Si è costituita ed insediata nel Palazzo Comunale di Messina la Piattaforma Operativa Permanete denominata Messina Anno Zero. Nata dall’iniziativa di Alessandro Tinaglia, ha visto l’adesione di oltre 70 unioni socio culturali, forze politiche, sindacati, associazioni di categoria, movimenti spontanei e singoli aderenti. L’intento della piattaforma è quello di dare una seconda possibilità all’Amministrazione Accorinti ripatendo da zero. Nella considerazione, dichiara Tinaglia nell’aprire i lavori, che davanti ad una città morta ci si deve rappresentare non con la protesta ma con la proposta. Anno zero, continua, rappresenta un nuovo inizio per la città, oggi vogliamo dimostrare che i messinesi vogliono cambiare ed hanno bisogno del contributo di tutti senza delega in bianco per nessuno. Messina Anno Zero si pone nei confronti del Consiglio Comunale e dell’Amministrazione sul piano di assoluta collaborazione e nasce per dire basta a tutta una serie di “crisi isteriche” proponendo una sorta d’armistizio, perché non ha senso cercare dei responsabili o guardarsi indietro. Invece di dire sempre no, seppelliremo l’amministrazione di proposte.
Tinaglia ci tiene a precisare di essere solo il portavoce della piattaforma operativa e nonostante sia il rappresentante politico di Reset in città, evita di dare all’iniziativa qualsivoglia connotazione politica. D’altra parte non potrebbe essere diversamente di fronte all’adesione di forze politiche, sindacati e movimenti che definire in antitesi è eufemistico. Dalla Federazione nuova destra a l’area Civati del PD, dai Democratici Riformisti a Forza Italia, dalla Compagnia delle Opere di stampo gesuitico all’ Arcigay Makwan. Anche tra i sindacati si nota una adesione unanime che in atri campi è utopistico aspettarsi e così si trova, almeno nell’intento dei promotori, un “tavolo” comune dove siedono la CGIL, la CISL, la UIL, l’ORSA e l’UGIL. A tutto questo insieme di forze, associazioni e comitati si aggiungono la Confindustria, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti e le categoria professionali degli architetti, geometri, giovani avvocati e medici che attraverso i loro organismi di rappresentanza hanno dato l’adesione all’iniziativa.
E’ chiaro che soltanto una proposta forte e convincente poteva portare a questa molteplicità di adesioni. Una proposta che chiama il Sindaco Renato Accorinti e la sua Giunta ad attuare il programma elettorale non attraverso le “contestazioni sterili e improduttive” ma attraverso proposte propositive. Gli intenti della piattaforma, riportati in un’apposita pagina FB sono chiari: “Se è pacifico che chi ha vinto democraticamente le elezioni debba governare è altrettanto pacifico che debba farlo rispettando gli impegni presi con la Città ed uno, sicuramente il principale di questi, era quello di aprirsi alla partecipazione democratica della cittadinanza al di là delle singole appartenenze. Messina Anno Zero, in questa prima fase, si pone come obiettivo quello di verificare, contemporaneamente, le disponibilità dei rappresentanti della Società Messinese e la volontà dell’Amministrazione di aprirsi ad un confronto reale con chi ha soluzioni da proporre.”
E l’Amministrazione Accorinti, dopo le numerose tensioni e le aspre critiche alla gestione amministrativa che hanno caratterizzato gli ultimi periodi, ben contenta di trovare nuove aperture ed adesioni al programma ha risposto positivamente all’iniziativa. Il Sindaco Renato Accorinti ha così avuto modo di precisare: “Sono aperto al confronto e siamo contenti di questo movimento. E’ dal confronto che nascono le buone idee e poi ci giudicherete per quello che abbiamo fatto alla fine del mandato”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente del Consiglio Comunale Emilia Barile.
Al di là delle considerazioni di carattere generale, che nascono spontanee nel vedere pezzi della vecchia politica ricalcare le scene dell’aula consiliare del Comune di Messina, dagli ex Assessori Pippo Isgrò e Giorgio Muscolino, dall’ex Direttore Generale Emilio Fragale all’ex Consigliere Tonino Caliò o accostamenti improbabili tra l’On. Domenico Scilipoti e l’On. Francesco D’Uva, quella che è sembrata proprio una contraddizione in termini è stata la presenza dei Verdi e d’Italia dei Valori.
Infatti, insieme al PCdI, i Verdi e Italia dei Valori avevano costituito l’associazione “DecideMessina” al fine di richiedere la testa del Sindaco Renato Accorinti e passando dalle parole ai fatti hanno organizzato a Piazza Cairoli per domenica 22 Febbraio la raccolta firme per chiederne le dimissioni. In considerazione di quanto sopra abbiamo deciso di sentire dai diretti interessati le motivazioni di questa decisione che è sembrata essere un ritornare indietro sui propri passi
Noi abbiamo invitato “DecideMessina”, conferma Tinaglia, e alcuni pezzi di essa stanno dentro la piattaforma perché hanno capito che forse è giusto dare un’ulteriore, forse l’ultima, possibilità all’amministrazione Accorinti. Però, il problema non è dare all’Amministrazione una possibilità, ma è la città che vuole darsi un’opportunità. L’opportunità è quella di stare tutti assieme e di capire che non è un fatto demagogico, di quantità o di quante sigle numericamente partecipano ma è una vera rivoluzione. I messinesi con un fatto concreto, come quello di dire stiamo tutti assieme, vogliono cambiare le cose. Stiamo dicendo di valorizzare tutto quello che la città possiede sostituendo alle polemiche e alle proteste, le proposte.
Questa nuova possibilità alla città e a Renato Accorinti bisogna darla, dichiara il portavoce d’Italia dei Valori, Salvatore Mammola. Se questo può servire a dare la sveglia ad Accorinti ben venga. Ciò non toglie che si continui a raccogliere le firme perché in ogni caso la città deve essere svegliata e se l’Amministrazione inizia ad attuare il programma e a lavorare per la città e non per i suoi amici, “decideMessina” le firme le mette nel cassetto.
Sulla stessa sintonia i Verdi che attraverso la portavoce Raffaella Spadaro precisano. “Avevamo chiesto agli organizzatori se fosse il caso di accogliere la nostra partecipazione, dopo la loro richiesta, precisando che avevamo già aderito all’altra iniziativa. E loro hanno riconosciuto, come valoro aggiunto, che la nostra presenza era positiva rispetto alla sensibilizzazione dei problemi che noi abbiamo esposto e per i quali abbiamo chiesto che il Sindaco e la Giunta si dimettessero per non aver attuato neanche una piccola parte del programma. Per il resto ritengo che ci siano sempre spazi e margini di dialogo. Anche quando noi dovessimo aver raccolto diecimila firme, l’azione successiva (la formale richiesta di dimissione) ancora non è stata fatta, per cui qualunque forma di dialogo politico può ancora realizzarsi. Anche se personalmente, dopo due anni, ritengo che non ci siano i proprio presupposti per una crescita, si doveva comunque seminare o piantare qualche seme. Attualmente e sempre tra virgolette siamo a livello di bonifica del terreno”.
Irriducibile il PCdI che pur formalmente invitato alla piattaforma ha declinato l’invito e attraverso il rappresentante provinciale Antonio Bertuccelli ha dichiarato. “Per noi non esiste poter aderire ad un progetto che include Forza Italia, la destra e quelli che c’erano prima. Noi non siamo presenti, nonostante fossimo stati invitati, perché non abbiamo nulla a che spartire con una formazione che oggi, a mio giudizio, si pone con il cappello in mano davanti al Sindaco Accorinti. La nostra posizione è completamente diversa e per il bene della città chiediamo a quest’amministrazione di andarsene a casa senza se e senza ma”.
In ultimo vi è da rilevare la posizione di irriducibile di Nina Lo Presti, la quale neanche davanti alla richiesta d’armistizio avanzata dalla piattaforma di Messina Anno Zero rinuncia alla condanna senza appello dell’amministrazione Accorinti. “La strada intrapresa dall’amministrazione di portare avanti il piano di riequilibrio è il punto di non ritorno. Oggi non vi sono le condizioni per intraprendere nessun tipo di discorso con un’amministrazione che ha rinunciato a perseguire i responsabili dello sfascio della città. Anzi, poiché il sindaco insiste sempre nel dire che la città è stata stuprata, ci vuole dire una volta per tutte chi sono gli stupratori ?”
Pietro Giunta
Riceviamo e pubblichiamo la dichiarazione che l’ORSA ha voluto rilascire al fine di precisare la propria posizione ” Eravamo dei semplici invitati e non siamo riusciti a partecipare per impegni prioritari, non conosciamo la piattaforma e non siamo promotori.”