I
colpevoli oggi sono i Dirigenti del Comune di Messina, rei di non aver risposto
ad un atto d’interpello e richiedenti nuovi
criteri di “pesatura” di fronte al riassetto della macchina
amministrativa.
Non si è
ancora raffreddata la Sentenza di assoluzione di Cateno De Luca, Sindaco di
Messina, per la vicenda processuale del sacco di Fiume di Nisi, che con un
nuovo video postato sulla sa pagina FB lo stesso ritorna ad attaccare la
macchina amministrativa del Comune che “amministra”.
Sembra quasi Salvini che ad agosto ha sfiduciato i Ministri del Conte 1 senza rendersi conto di sfiduciare se stesso.
Allo stesso modo, dopo un anno, non si può sempre continuare a buttare fango sulla macchina amministrativa del Comune di Messina, usare la gogna mediatica di FB contro dipendenti, lavoratori, dirigenti e amministratori, senza rendersi conto di essere il primo amministratore della città. Come Sindaco non si può continuare a dire che è sempre colpa degli altri se le cose non vanno. Basta trovare capri espiatori o presunti colpevoli e inizi ad assumersi le proprie responsabilità.-
Per
ritornare alla vicenda odierna, dobbiamo precisare cosa s’intende con il
termine pesatura delle posizioni dirigenziali. Essa è il parametro a cui
fissare una parte dello stipendio Dirigenziale negli enti locali. E’ una
forchetta economia tra un minimo ed un massimo da dividersi in 13 mensilità di euro
lordi. Un parametro che tiene conto del peso del dipartimento che si dirige. E’
ovvio che l’Avvocatura di Ente Locale “pesa” di più del Dipartimento Statistica
dell’Ente e che quindi tra i due dirigenti vi deve essere un “peso” diverso.
Sappiamo,
anche perché De Luca c’è l’ha propinato in tutte le salse e composti, che il
Comune di Messina il primo d’ottobre dovrebbe procedere alla sua
riorganizzazione e passare da 23 dipartimenti a 9- Già circolano i nomi degli
esuberi dirigenziali e di coloro che applicando la quota cento saranno in
pensione.
In
questo contesto De Luca il 4 di Settembre manda un atto d’interpello ai
dirigenti per sapere se avessero delle aspirazioni o preferenze tra i vari
Dipartimenti. Questo anche per evitare di passare per il solito decisionista
che comanda un Dirigente in un posto e decide di fare e strafare per gli altri
posti senza interpellare nessuno-
Tutto si sarebbe aspettato ma certo non lo schiaffo del silenzio che ha ricevuto.
All’atto d’interpello hanno risposto solo due Dirigenti di “peso” minore. I grossi e “pesanti” come: Di Leo (Ragioneria), Amato (Lavori Pubblici), Giardina (Avvocatura), De Francesco ( Dirigente e Vicesegretario) e gli altri, si sono affidati ad una nota Sindacale con la quale richiedevano la revisione della graduazione dei Dipartimenti e quindi della pesatura Dirigenziale.
La
reazione è stata immediata e furente ed il video postato nella sua pagina FB è
sicuramente diverso dall’altro video che lo vede assolto e con il rosario in
mano.
Da parte
nostra riportiamo una recente sentenza del Tar dalla quale emergerebbe, ex
adverso, che l’unico caso in cui si può passare ad una nuova pesatura dei
profili Dirigenziali è proprio quello nel quale l’Ente Locale procede alla
riorganizzazione della macchina amministrativa
“L’obbligo
della modifica della duazione degli incarichi dirigenziali matura unicamente
nel caso in cui lo stesso sia stato oggetto di una revisione. L’ente che dà
corso ad una revisione della graduazione di tali incarichi non si deve dare
corso alla comunicazione di avvio del procedimento. L’eventuale contenzioso
appartiene alla competenza del giudica amministrativo e non di quello
ordinario. Sono queste le più importanti indicazioni contenute nella sentenza
breve del TAR
dell’Emilia-Romagna, sede di Bologna, Sez. I, n. 691 del 4 settembre 2018.
La
seconda indicazione è che si deve escludere la necessità della revisione della
graduazione per un settore nel caso in cui “le sue attribuzioni non erano
modificate dalle nuove scelte organizzative per cui la pesatura della
complessità della funzione direttiva e l’entità dei compiti svolti non mutavano
rispetto al passato”.
@ Pietro
Giunta