I misteri del bilancio del Comune di Messina

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L’ex sindaco di Messina Renato Accorinti al momento del suo congedo ha lasciato nelle casse del Comune 51 milioni di euro: traguardo per nulla scontato se si considera che in passato la situazione è risultata non soltanto complicata ma talvolta addirittura opposta. In alcuni casi, infatti, si sono toccati picchi negativi con un passivo di oltre 50 milioni. Tutto è bene quel che finisce bene, allora? Così sembrerebbe, se non fosse per il fatto che la notizia ha da subito innescato polemiche, con accesi scambi di battute e interpretazioni diametralmente opposte. L’ex assessore allo Sviluppo Economico Guido Signorino ha parlato di “grandi passi in avanti” fatti nella gestione della cassa comunale durante i 5 anni di mandato accorintiano: secondo lui si è passati da una situazione fortemente deficitaria ad una condizione di “ordinaria tranquillità”. Un successo che ha permesso alla scorsa amministrazione di arrivare al passaggio di consegne con un avanzo di 51 milioni.

Il presidente uscente del Consiglio Emilia Barrile, invece, ha smorzato gli entusiasmi, sostenendo che la cifra sia solamente il risultato di un “contributo ordinario dello Stato”. Non un’impresa eroica, quindi, ma una consistente somma che ogni anno da Roma viene trasferita ai comuni. I problemi di Messina, secondo la Barrile, rimangono invariati, tanto quanto la situazione attuale che giudica di pre-dissesto.

Per fare un poco di chiarezza sulla situazione finanziaria dell’ente noi del «Carrettino news» abbiamo contattato telefonicamente Vincenzo Cuzzola, ex assessore al Bilancio del Comune nell’era Accorinti. Cuzzola vanta nel suo curriculum, tra le varie esperienze lavorative, l’essere stato dirigente del settore Finanze e Tributi e del settore Patrimonio di Reggio Calabria, aver curato i piani di riequilibrio finanziario dell’Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno e di comuni come Vibo Valentia. Si è inoltre occupato di sanare la contabilità economico-patrimoniale per i comuni di Catanzaro e Villa San Giovanni. Chi meglio di lui, dunque, può spiegarci in parole “spicciole” (ci sembra questo il caso di dirlo) questi 51 milioni a cosa veramente corrispondano.

“Quando io sono arrivato l’anno scorso, il Comune aveva anticipazioni di cassa ed era mediamente ancora a meno 50 milioni di euro. A fine anno chiudeva a meno 20. Ma cos’è l’anticipazione di cassa? È come il fido di banca che un’azienda o un professionista ha. Cioè, durante l’anno lavoro per pagare stipendi, collaborazioni e spese varie, quindi attingo al mio fido di banca. Quando incasso, quest’ultimo diminuisce. Da ciò si evince che parliamo di un aspetto finanziario di cassa e non di uno economico. Non ha nulla a che fare con ricavi e costi. In questo caso avendo accelerato l’anno scorso i tempi del bilancio, sia del preventivo che del rendiconto, noi siamo riusciti ad incassare nell’anno la liquidità che annualmente il Ministero ci trasferisce e parliamo circa di 80 milioni di euro. Questo ha fatto in modo che già verso novembre si arrivasse ad un saldo positivo di circa 30. Chiaramente poi, a fine anno abbiamo riscosso anche rate di IMU e altro, per questo si è arrivati ad un positivo di 50 milioni”.

L’ex assessore ha poi voluto precisare: “Questo saldo positivo è giustificato anche dal fatto che l’Ente è in piano di riequilibrio, quindi accantona delle somme che matura e che può spendere. Allora diventa evidente il fatto che se io incasso i tributi, però una buona parte delle mie entrate non le posso spendere perché per esempio devo accumulare mediamente 10 milioni di euro a fronte di contezioso che potrebbe sopravvenire, ho poi palesemente dieci milioni di cassa”.

Per i meno avvezzi al linguaggio economico, Cuzzola ha riassunto il discorso attraverso un esempio semplice ed immediato: “È come se io ricevessi dai mei genitori una regalia di mille euro al mese, ponendo come condizione che questa somma sia però utilizzabile solo in caso di vera necessità, o quando i miei figli abbiano raggiunto la maggiore età. È evidente che io comunque quei soldi li ho in cassa, quindi è ovvio che genero saldi di cassa positivi”.

La gestione degli ultimi anni del Comune di Messina ha generato saldi di cassa positivi in periodo di riequilibrio. Riequilibrio che è strutturale, dunque comprende entrate e uscite, ma anche di cassa con riscossioni e pagamenti.

“Da noi in Giunta è stato approvato solo il preventivo degli anni 2018/2019/2020. Ed è stato approvato poco prima delle elezioni, con la motivazione di evitare il commissariamento”. Una scelta quindi studiata e non indirizzata alla volontà di condizionare l’amministrazione entrante. Se è vero che il preventivo adottato ha una spesa rigida e decisamente poco elastica, è vero pure che si presta ad una ristrutturazione. “Rimodulando il piano di equilibrio ci saranno delle risorse spendibili ulteriori. Non siamo riusciti a trovare un rendiconto, ma non è un’inadempienza della Giunta quanto purtroppo di un apparato burocratico-dirigenziale che spesso tarda ad adottare anche atti minimi”.

Chiediamo allora all’assessore se sia per questo che i revisori dei conti, a cui sono stati affidati questi bilanci, lamentino la mancanza di allegati necessari all’approvazione.

“Immagino di sì”, risponde Cuzzola. “Il rendiconto per quanto riguarda l’ufficio finanziario era pronto da febbraio, tant’è vero che c’è una delibera di Giunta facilmente acquisibile che certifica il risultato di amministrazione ma anche il riaccertamento ordinario dei residui. C’erano due settori particolari quando sono andato via nei quali questo riaccertamento mancava ancora, Protezione Civile e Servizi Sociali. Altre notizie non le ho perché per il mio lavoro convergo in altri enti quindi perdo un poco di vista i numeri ma mai la città. Quella non la perdo di vista perché mi sono un poco innamorato di Messina”.

Considerando che si è da poco conclusa la sua esperienza in riva allo Stretto, abbiamo chiesto all’ex assessore, in ultima battuta, cosa voglia dire lavorare a Messina e soprattutto per Messina, e che ricordo porterà via con sé della città. Ovvero, di stilare un suo ultimo personale “bilancio dell’esperienza appena conclusasi: “A Messina mi sono trovato bene da tanti punti di vista: sono stato ben accolto non solo dalla giunta, che ovviamente mi ha chiamato, ma anche dalla città, dai dipendenti, dalla struttura”, ha risposto Cuzzola, e conclude: “È stato un anno e mezzo abbastanza entusiasmante che mi ha portato a rimanere legato affettivamente alla città e alle sue vicende. È rimasto un bel ricordo”.

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