Il Decreto Ministeriale – Ministero dei Lavori Pubblici 14 giugno 1989, n. 236 intitolato “Prescrizioni tecniche necessarie a garantire l’accessibilità, l’adattabilità e la visitabilità degli edifici privati e di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e agevolata, ai fini del superamento e dell’eliminazione delle barriere architettoniche“, è un traguardo molto importante raggiunto dal mondo della disabiltà in Italia.
In questo D.M., oltre a descrivere minuziosamente le misure degli interventi in materia, viene definito il significato di “barriera architettonica”.
Per barriere architettoniche si intendono:
- gli ostacoli fisici che sono fonte di disagio per la mobilità di chiunque ed in particolare di coloro che, per qualsiasi causa, hanno una capacità motoria ridotta o impedita in forma permanente o temporanea;
- gli ostacoli che limitano o impediscono a chiunque la comoda e sicura utilizzazione di parti, attrezzature o componenti;
- la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.
Quando si parla di barriera architettonica viene subito in mente l’ostacolo fisico che impedisce la mobilità della persona disabile es.: marciapiede o scalino senza lo scivolo, o scale senza ascensore, ecc.. Infatti la barriera architettonica è un ostacolo strettamente connesso al concetto di “accessibilità”.
Però vi è un altro tipo di barriera architettonica che fa difficoltà a rientrare nell’immaginario collettivo,cioè non lo si reputa come un ostacolo limitante la libertà di movimento.
E questa è la definizione di barriera che è al punto c).
Nella nostra città, è sotto gli occhi di tutti, siamo abbastanza indietro nell’abbattimento delle barriere architettoniche sia negli edifici privati che negli edifici pubblici o aperti al pubblico.
Le cause di questa, diciamo disattenzione, sono molteplici e, reputo, inutile e sterile fare un’analisi sociologica sul problema.
Noi di Senza Barriere, vivendo in questa città e muovendoci tra i meandri degli uffici pubblici messinesi, abbiamo notato che alcuni, una piccola minoranza, hanno adeguato i propri locali alle normative esistenti in materia di abbattimento di barriere architettoniche.
Però non c’è alcuna segnalazione che indichi il percorso per giungere all’ascensore!
Edifici come il Tribunale, la Camera di Commercio, la Provincia, ed altri, hanno adeguato i loro palazzi all’accessibilità dei disabili ma chi lo sa? e soprattutto dove sono le entrate per i disabili?
Nino Fiannacca