“Il rischio è quello di ritrovarci con un’emergenza sanitaria, come a Napoli”. A dirlo è il segretario generale della Fit Cisl di Messina, Enzo Testa, al termine dell’incontro tenutosi presso l’Ufficio Provinciale del Lavoro di Messina sulla vertenza licenziamenti dei 156 dipendenti della Gesenu. L’azienda, nel corso dell’incontro, ha ribadito la volontà di rescindere il contratto con l’Ato Messina 2 e di voler abbandonare il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, mettendo in mobilità i lavoratori, perché sostiene di essere creditrice di circa 37 milioni di euro da parte dell’Ato Messina 2 e non intende aspettare l’espletazione del nuovo bando di gara europeo.
L’Ato Messina 2 sostiene, invece, di non essere né in condizione di garantire i crediti vantati dalla Gesenu né nella possibilità di assumere alle proprie dipendenze di 156 lavoratori in atto in forza all’azienda.
“E’ collassato il sistema Ato Rifiuti – spiega Testa – Il problema nasce a monte. L’Ato Messina 2 non incassa la tassa sui rifiuti solidi urbani anche perché i Comuni non hanno approvato il piano tariffario e quindi gli evasori non possono essere perseguiti. A questo punto, il problema diventa politico e il rischio di un’emergenza sanitaria è concreto. È necessario che i comuni si attivino intanto per l’approvazione delle tariffe e, vista l’emergenza, per attingere al fondo di rotazione regionale per assicurare gli stipendi ai lavoratori e il regolare svolgimento del servizio di raccolta dei rifiuti per il periodo di transizione sino all’assegnazione del nuovo bando che dovrebbe avvenire in circa sei mesi. Come Fit Cisl abbiamo affermato come sia improponibile che la Gesenu lasci il servizio in questo momento. E abbiamo ribadito che, qualora la Gesenu abbandoni, l’Ato Messina 2 dovrà farsi carico di assumere i 156 dipendenti in atto impiegati dall’azienda”.