La legge non c’è. Il Parlamento Italiano non riesce a scrivere una norma rispettosa dei diritti individuali e compatibile con la Costituzione. Dopo 15 anni di discussioni non è stato ancora approvato nessun provvedimento che rivendichi l’indipendenza dei cittadini nella scelta delle terapie. In particolare c’è chi non intende rispettare l’articolo 32 della Carta che prevede la non obbligatorietà del trattamento sanitario. Il 16 ottobre del 2007 una sentenza della Corte Costituzionale stabiliva anche i criteri per rendere possibile l’esercizio del diritto costituzionale di sottrarsi alle cure forzate.
Nelle more che una legge venga finalmente approvata in molti comuni è stata avviata una Campagna per il Testamento Biologico che chiede l’istituzione di un registro comunale telematico dove raccogliere le “dichiarazioni anticipate di trattamento”. Ovvero si rivendica il diritto per coloro che possono parlare e decidere, e anche per chi ha perso l’integrità intellettiva e non può più comunicare, di lasciare precise indicazioni sulle proprie volontà.
Tale inizativa è un modo per alimentare il dibattito e informare la gente che non conosce assolutamente nulla in proposito. Anzi c’è molta confusione in giro tanto che qualcuno pensa si tratti di donazione di organi o simili. Ecco questa la situazione che stiamo affrontando. A Messina quasi nessuno conosce l’attività che il Comitato promotore per il Testamento Biologico ha avviato da circa tre mesi. Su Facebook da subito un riscontro di quasi 700 adesioni all’evento. Molte donne, moltissimi giovani. Questo dato è sembrato oggettivamente significativo.E’ stata subito avviata una raccolta firme “porta a porta” che ad oggi ha prodotto circa 500 sottoscrittori. Da un lato molte richieste di informazioni, molte sollecitazioni per avere i moduli di raccolta delle firme, dall’altro il silenzio quasi totale di molte testate giornalistiche. Questo è il nodo. Solo in pochi hanno la possibilità di esercitare i propri diritti. Esiste una sorta di “bavaglio” che produce ignoranza che, a sua volta,genera immobilismo assuefazione,desistenza civile. La regola conoscere per decidere non deve valere.
A fine giugno vogliamo raggiungere l’obiettivo di 1000 firme da consegnare al sindaco di questa città per chiedere l’istituzione di un registro che possa permettere a ciascuno di dichiare “di che vita morire”. Si, questo è il vero e crudo problema, decidere, quando c’è la necessità, se essere sottoposto a terapie forzate oppure no. Decidere se completare il proprio ciclo vitale con dignità oppure no. Il Comitato Messinese per la libertà di ricerca scientifica continuerà nella mobilitazione che Luca Coscioni ,malato di sclerosi laterale amiotrofica, avvio nel 2002 con l’associazione che adesso porta il suo nome. Per info – 328 71 328 13 –
Saro Visicaro