Un ragazzino dell’apparente età di circa 16 anni staziona da tempo l’incrocio fra il viale Giostra e il viale Regina Elena, vende fazzolettini e quant’altro è in uso a chi decide questa attività per guadagnare qualche spicciolo.
Sembra essere di origine magrebina, ma i sorrisi e la gioia che dispensava non hanno confini, occupava lo spazio dell’incrocio ogni mattina, da mesi. E’ carino, mai insistente, sempre ben educato e spesso, annunciato dai suoi capelli ricci in lontananza, stimola gli automobilisti a “cercare” uno spicciolino.
Finché un giorno, inizi di Agosto, percorrendo il viale giostra, all’altezza di uno dei chioschi che occupano i marciapiedi di quel miserabile luogo, composto da delinquenti vittime e carnefici di se stessi , vengo attratto da alcuni ragazzi che litigano urlando con veemenza; in realtà a urlare sono due giovani messinesi e il destinatario degli improperi è proprio quel ragazzino arabo, il quale però regge lo sguardo.
Dalle parole confuse che gli vengono indirizzate riesco a comprendere che ai qui delinquenti locali non è gradita la sua presenza al semaforo, le frasi che gli rivolgono sono ovviamente un mix di intolleranza razzista e desiderio di affermazione di una supremazia sul territorio, ma quello che fa imbestialire, sino all’eccesso, i due delinquenti locali è il modo fermo in cui il ragazzino fronteggia i loro sguardi, senza mostrare resa .
Ed ecco il coup de théâtre: il più alto e più arrabbiato dei due, sentendosi offeso per non aver ottenuto il “giusto” timore da parte del ragazzino decide di entrare nel chiosco fuoriuscendone con un ascia in pugno. A questo punto intervengo e convinco il ragazzino a allontanarsi. Ovviamente segnalo tutto alla vicina stazione dei Carabinieri.
Speravo che il tutto non avesse seguito e così tornato dalle vacanze, riprese le solite abitudini, torno a ripercorrere quotidianamente il viale Giostra ma, al semaforo non c’è più il ragazzino. Non pongo eccessiva attenzione al fatto, però quando dopo giorni continuo a non vederlo cerco di saperne di più, nessuno lo vede da settimane, mi reco quindi dai Carabinieri i quali laconicamente mi informano che “abbiamo fatto delle ricerche ma il ragazzo risulta irreperibile”
IRREPERIBILE, cosa vorrà mai dire ?
Non voglio immaginare nulla, continuo a cercarlo a ogni incrocio così come fra le baracche abitate dai suoi connazionali, prima o poi ne avrò notizie