Una richiesta di rettifica rivolta a una nota emittente locale., una manifestazione di protesta silenziosa e variopinta che ha percorso le vie della città nel silenzio del mondo dell’informazione locale, un’associazione animalista ( Amici di Fido & C.) che si è sentita offesa e una Presidentessa, Rosamaria Ruggeri, che alla giovanile età di 72 anni ci dichiara: “le persone quando vedono che ci interessiamo degli animali, la prima cosa che fanno e che ti dicono è: con tanti bambini che muoiano di fame. Non sono ancora riuscita a capire perché vi è l’automatismo mentale per cui i soldi che si spendono per gli animali sono come se fosse che si tolgono ai bambini. E’ come dire che se spendi un centesimo per un’animale tu lo togli ad un bambino”.
Ma andiamo per ordine, la vicenda che ha fatto arrabbiare l’associazione animalista nasce da una trasmissione televisiva che riportava la notizia di “un blitz” del Nucleo decoro dell’amministrazione comunale nei locali del compendio immobiliare dell’ex Veterinaria e che avrebbe accertato la “mancanza” di ottanta cani all’appello. In altri termini, dal raffronto dei dati in possesso dell’amministrazione tra la visita dell’anno precedente e l’attuale si sarebbero perse le tracce di ottanta cani.
“L’amministrazione comunale prima di trarre conclusioni e dare certe informazioni agli organi di stampa che parlano della scomparsa di 80 carcasse, continua la Ruggeri, dovrebbe controllare se i cani nuovi e microchippati, tramite una ricerca all’Asp di Messina, sono regolarmente registrati a nome dell’Associazione, mentre per i cani che ti mancano controlla (Amministrazione) i deceduti sempre all’Asp e vedrei che il decesso di 4 cani – che sono una fesseria per un rifugio- è stato regolarmente registrato. E gli altri ? Gli altri sono stati regolarmente affidati e la registrazione dell’affido è anch’essa all’Asp. Quindi prima di fare questo allarmismo…ragazzi…che il giornalista si permetta di dire: che fine hanno fatto queste carcasse ? Vengano e ci chiedano esattamente…”
Dobbiamo riconoscere che il mondo delle Associazioni Animaliste di Messina ha spesso lavorato senza il dovuto riconoscimento dell’impegno profuso dai tanti volontari e riconoscere che il Comune di Messina e tutti i noi siamo in debito con loro. Questo non significa che si possono accettare situazione d’illegalità e quello che viene contestato alle associazioni è che sono allocate in un immobile abusivo come è quello della Via Don Blasco che vede la presenza di tre Associazioni. Due Associazioni di cani e una di gatti. L’immobile era da tempo stato oggetto dell’attenzione mediatica degli organi d’informazione e dopo un famoso intervento di Striscia la Notizia che parlava di maltrattamenti e una ispezione dei Carabinieri dei NAS,… i quali avevano detto di non prendere più animali… si era deciso che il sito dovesse essere chiuso. Per questi motivi il Nucleo Decoro del Comune aveva sempre stabilito che non si dovessero accogliere nuovi cani, in modo tale di arrivare alla chiusura della struttura in modo indolore soprattutto per gli animali. Pertanto, la circostanza che nella visita organizzata unitamente all’Asp e con il beneplacito delle associazioni preavvisate a mezzo fax, si siano trovati dei nuovi cani ha determinato l’elevazione di una nuova multa tra le tante ricevute in questi anni a carico delle associazioni.
Effettivamente c’è il maltrattamento perché non si possono tenere 100 gatti in due stanze, in quei luoghi non ci sono le condizioni igienico-sanitarie per tenere animali, non vi è luce. Sono tre o quattro anni che non riusciamo a chiudere la struttura…si difende l’Amministrazione Comunale…e anche se queste associazioni fanno un servizio meritorio alla città non possiamo ammettere che lo facciano in una struttura non autorizzata, perché quando andiamo e troviamo i cani in una stanza buia con dell’acqua…anche se dobbiamo riconoscere che non abbiamo individuato ancora una struttura alternativa.
Ma quale interesse economico ci potrebbe essere ?
Il Comune di Messina non riconosce nessun contributo, hanno gli iscritti che danno qualcosa…20 o 15 euro l’anno e poi c’è l’otto per mille sulla dichiarazione perché sono una onlus, potrebbero avere anche contributi Regionali o Statali anche se onestamente non lo so. Ma poi in definitiva ed al di là dei soldi è il bene che ci vogliono all’animale…la pulizia c’è, manca la struttura. Io gli avevo detto già nel 2011, quando avevano solo cinquanta cani, non ne portate più. Può essere che a quest’ora la struttura poteva chiudere. Capisco che sei un’associazione e non te ne vuoi andare ma non si può stare in una struttura come quella…non vi è più niente, non vi è più luce, non vi è più rame, c’è solo che l’AMAM non è andata ancora a chiudere l’acqua, credo che vi sia uno spreco d’acqua pari al 10% del consumo della città di Messina.
I cani randagi trovati sul territorio cittadino non possono essere soppressi ma devono essere custoditi e sterilizzati. E’ questo il principio legale da cui partire per capire una vicenda assurda che come al solito dimostra la miopia dell’amministrazione comunale che spesso non conosce quello che deve fare la sua mano destra mentre con la sinistra provvede ad elevare delle multe che potrebbero facilmente essere impugnate. Continuando con l’esempio: cosa accadrebbe se le associazioni decidessero di rispettare il volere dell’amministrazione e provvedessero a liberare i locali di via Don Blasco, liberando sul territorio cittadino 120 cani e 100 gatti tutti in una volta ?
Non vi è bisogno di alcuna risposa retorica per capire che la responsabilità degli animali randagi è per legge del Sindaco, anzi una recente sentenza che ha fatto scuola ha riconosciuto in capo ad una amministrazione comunale il dovere di risarcire i danni causati da un cane randagio che aveva aggredito un passante ( ex art.2043 c.c., perché ha omesso e trascurato di adottare i provvedimenti e/o le cautele idonee a rimuovere ed eliminare il potenziale pericolo rappresentato dai cani randagi, con i poteri attribuiti dalla legge e con le modalità oggetto della discrezionalità amministrativa.)
Questo significa che è obbligo dell’amministrazione comunale, prima di elevare le multe, provvedere a trovare un giusto ed adeguato sito. E seppure è vero che già esiste un canile a norma, che erroneamente chiamiamo comunale essendo di un’associazione privata che ha una convenzione, che ci costa 300 mila euro all’anno evidentemente non è sufficiente, se abbiamo il bisogno e la necessità di avvalerci delle associazioni animaliste per sopperire alle carenze dell’amministrazione…
Sono le stesse forze dell’ordine, i vigili del fuoco, la polizia e vigili urbani che ci chiamano quando trovano un cane randagio e noi andiamo a prenderli e ci accolliamo le spese e tutti gli oneri…cioè le stesse istituzioni da una parte vi portano i cani e dall’altra vi dicono che non potete starci?….e ci fa le multe. Le multe!
Se questi sono i fatti, fortunatamente esistono anche le storie a lieto fine come quella di una cagnolina di circa due anni che è venuta a trovarmi al Comune di Messina con un carrellino che indossa come una “modella” e che serve a sopperire al mancato uso delle zampe posteriori. Trovata con la colonna vertebrale spezzata in più punti a Mili S. Pietro dai Virgili Urbani che hanno chiamato l’Associazione, è stata prontamente operata per permetterle di sopravvivere.
Oggi vive a casa con Santino ed avrebbe bisogno di un’adozione del cuore anche perché in quelle condizioni non potrebbe mai vivere nel sito di Via Don Blasco. Investita da una macchina ed abbandonata sul ciglio della strada ha trovato chi si preoccupa di stimolarle la vescica per aiutare la minzione ed il resto. La domanda inespressa è se non sarebbe stato meglio ricorrere all’eutanasia. La risposta altrettanto chiara ce la fornisce ancora una volta la Presidentessa dell’Associazione. La civiltà, il grado di civiltà di un paese, diceva Gandhi, si vede da come tiene gli animali, io aggiungo anche da come tiene i bambini e gli anziani.
Pietro Giunta
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