Presidio a oltranza davanti al Parlamento e sciopero della fame contro la Casta
C’è una città, Roma. Nota per il suo Sacro Impero, sotto cui il mondo intero ha dovuto piegarsi. Nota per il suo Colosseo, dove i gladiatori andavano a morire. Nota per i film che ne hanno raccontato la “dolce vita” e per i personaggi che ne calpestano le strade eterne, tra eventi mondani, impegni di lavoro e festival.
Questa città, in questi giorni, ha gli occhi indiscreti e attenti del mondo incollati addosso. Puntati su quel portone che affaccia su Piazza Montecitorio. Lì davanti, quasi a volerli guardare negli occhi quel palazzo e coloro che rappresenta, c’è un uomo. E’ un uomo alto, provato, ma per niente stanco. Piazzato innanzi a quel mestoso edificio quasi a volerlo sfidare, in una gara a chi per primo abbassa lo sguardo… e la testa. Ma lui, no, la testa non la abbassa. Gaetano Ferrieri la tiene alta, piuttosto, mentre da ormai 164 giorni prosegue il suo sciopero della fame e presidia a oltranza quella piazza. Eppure, tra tante immagini che di quella piazza ci giungono ogni giorno, di lui nessuna traccia. Quegli occhi curiosi, pettegoli e invasivi di certe telecamere, sembrano ignorare la sua presenza, o meglio, sembra scelgano di farlo. E lui, Gaetano Ferrieri, ce lo conferma. Nonostante da qualche giorno presiedano “insieme” la stessa piazza, nonostante entrambi stiano lì a vedere quali saranno le prossime mosse del Parlamento, anche se sono forze assai diverse a spingerli a farlo.
Gaetano Ferrieri è lì dal 4 giugno per combattere conto i “parlamentari cialtroni” e contro la casta. E’ lì a battersi per la riduzione del numero dei parlamentari e dei loro privilegi. Perchè si abbassino i loro stipendi e le loro pensioni. Perchè ci siano meno auto blu e meno uomini dello Stato a far loro da scorta, che la scorta già ce l’hanno. << Non era solo Silvio Berlusconi il problema del paese, ma di l’intero sistema politico. Berlusconi va via ma i parlamentari restano>>. E adesso, che le redini del governo sono passate nelle mani di Monti, Ferrieri non riesce a tener a freno la sua preoccupazione. << E’ un uomo del mondo bancario, andrà a tutelare gli interessi delle banche, non quelli dei comuni cittadini >>.
La forza che lo spinge a stare lì, davanti a Montecitorio, non è quella di far notizia, come i cronisti che condividono con lui la piazza… almeno durante il giorno. Lui sta lì per cercare di poter dare alle sue figlie quel futuro che non riescono a vedere. <>. Ed è principalemente pensando a loro che ha deciso di alzare la testa e dare voce a quanti molto spesso si lamentano, ma hanno paura di parlare e di agire. Come un marinaio su un saldo scoglio nel mezzo del naufragio, Gaetano Ferrieri ha trovato appiglio nell’articolo 50 della Costituzione, che permette a qualunque cittadino di presentare una petizione al Parlamento, anche senza raccolta di firme. Si è aggrappato forte a questo scoglio, alla nostra Costituzione, e ha presentato la sua petizione. “In caso di necessità”, specifica quell’articolo 50. << E se non di necessità, di cosa si tratta quando il debito pubblico supera il 121% e per santarlo si taglia su sanità e cultura ? >>, domanda retoricamente Ferrieri. << L’unico sistema – continua – era quello di seguire la Costituzione Italiana, che inoltre, con gli articoli 18, 19 e 21 permette di protestare civilmente>>.
Avrebbe potuto cercare l’appoggio di un parito, di quelli che nascono e muoiono dal giorno alla notte, o di un sindacato. Come gli era stato daltronde suggerito dallo stesso Capo del Gabinetto della Camera, Alberto Sonìa, per conto del Presidente Fini, quando finalmente era riuscito a parlaci. Ma lui non la vuole la rappresentanza di quei soggetti politici che << per primi – sostiene – non hanno difeso l’adeguamento degli stipendi e delle pensioni degli italiani >>.
Come ha risposto la Camera? << Allora andate in piazza e aspettate 3 milioni di cittadini >>.
Non avendo partiti politici o sindacati, infatti, l’unico modo per poter pretendere e ottenere un dibattito dal Parlamento è quello di riuscire a raccogliere tre milioni di cittadini. Ad ascoltare la risposta di Sonìa, Gaetano Ferrieri ha avuto la certezza di ciò che forse aveva già capito, e cioè che << c’è un muro di gomma tra noi cittadini e i parlamentari. Parlamentari che in realtà sono nostri dipendendi e avrebbero dunque l’obbligo di ascoltarci >>. E allora lui su quella piazza dove si erge, mastodontico, il Parlamento ci resta, e << se la democrazia sembra essere stata negata a questo paese >>, Gaetano Ferrieri vuole restituirgliela.
Nasce così il suo progetto di creare una democrazia diretta, di creare dalla base la politica nazionale, attraverso assemblee costituenti. << L’obiettivo è quello che assemblee costituenti provinciali e territoriali, si trasformino in regionali, fino a far nascere un’assemblea costituente nazionale >>. E anche se tutto ciò avviene nel più rigoroso silenzio dei microfoni, assemblee territoriali e provinciali si sono già costituita a Firenze, Perugia e Venezia. << E qualcosa si sta muovendo anche in Sicilia>>. E anche se viene intervistato da tutto il mondo, mentre in Italia viene per lo più censurato e considerato quasi un pericolo per la sicurezza nazionale, anche se con l’approvazione della legge di stabilità, dice Ferrieri, altre centinaia di migliaia di euro vengono stanziate perchè ci sia censura, lui è certo che la gente si sveglierà e si attiverà.
E chi passa davanti a Montecitorio non può non accorgersi della sua tenda, non può non accorgersi di lui. Fermarsi, leggere, chiedere, parlare. Mentre le telecamere gli danno le spalle, rivolti verso il portone del Parlamento, sono tanti i turisti che si fermano, prendono i suoi volantini e li leggono. Lo avvicinano e ci parlano.
<< Sono in un territorio in cui passa il mondo >>, dice sorridendo.