“Una tenda non fa accoglienza”. Specie quando la tenda viene piantata in un campo contaminato dall’Eternit. In attesa che le navi della compagnia “Grandi Navi Veloci” approdino a Trapani con un carico di mille migranti in partenza da Lampedusa, il grido d’allarme e di protesta della cittadinanza sull’“inidoneità” della tendopoli impiantata nell’ex pista militare di Kinisia, è stato confermato giovedì sera dal Direttore Generale di ARPA Sicilia, l’ingegnere Sergio Marino. Dopo un sopralluogo effettuato su richiesta del presidente della Regione Sicilia Lombardo, l’ingegnere ha dichiarato che la discarica su cui sorge adesso il sito è ad alto rischio di contaminazione.
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Mentre a Lampedusa la “collina della vergogna” comincia a svuotarsi e proseguono i lavori di pulizia ad opera dell’esercito, finanziati dalla Regione Siciliana con uno stanziamento di 300 mila euro, a Marausa, Salinagrande, Rilievo, Locogrande e Guarrato, ad accogliere lo “sbarco” saranno dunque rabbia, timori e cortei.
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Non alleviano certo i malumori, infatti, l’ubicazione del sito ed i servizi igienici destinati alla tendopoli. Tristemente famosa a causa di un traffico d’armi scoperto nel 1988 dal giornalista Mauro Rostagno pochi giorni prima della sua “eliminazione”, la pista di Kinisia si trova in una sorta di deserto. Sullo sfondo, le colline trapanesi e qualche pala eolica. In mezzo, il nulla. Non un albero, non un riparo. Solo massi e qualche timido accenno di coltivazione. Novanta le tende e pochissimi i wc chimici.
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Condivide le preoccupazioni dei cittadini anche la gran parte dei rappresentanti politici.
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il sito o ha ritenuto di risolvere così il problema immediato di dove ‘stipare’ tutta questa gente. Non si può pensare di scaricare solo sulla Sicilia il peso dell’emergenza. Il nostro territorio, che faticosamente ha tentato di riprendersi, rischia di tornare nel baratro di un futuro senza prospettive di sviluppo. Ci aspettiamo che il Governo si renda conto della situazione e si attivi per evitare che possa diventare esplosiva.>>
All’indomani delle dichiarazioni del presidente del Consiglio a Lampedusa in merito alle evasioni di massa dalle carceri tunisine, si acuiscono anche le perplessità dei trapanesi in materia di sicurezza.
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Come a Lampedusa, rimane solo un vuoto. E l’amara sensazione che a fare le spese della pessima gestione dell’emergenza sia la gente comune e “loro”, gli immigrati.
<<Il governo -commenta dura Rita Borsellino- sta trasformando Lampedusa e la Sicilia in una valvola di sfogo della disperazione, lasciando in condizioni subumane i migliaia di migranti, tra cui centinaia di bambini, sbarcati sulle nostre coste. Il danno, ormai, è stato fatto. E nessuno show, come già successo a L’Aquila, né fantomatici casinò e campi di golf lo cancelleranno.>>
Natya Migliori Pubblicato sul quotidiano “Terra” l’1 aprile.
Vedi anche:http://ilcarrettinodelleidee.com/notizie/urla-e-silenzio-a-kinisia.html