Quando la mia prof. mi ha proposto di partecipare al Concorso “Toponomastica femminile” , mi ha spiegato che bisognava fare una ricerca sulla storia di donne di valore dimenticate e rispondere alla domanda: “Perché merita un’intitolazione?”. Ed ecco che una semplice domanda ti apre un percorso di ricerca infinito , bello, sorprendente , che fa venir fuori un mondo di racconti, di riflessioni, di emozioni che dalle donne del passato arrivano a te, e ti fanno ripensare la tua storia, capire e riflettere. Scopri allora che il valore femminile è annebbiato o occultato dal pregiudizio, che le donne hanno dovuto combattere per avere il riconoscimento e gli spazi che naturalmente venivano riconosciuti agli uomini. Dopo la ricerca e la conoscenza delle storie di vita di donne di valore offuscate dalla storia, avviene qualcosa di veramente straordinario: quelle donne diventano altro, amiche e modello che ti conforta e accompagna.
Sono tante le donne divorate dal buio della dimenticanza, inghiottite dalla storia degli uomini alla quale hanno consegnato le loro idee e le loro conquiste ma non il loro nome. Provo allora il desiderio di restituire loro quanto la Storia ha tolto, taciuto, annebbiato, occultato. Ed io vorrei parlare con le donne del passato, abbracciarle perché hanno reso possibili le mie libertà, il riconoscimento della mia dignità di giovane donna cittadina che vota, va a scuola, avrà un lavoro, un futuro pari a quello degli uomini. Le targhe stradali sono omaggio al contributo che ciascuna di loro, in modi diversi, in campi diversi, ha dato a questo mondo. Per questo le donne del passato diventano simbolo e modello .
Ma perché fermarsi al passato? Mi guardo attorno e utilizzo le stesse coordinate per un viaggio nel mondo delle donne del presente : scopro ancora invisibilità, silenzi, omissioni. Ma scopro anche la presenza di magnifiche donne delle quali noi ragazze abbiamo bisogno perché possono accompagnarci nei nostri percorsi di vita che chiedono punti di riferimento, modelli, esempi e storie di sfide vinte anche se difficili. Sono donne del mondo dell’impresa, della scuola, artiste, professioniste, artigiane che vorrei incontrare ed è proprio qui il bello: incontrarle è possibile, anche fisicamente.
Le donne simbolo di Toponomastica è bello guardarle negli occhi, è bello che ci conducano per mano, che ci sorridano, ci dicano con la luce del loro sguardo sapiente che le donne possono fare cose belle, grandi, che l’impegno ha sempre un ritorno, che il merito viene sempre ascoltato, che c’è tanto da fare ma si può fare.
Per queste ragioni, vorrei che l’intitolazione virtuale a Marella Ferrera aprisse un capitolo nuovo di Toponomastica femminile: insieme alle donne, grandi, di valore, del passato, cerchiamo i segni e la presenza delle donne, grandi e valorose, del presente. Talora sono visibili, spesso non lo sono, combattono più degli uomini per i loro progetti, realizzano idee nuove, innovative, diverse. Seguiamole, chiediamo loro di aiutarci ad appropriarci di un frammento dello spirito battagliero e dell’anima creativa che sostengono i loro percorsi. Abbiamo bisogno di parlare con loro, di ascoltare la loro voce, di osservare i loro visi che di donne forti che si illuminano di emozione e di commozione per la bellezza del mondo. La loro emozione sarà la nostra forza, il loro racconto sarà nostra guida, nostra strada su cui riflettere. Ci racconteranno la loro storia di donne in un mondo governato dagli uomini ma fatto di uomini e donne. Ci suggeriranno vie, ci diranno che ce l’hanno fatta a dare realtà a loro sogni e che possiamo farcela anche noi. Per queste ragioni ho pensato a Marella Ferrera , ad una intitolazione “virtuale”per una donna che ha creato Bellezza, lavoro, cultura.
Marella Ferrera è famosa: appartiene al mondo grandioso dell’alta moda, delle sfilate internazionali, del jet set. Così la immaginiamo. Ma Marella, se la incontri è altro ed è molto di più: ha la grazia leggiadra di una bambina, lo sguardo lucente di chi trasforma la materia e fa nascere cose belle, l’impalpabile eleganza delle donne riservate che temi anche solo di sfiorare. Marella (mi piace chiamarla per nome, perché la sento amica) ha ricreato e fatto rinascere la grande tradizione siciliana delle nostre maestre e dei nostri maestri artigiani: delle sarte, delle ricamatrici, dei ceramisti, dei lavoratori della pietra lavica, dei disegnatori dei carretti. Marella così crea bellezza in un presente grigio, fluido, in cui il lavoro è fantasmatico e precario: nel suo atelier- museo mi sono sentita inebriata dalla bellezza dei suoi abiti in cui la straordinaria moderna e aerea raffinatezza fa sentire un ’anima antica e popolare: i pizzi antichi, le reti dei pescatori , i frammenti di pietra lavica ceramizzata con i colori solari e gridati dei carretti siciliani ti dicono che a quegli abiti Marella ha dato il soffio dell’anima antica e forte delle nostre madri e dei nostri padri. Marella Ferrera ha creato lavoro in una terra in cui in cui è difficile fare impresa anche per gli uomini e per una donna molto di più. Marella Ferrera dalla Sicilia non è andata via, non ha delocalizzato: resta qui in Sicilia a fare la sua battaglia, a tenere alta la testa di donna intelligente, creatrice di Bellezza, benefattrice dell’umanità.
Per lei un’intitolazione virtuale, che ce la renda vicina. Lei madrina del nuovo capitolo di toponomastica femminile: intitoliamo strade alle grandi donne del presente.
Costanza Franzì, classe 4a del Liceo Scientifico “Principe Umberto “ di Catania- Menzione speciale per l’intitolazione a Marella Ferrera . Primo premio per l’intitolazione a Rosetta Scaglione e Antonino De Stefano.