“Bambini venite tutti all’Efraim”. L’invito arriva da Simone, nove anni uno dei tanti bambini che da settembre dell’anno scorso popola il mondo calcistico del centro cristiano Efraim. A chiarirci come è nato tutto mentre i ragazzi sono occupati tra slalom, skip alti e bass uno dei ragazzi che insieme a Fabio Zoccoli allena i ragazzi: “Oggi ho l’opportunità di trasmettere ad altri la passione che coltivo per questo sport -racconta Andrea Giacobbe– e in questo periodo di crisi è importante che si crei un’alternativa valida per quelle famiglie che non possono permettere di pagare rette onerose alle scuole private.
Con questo sport incominciano a mettere alla prova il loro fisico, certo loro vorrebbero evitare gli allenamenti e giocare sempre ma non è possibile scindere i due momenti”. Spirito di solidarietà e voglia di fare qualcosa di positivo nel sociale, sono quindi gli elementi che hanno spinto Fabio Zoccoli a lanciarsi in questa iniziativa. Prima infatti i ragazzi si riunivano in strada, nelle piazzette vicino casa o a Villa Dante dove costruivano le loro porte usando le pietre per delimitare gli spazi fra le porte come ci racconta Joshua, mancavano però l’erbetta sintetica, le divise e i consigli del mister. La storia di questi ragazzi però ricorda ancora una volta, quanto le istituzioni sono lontane dall’esigenze dei più piccoli come ha ci ha detto il consigliere comunale Nicola Cucinotta attento alle esigenze e alle problematiche delle zone periferiche della città: “Il nostro obiettivo è che i giovani abbiano un’alternativa alla strada. Nella nostra città mancano centri di aggregazione e il tutto succede con la latitanza delle istituzioni. Inizialmente questa opera doveva sorgere a Cristo Re ma non abbiamo trovato il favore dell’istituto. Disponibilità assoluta invece abbiamo trovato nella comunità cristiana Efraim che ha sposato subito il progetto. Grazie agli sponsor e all’impegno personale é partito tutto. I ragazzi stanno riscoprendo un nuovo modo di vivere la strada e questo ci inorgoglisce.
Molti ragazzi vivono in situazioni economiche disagiate e al di là della preparazione tecnica spesso i loro allenatori offrono anche un supporto psicologico. L’obiettivo comunque non si ferma qui, ma utilizzando sempre le finalità sociali ci auguriamo che qualche ragazzo esca fuori dai ghetti e diventi un talento. Saremmo davvero felici se l’amministrazione comunale ci volesse dare un contributo così da poter fare ancora di più di quello che è stato fatto, oggi possiamo contare solo sull’aiuto dei privati che ci stanno mettendo il cuore”. Tra i tiri in porta, i calci di rigore e le ammonizioni, il campo di calcio è un terreno dove si guarda lontano ai bambini che in Africa vivono ai limiti della sussistenza ed è qui che il racconto fattoci dal mister Zoccoli ci apre nuove sfumature: “Nei mesi scorsi i ragazzi hanno raccolto dei fondi per i bambini del Kenya, ma in generale noi destiniamo il cinquanta percento della quota di iscrizione che è pari a 15 euro alla comunità evangelica che ci ospita che investe queste risorse sempre per iniziative di solidarietà”.
L’iniziativa insomma che vede protagonista il calcio e i valori dell’altruismo convince sia perché permette ai ragazzi di riscoprire il valore della condivisione e perché rappresenta un’alternativa al mondo dei social che annichilisce il piacere del confronto faccia a faccia.