Ungheria – Serbia: un muro nel cuore europeo

9 novembre 1989, con la caduta del muro di Berlino tutti pensavano ad una  riavvicinazione del mondo invece, negli ultimi anni, tanti i muri che non solo in Europa sono stati eretti per separare e dividere popoli, decisioni prese dai potenti a tavolino per evitare un fenomeno che dura da secoli chiamato migrazione.

La costruzione di un muro tra Ungheria e Serbia sembra per tutti un incubo invece è realtà. La scelta è arrivata dal governo nazional-conservatore ed euroscettico ungherese di Orbàn, nella giornata di ieri. La legge prevede anche l’esproprio dei terreni che si trovano lungo il tracciato della futura barriera, su una larghezza di 10 metri.

Il tutto, come anche dichiarato da  Obàn, serve per bloccare la marea umana di siriani e africani che attraverso il ventre molle balcanico, dopo aver superato pericoli e insidie, cercano di arrivare al confine magiaro per entrare nell’Unione europea e nello spazio di Schengen.

Così facendo si ritorna dunque al passato. 26 anni fa fu proprio la stessa Ungheria, attraverso la rivoluzione di Solidarnosc, a rompere quel muro simbolo della divisione del potere liberale e comunista. Gli stessi ungheresi si ricordano ancora della fuga verso il confine austriaco sotto invasione delle truppe della Ddr, con Ceausescu che minacciò attacchi missilistici contro il Paese magiaro.

Il nuovo muro, secondo le fonti del governo di Orbàn, misurerà 175 chilometri e avrà un reticolato spinato alto 4 metri. Ma questo purtroppo non è l’unico muro della vergogna. Tredici anni fa l’Israele costruì un muro lungo 420 miglia per separare la Cisgiordania dallo Stato di Israele. Questa barriera, costituita da blocchi di cemento alti 8 metri, è stata dichiarata illegale nel 2004 dalla Corte dell’Aia.

Se si va a Cipro ecco la Green Line, segnata con pennarello verde sulla mappa di Cipro dai vertici della missione Onu, intervenuta nel 1964 per sedare le violenze tra le due comunità scoppiate dopo la fine del dominio britannico un anno prima. Il confine è lungo 180 chilometri e corre da Kokkina nel nord ovest fino a Famagusta nel sud ovest dell’isola.

India e Pakistan, entrambe potenze nucleari, sono separata da un muro di filo spinato che è stato potenziato nel 2003. La barriera copre almeno la metà dei 2900 chilometri di confine. Ufficialmente l’India l’ha voluto per combattere il terrorismo, in realtà si tratta di un mezzo per contenere l’immigrazione dal Pakistan, nemico storico.

Tra Messico e Stati Uniti ecco nel 2006 spuntare un muro, per contrastare l’immigrazione illegale, il traffico di droga e le violenze. Nel 2010 il presidente Obama, dopo innumerevoli polemiche sulla brutalità sulla polizia di confine, ha sospeso il potenziamento della frontiera puntando sulla tecnologia per pattugliare la frontiera. Il muro è tra i più lunghi al mondo e corre per 3.200 chilometri. E’ costato 2.5 miliardi di dollari. Secondo la Commissione messicana per i diritti umani, fino al 2011 più di 5.600 persone sono morte nel tentativo di attraversarlo.

A Rio de Janeiro è stato costruito un muro tra le zone ricche e le zone povere della città. In pratica questa recinzione evita che gli abitanti delle favelas possano sconfinare nei quartieri residenziali. Le barriere coprono 11 chilometri della città. Sono costate 17.6 milioni di dollari.

Nel novembre del 2013 anche la Bulgaria ha approvato la costruzione di una recinzione lungo tutto il confine con la Turchia per contrastare l’immigrazione dal Medio Oriente. Nel suo progetto definitivo la barriera dovrà essere lunga 160 chilometri. Nel settembre dello scorso anno è stato completato il primo tratto di 30 chilometri.

Tutto questo serve anche a rendere nota una triste pagina dell’attualità mondiale. Dal 1945 ad oggi, nonostante nel 1989 sia caduto il muro di Berlino, sono ancora 45 i muri eretti nel mondo e non solo in Europa per contrastare l’immigrazione e il flusso delle persone creando così chiusura, isolamento e violando i principi di unità tra i popoli voluti dalla comunità mondiale ed europea.