Ricordate l’area di cui abbiamo parlato in Amiantopoli? L’immensa area di oltre 20.000mq sequestrata alla mafia e divenuta discarica abusiva di Amianto a Mili Marina? Bene, su quell’area c’è un progetto di riqualificazione ambizioso ed innovativo, ecco in cosa consiste!
5 blocchi ed un unico obiettivo: Restituire quest’area alla cittadinanza, un area che attende di essere riqualificata sin dal 2002, anno in cui viene emessa la prima sentenza di sequestro, la vicenda giudiziaria si protrae tuttavia fino al 2008 (Sentenza della Corte di Cassazione) e, chiusasi la vicenda giudiziaria, ha inizio l’iter Amministrativo per l’affidamento al Comune di Messina che dura ben più dell’Iter Giudiziario: 8 anni, nel 2015 l’area viene finalmente data in consegna al Comune.
20.000mq all’interno di una zona povera di spazi ricreativi e con una forte densità abitativa, come ottimizzare al meglio un area così particolare? Densa di vegetazione, amianto ed un tubo per lo scarico di acque bianche? La soluzione è quanto mai ottimale, data la grandezza dell’area, essa viene suddivisa in 5 “blocchi”: Orto sociale; Arena e servizi ludici; Area a parcheggi; Oratorio e campetti multi-disciplinari; Area a verde al fine di rispondere, al meglio, alle maggiori esigenze del territorio.
L’Orto Sociale, esperimento inedito in città, sarà composto da 50 micro-lotti interconnessi tra loro da una rete di viottoli e serviti ciascuno da acqua e luce, si prevede inoltre un’area per il deposito degli attrezzi e un’area per spogliatoi e WC, oltre alla realizzazione di una zona da destinare a coltivazioni in serra e per agricoltura didattica da assegnare con apposita convenzione agli istituti scolastici presenti sul territorio. Due spazi saranno destinati ad attività di promozione e come punto di ristoro degli utilizzatori dell’orto.
Segue poi la realizzazione di un Arena destinata a manifestazioni (al fine di aumentare anche l’attrattività dell’area), di un area verde circostante arredata con giochi per bambini e di un oratorio parrocchiale gestito dalla locale Parrocchia di Mili, realizzando ambienti da destinare ai bambini ed alle famiglie, annessi all’oratorio si prevedono dei campetti per promuovere l’attività fisica dei bambini e dei ragazzi che prenderanno parte all’attività oratoriali svolte e promosse dalla Parrocchia. Immancabile poi la realizzazione di un parcheggio quasi d’obbligo per i fruitori dell’area al fine di decongestionare il traffico nella già ingolfata Via Nazionale di Mili Marina.
Un percorso ad anello garantirà il collegamento dei vari blocchi consentendo la mobilità interna e la fruibilità anche da parte di persone diversamente abili, l’anello avrà anche come scopo quello di permettere ai cittadini di poter fare attività fisica e di utilizzarlo dunque come pista per jogging e altre attività sportive all’aperto. Sono altresì previste misure di salvaguardia del terreno e delle opere a mezzo di opportune recinzioni, circuiti di illuminazione e di video sorveglianza e la presenza costante di custode e vigilante.
E adesso passiamo alla domanda forse più importante: quando verrà realizzato tutto questo? La parrocchia locale ed il Responsabile della proposta progettuale Geom. Letterio Oteri hanno più volte tentato di lavorare in sinergia con il Comune, ma i tentativi risultano difficili, vi era addirittura stata la possibilità di accedere ad un finanziamento Europeo ma il progetto non poté essere presentato perché non rientrante pienamente nei requisiti; Messina è piena zeppa di aree da recuperare, ha un eterno bisogno di soluzioni “su misura per la città e le per le sue esigenze” e quando tali soluzioni vengono trovate, pare che ci si scontri con un eterno empasse che rende difficile applicare le soluzioni tanto ricercate, la mancanza di sinergia tra Istituzioni e cittadini condanna interi territori a non veder la luce del recupero, le soluzioni innovative e risolutive come ben vediamo ci sono!! Perché allora non cooperare per ridare nuova vita a quel terreno ed una nuova possibilità a Mili Marina? Perché non valorizzare un terreno sequestrato alla mafia restituendolo ai cittadini? A queste domande , probabilmente, potrà rispondere solamente il tempo e l’impegno delle istituzioni, speriamo che ambedue non siano troppo tiranni e non condannino l’ennesima opportunità per Messina a rimanere un cimitero di amianto e rifiuti.