Una giornata importante

La presentazione della Relazione al Parlamento del primo anno di attività del Garante Nazionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale.
Le relazioni del Presidente, Mauro Palma, e delle Componenti dell’Istituzione, Emilia Rossi e Daniela de Robert, offrono molteplici spunti di interesse e di riflessione e una finestra su una Istituzione governativa e indipendente che agisce in modo preventivo a scopo di tutela delle persone private della libertà.
Mauro Palma parla di un’operazione di “igiene linguistica”: Nominare bene le cose. Chiamare tortura le condotte che in tale termine possono essere inalveate. Porre attenzione all’identità del migrante ben al di là della sua identificazione per contemplare il senso del suo progetto migratorio. Legalità e legittimità. Il primo termine è prerequisito del secondo ma non lo esaurisce. Costruire raccomandazioni e standard da rispettare, un sistema di soft law che affianca quello di hard law. Un terzo pilastro, quello della raccomandazione, diretto a culture avanzate, tese a un diritto inclusivo capace di prevenire conflitti. Diverse le aree di privazione della libertà, non semplicemente restrittive, frontiera labile che impone di estendere le aree di attenzione alle comunità chiuse, alla detenzione domiciliare che pone anch’essa delle difficoltà di reinserimento sociale, compresi gli stadi temporanei di privazione di libertà come le persone soggette a fermo. Le strutture utilizzate per il trattenimento dei migranti irregolari, anche per fasi di segnalamento e identificazione come gli hot spots. Frontiera labile tra restrizione e privazione include anche le strutture dove le persone disabili o anziane entrano volontariamente che possono trasformarsi in luoghi di permanenza involontaria, i tso, che in sé racchiudono la natura di detenzione coatta. Approccio pluridisciplinare poiché ciascuna delle aree di attività richiede un inquadramento della sua fisionomia attuale attraverso il dialogo interistituzionale e forte cooperazione con chi ha la responsabilità di custodire una persona.

La sentenza Torreggiani ha avuto il merito di suscitare interventi e interesse, attenzione sul mondo dolente del carcere, un maggiore accesso alle misure alternative. E però permane la distanza tra posti realmente disponibili e numero di presenze. Situazioni in cui c’è il 300% di sovraffollamento rispetto alla capienza. Spesso le carceri più affollate sono quelle femminili. Si avverte una forte pressione verso l’uso del diritto penale e la falsa rassicurazione dello strumento del carcere. Necessità di accedere ad un profilo qualitativo della detenzione. Il carcere troppo spesso luogo di sofferenza aggiuntiva, oltre alla privazione della libertà. Bisogna porre attenzione all’ impatto dei minori con i congiunti reclusi e alla frequente percezione di una realtà espropriativa degli affetti. Rems: attenzione alla logica sottostante, strutture riservate a persone con emergenza psichiatrica. Vigilanza sul progetto di legge contenuto nel DDL Orlando che, nelle sue modifiche sul tema, desta non poche perplessità. 
Inaccettabile la tendenza ai continui trasferimenti di soggetti oggettivamente difficili senza la presa in carico del loro caso per cercare la migliore soluzione che muove dalla conoscenza della persona. La necessità di sentire la persona prima di disporne il trasferimento, previsione disattesa sebbene evidenziata dal ministro nella direttiva del 2016. 205 tentati suicidi danno la dimensione di questo malessere. Al 24.01.2017, 8657 persone in AS, 729 al 41 bis. 
Ogni pena deve essere diretta alla rieducazione. Non si può riconoscere una categoria di detenuti esclusi da ogni attesa di rieducazione. Il Garante sta predisponendo uno specifico rapporto tenendo conto delle indicazioni anche di ordine sopranazionale (cpr). Aree riservate: una dimensione speciale all’interno di un regime già speciale. 
Occorre la previsione della sospensione della pena anche per l’infermità psichica. Attivarsi perché il carcere non sia un luogo produttore di irregolarità: immigrati che entrano regolari cui non è consentito il rinnovo del documento. Tensione alla tutela dell’ affettività, superamento della diffidenza rispetto alle potenzialità tecnologiche di contatto con la famiglia e di approdo all’affettività. Attenzione al benessere lavorativo di chi in carcere opera. Attenzione a evitare la confusione tra la persona detenuta e il proprio reato. Privazione della libertà riguardo ai flussi migratori. Attività complessa perché dotata di minori presidi. La materia è in evoluzione ma resta la difficoltà concettuale di restringersi a territori e confini in un contesto ormai diretto alla proiezione globale. Noi, individui ubiqui, siamo però votati al localismo. Hot spot, natura giuridica poco chiara affetta da una sorta di indeterminatezza. Tempo di permanenza indeterminato e legato allo svolgimento delle procedure di identificazione e foto segnalamento. Una situazione comunque di contrazione – privazione della libertà non codificata e non impugnabile. La situazione investe soprattutto i minori non accompagnati. L’Italia considera i minori non accompagnati come soggetti vulnerabili da accogliere nei centri di prima e seconda accoglienza per accompagnarli alla maggiore età. Va imposta un’azione ampia e generosa del soccorso in mare. Non si può distogliere lo sguardo dai corpi che il mare ci consegna, dalle immagini delle condizioni delle persone al loro arrivo. I centri di accoglienza allo stato somigliano a un carcere particolarmente chiuso. Non è il modello che ci si attende per la riforma di tali strutture. Deve essere incrementato il controllo sugli enti gestori ed evitare che si pongano come zone di scarsa trasparenza. 
 Relativamente al trattenimento dei migranti, vanno introdotti meccanismi di ricorso sulle modalità di trattenimento, le condizioni materiali di accoglienza. 
Verifica sulla adeguatezza delle camere di sicurezza: 4 diritti fondamentali. Accesso all’avvocato, diritto a notifica a un parente, all’accesso al medico per valutare le condizioni di salute, diritto a essere informato in una lingua perfettamente comprensibile, dei propri diritti. Le visite hanno evidenziato una discreta attuazione di tali diritti a parte la constatata presenza degli agenti alle visite sanitarie. 
Rendere effettiva l’indagine sui presunti maltrattamenti a tutela anche di coloro che lavorano con onestà e abnegazione, a tutela dello Stato. Proposta di un codice identificativo degli agenti. 
Rilevanza del dato del tso.

Proposta di modifica normativa. Che ogni tso venga notificato anche al garante.