La lettera dei toelettatori d’Italia: “necessità, non estetica!”

l'appello dei toelettatori sui social
l’appello dei toelettatori sui social
– Pubblicità-

Accogliamo l’appello dei numerosissimi toelettatori d’Italia che da giorni chiedono a Regioni e governo centrale di essere compresi tra le attività che potranno riaprire il prossimo 4 maggio. 

Nonostante le ripetute richieste infatti, le varie prefetture hanno risposto con il silenzio. Inutili le pec, gli appelli e le richieste effettuate dai toelettatori italiani che, come da molti sottolineato, si sono rivelate completamente inascoltate. Neanche un “no” quindi. Solo silenzio.

Dopo il lancio della petizione on-line e la mobilitazione di alcuni deputati di diverse appartenenze politiche, sembra pian piano diffondersi il concetto alla base della protesta.

La toelettatura è un’attività di fondamentale importanza sotto il profilo igienico sanitario. Non vezzi dunque, o vanità da gara di bellezza. Si parla della salute di cani e gatti, esseri viventi ormai socialmente identificati. 

Non è vanità! Ma necessità!

I social letteralmente esplodono di post e gruppi organizzati da toelettatori che puntano a sensibilizzare cittadini e governanti sul tema della necessità sanitaria di una riapertura delle attività. 

Vogliamo riportare una lettera giunta alla redazione da un gruppo di circa 7000 toelettatori da tutta Italia, le cui richieste ufficiali non sono state considerate degne neanche di una risposta.

La lettera dei toelettatori d’Italia

A tutte le spett.li Prefetture, gli Egr.gi Prefetti e a tutte le Autorità competenti

Chi Vi scrive è un gruppo di circa 7000 toelettatori professionisti da tutta Italia che, con la presente, desidera renderVi a conoscenza di quella che è una situazione per noi ormai fin troppo problematica, se non insostenibile. 

Abbiamo tutti inoltrato personali richieste alle rispettive Prefetture, senza ricevere alcuna risposta.

Confidiamo, quindi, in un cambio di atteggiamento.

Nel pieno rispetto delle disposizioni ministeriali in tema di contenimento della diffusione del virus Covid-19, ognuno di noi ha limitato la propria attività all’esclusiva vendita dei prodotti alimentari e per la salute degli animali. Abbiamo quindi interrotto la nostra attività di toelettatura per animali perché, nonostante costituisca la maggiore fonte di introiti, comprendiamo come i nostri sacrifici di oggi, come quelli di tanti altri colleghi commercianti, possano accorciare i tempi che ci separano dal momento in cui tutto questo potrà essere solo un drammatico ricordo. Chi di noi, invece, poteva contare sulla esclusiva attività di toelettatura, si trova ad oggi senza alcun tipo di introito. Al contrario, deve provvedere al pagamento dell’affitto dell’attività, oltre alle varie utenze che, a differenza del nostro lavoro, non hanno subìto alcuna interruzione!

Non vogliamo far polemica sul fatto che il lavoro delle persone è considerato elemento “interrompibile”, mentre il pagamento delle utenze e degli affitti no. Ma vogliamo semplicemente che quanto è permesso ad altri commercianti (ad esempio ferramenta e librerie) possa essere concesso anche a noi toelettatori.

Abbiamo tutti fatto richiesta alle Autorità competenti, ma non abbiamo avuto nemmeno una risposta. Non ci è stato detto “no”. Non ci avete nemmeno risposto.

Forse il benessere e la pulizia degli animali domestici non vengono considerati come problematiche degne di attenzione. Vogliamo credere che la poca conoscenza di alcune razze e patologie faccia credere che non lavare il proprio cane per 2 mesi non costituisca alcun problema. Scriviamo la presente proprio per informarVi che non è così.

Alcune razze di cani, come ad esempio i maltese o gli yorkies, non hanno sottopelo e necessitano di conseguenza di bagni frequenti. Il pericolo non è solo quello degli odori indesiderati (anche se sfidiamo chiunque costretto in casa per due mesi, con lo stress che ne deriva, a sopportare l’odore di cane sporco in un monolocale), ma anche quello dell’insorgere di malattie della pelle.

Alcuni cani che soffrono di patologie epidermiche necessitano di bagni frequenti per permettere una corretta guarigione.

Se il cane è abituato a bagni frequenti, inevitabilmente soffrirà per l’accumulo di sebo sull’epidermide, con conseguente possibile desquamazione della stessa dovuta a “grattatine” che da semplice routine quotidiana si trasformano in veri attacchi di rabbia e nervosismo.

Non dimentichiamoci che la nostra attività non si limita al solo bagnetto (servizio che risulta, lo ripetiamo, indispensabile soprattutto per padroni non più giovanissimi), ma ci occupiamo anche di rasature e cura delle unghie degli animali domestici. Un cane da appartamento soffre con le unghie lunghe. Possono verificarsi episodi di infezioni dovute al naturale istinto di rosicchiare le unghie troppo lunghe perché provocano, appunto, fastidio. Graffiano i parquet e i pavimenti dei proprietari.

E che dire dei bambini? La maggior parte dei bambini che vivono con animali domestici passano la loro quotidianità con loro. Li abbracciano, spesso dormono con loro. Pensiamo anche alla salute dei nostri bambini quando provvediamo alla pulizia degli animali domestici!

Non è una questione legata a vezzi. E’ un’attività ben diversa da quella di estetisti e parrucchieri. Non parliamo, infatti, di estetica. Parliamo di salute dei nostri animali!

Non chiediamo una riapertura h24. Né una riapertura 7 giorni su 7.

Sarò nostro interesse rispettare le regole imposte a tutti gli altri commercianti che hanno ottenuto il permesso alla riapertura.

Ci impegniamo ad operare esclusivamente sotto appuntamento (come avviene già regolarmente), di sanificare dopo ogni intervento (cosa che già facciamo sempre) e nei giorni che Queste Spett.li Prefetture vorranno assegnarci. E’ inoltre doveroso sottolineare come la nostra attività possa considerarsi come assolutamente in linea con le disposizioni per il contenimento dell’epidemia. Oltre a lavorare esclusivamente sotto appuntamento, infatti, il nostro contatto è unicamente nei confronti dell’animale. Con i proprietari il contatto si limita alla “consegna” dell’animale prima e dopo il trattamento. I contatti sono dunque limitati più che in ogni altra attività commerciale. In altre parole, è maggiore il contatto tra cassiere del supermercato e cliente che tra toelettatori e proprietari di animali!

Gli animali sono ormai a livello sociale riconosciuti come membri della famiglia.

Se a una mamma è permesso di andare a comprare un vestitino per il figlio, pur potendo comodamente ordinare online il prodotto desiderato, perché una padrona non può portare il proprio cane sporco e maleodorante, o malato di dermatite, o con le unghie talmente lunghe da rigare il parquet, a farsi curare da un professionista? Sì, parliamo di cure. Non di vanità!

Non vogliamo altro che poter svolgere il nostro lavoro, nel pieno rispetto delle regole e di tutte le limitazioni che questo drammatico momento impone.

Confidiamo e speriamo in una risposta. Finora ci avete negato perfino quella.

 

– Pubblicità-