Di bidelli e di formazione

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Sono una collaboratrice scolastica, bidella, si diceva un
tempo. E si può dire ancora oggi. Non è un’offesa anche se la trovo una parola
in qualche modo antica e “cacofonica”.

E come un tempo, ma con più responsabilità e anche
soddisfazioni, sorvegliamo gli alunni (io lavoro con piacere alla Primaria), li
coccoliamo, li sgridiamo talvolta, li ascoltiamo mentre disinfettiamo le
sbucciature o hanno mal di pancia, e che mal di pancia!

Insomma, li accompagniamo, mai quanto i docenti, nel loro
percorso di crescita.

Ed è bello vederli crescere.

Alcuni alunni, preferisco sempre chiamarli bambini, hanno
difficoltà. Di varia natura e gravità.

Hanno bisogno di sostegno.

Un sostegno mirato, competente e che si deve adattare ad
ogni bambino/alunno che ne abbia bisogno.

I docenti, anche coloro che sono prevalenti e non in modo
specifico “di sostegno”, frequentano corsi di formazione . Oggi, come
la scorsa settimana, se ne è tenuto uno nella scuola dove lavoro. Come è giusto
e importante che sia.

Mi pongo però una domanda, che va in direzione dei
bambini/alunni con bisogni specifici, i collaboratori scolastici, che i docenti
affiancano nel loro quotidiano lavoro non dovrebbero avere loro stessi una
specifica preparazione?

Senza pretendere di equiparare il ruolo del collaboratore
scolastico a quello del docente, netta la distinzione fra le diverse
competenze, ma anche noi abbiamo bisogno di “sapere”,
“conoscere”, essere in grado di 
“sostenere” appunto e nel modo corretto.

Allora, tra le tante richieste che avrei da fare al Ministro
titolare del MIUR, di qualunque partito, movimento, coalizione faccia parte c’è
questa :  renda possibile formare il
personale scolastico che affianca i docenti, prepari noi collaboratori ad
affrontare le “fragilità”, le “diversità”. Arricchisca la
scuola utilizzando al meglio le risorse che ha a disposizione.

E non sono poche.

Cominci a valorizzare 
il quotidiano  lavoro di tutti
coloro che ogni giorno sono a scuola.

Con gli alunni, per gli alunni.

PER gli alunni.

Grazie Signor Ministro.

La collaboratrice scolastica Salaris.

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