienza così significativa.
Andare via da quel posto, e vedere ridere quelle stesse ragazze bambine che poco prima non riuscivano a parlare per la commozione, fa pensare che un futuro c’è. Anche per loro.
GS Trischitta