Tutte a Bologna, per redigere il Piano Femminista

Dopo il successo della manifestazione di Roma dello scorso 26 novembre, quando un oceano pacifico di persone aveva invaso Roma per manifestare contro la violenza maschile, il collettivo Non una di meno aveva rilanciato un altro appuntamento.

L’invito era quello di continuare il lavoro iniziato con gli otto tavoli tematici che si erano tenuti il 27 novembre, al fine di arrivare alla redazione del nuovo Piano Femminista, costruendolo dal basso, quindi in modo partecipativo.

La risposta non si è fatta attendere: 4-5 febbraio tutte a Bologna, nei locali universitari di via Belmeloro.

Oggi innanzitutto si è ripreso il lavoro di condivisione di percorsi e pratiche che porteranno le donne allo sciopero globale previsto l’otto marzo. Subito dopo, i tavoli – ciascuno per la propria area tematica – hanno dato spazio alle diverse realtà e alle diverse opinioni per raccogliere le idee necessarie a redigere il Piano Femminista.

Discussione che sarà interrotta questo pomeriggio intorno alle 18:00 per essere ripresa domani mattina alle 10:00 ed essere restituita – attraverso un report – nella plenaria del pomeriggio.

Lo sciopero “8 punti per l’8 marzo” è stato sicuramente uno degli argomenti più caldi dell’inizio di questa due giorni: per tutte le donne che hanno partecipato (circa 1500) il messaggio da lanciare è chiaro: se si può fare a meno delle donne in certe situazioni, si potrà fare a meno di loro anche l’8 marzo. Ma si partirà proprio dal documento che sarà redatto come manifestino per lo sciopero, per condividere idee e spunti per il documento più generale, che sarà il Piano già menzionato. 

Va ricordato che l’idea dello sciopero è stata sposata anche da altri 22 Paesi, oltre al fatto che le associazioni e i centri antiviolenza locali hanno già redatto dei documenti da presentare alla due giorni bolognese per manifestare le proprie posizioni.

I tavoli tematici sono gli stessi che sono stati avviati lo scorso 27 novembre, a Roma, e sono: 1) Piano Legislativo e Giuridico; 2) Lavoro e Welfare; 3) Educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità: la formazione come strumento di prevenzione e di contrasto alla violenza di genere; 4) Femminismo migrante; 5) Sessismo nei movimenti; 6) Diritto alla salute sessuale e riproduttiva; 7) Narrazione della violenza attraverso i media; 8) Percorsi di fuoriuscita dalla violenza.