Proprietari del locale vietano l’ingresso a una non vedente accompagnata dal suo labrador. L’episodio reso noto dall’Unione ciechi locale. Carfagna “Alcuni comuni non rispettano ancora la legge”. Rocca (Cri): “Atto discriminatorio da condannare”
“Qui gli animali non sono ammessi”. Neanche quando si tratta di un cane – guida, che da anni accompagna una ragazza non vedente. L’episodio è successo in un bar di Treviso, lo scorso gennaio, ed è stato reso noto dall’Unione ciechi locale e raccontato dalla “Tribuna di Treviso”. La trentenne disabile, che lavora al centro della città, avrebbe dovuto pranzare nel locale con alcune colleghe di lavoro. Ma è stata bloccata dai proprietari, insieme Mayla, il labrador retriever, che la segue ovunque, perfettamente riconoscibile grazie alla pettorina con la croce rossa stampata sopra.
“Un gravissimo e inaccettabile comportamento discriminatorio”, commenta Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa (Ente nazionale protezioni animali). “I proprietari del bar hanno non solo dimostrato grande insensibilità – dice – ma anche una scarsa conoscenza delle leggi vigenti”. D’altronde, come ricordano dall’Enpa, la legge 37 del 14 febbraio 1974 parla chiaro: al privo di vista è riconosciuto il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane – guida. E i titolari che impediscano ed ostacolino questo diritto sono soggetti ad una sanzione amministrativa (che dal 2006, può arrivare fino a 2500 euro). “Insieme all’Unione Ciechi – continuano dall’Enpa – adotteremo tutte le iniziative opportune affinché persone non vedenti, oltre alla sofferenza per la loro condizione, non debbano subire anche la negazione di un loro diritto».
Una legge, a cui “non tutti i comuni si sono ancora adeguati – sottolinea il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna – e, per questa ragione, si verificano episodi spiacevoli come quello di Treviso”. “Un anno fa – aggiunge Carfagna – ho inviato una lettera all’Anci che, a sua volta, ha invitato tutti i comuni ad adeguare rapidamente i loro regolamenti: mi auguro che questo intollerabile episodio serva a velocizzare le loro decisioni”. Solidarietà anche dalla Croce Rossa: “Un atto di intolleranza e di discriminazione da condannare fermamente – sottolinea il Commissario straordinario della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca – Non avremmo mai voluto condannare un fatto di questa gravità: è impossibile pensare di dividere il cane-guida dal suo padrone con cui si sviluppa un rapporto simbiotico e di totale fiducia. Auspico che le Istituzioni si mobilitino per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione, per fare in modo che nessuno più limiti la mobilità di persone con disabilità”.