Anche la Sicilia ha detto si alla cannabis a scopo terapeutico: la giunta siciliana, su proposta dell’assessore regionale alla salute Lucia Borsellino, ha infatti approvato una delibera per legalizzare la marijuana a scopo medico, dando il via alla sperimentazione. “La giunta ha approvato una delibera con la quale si dà mandato all’assessore alla salute, Lucia Borsellino, perché provveda a predisporre i provvedimenti necessari ad assicurare la possibilità dell’uso terapeutico dei cannabinoidi nelle strutture sanitarie accreditate, pubbliche e private. Il provvedimento nasce sulla base delle modifiche legislative italiane in merito all’uso della cannabis, ma anche da più sentenze che hanno riconosciuto a diversi malati la copertura terapeutica con tale sostanza”, così si legge nella nota diffusa alla stampa dalla Regione Sicilia.
La delibera arriva dopo oltre un anno dalla presentazione di due disegni di legge, praticamente uguali, rispettivamente depositati da Fabrizio Ferrandelli del PD e da Giancarlo Cancelleri del Movimento 5 Stelle. Il disegno di legge per la modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche era stato voluto dal diversi malati che richiedevano parità di trattamento anche per i residenti in Sicilia.
La Sicilia, dunque, si adegua al vento di cambiamento in materia di terapie del dolore e cure palliative per patologie come il cancro o la sclerosi multipla, sulla scia di quanto avvenuto in Toscana e in altre Regioni Italiane che hanno compiuto un grosso passo in avanti sotto questo punto di vista.
Abbiamo contattato Giampaolo Grassi, primo ricercatore del CRA (Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura) di Rovigo, che da parecchi anni spiega quelli che potrebbero essere i vantaggi economici di un ritorno alla coltivazione della canapa: “Appena ho appreso che la Sicilia ha dato l’ok alla legalizzazione della cannabis a scopo terapeutico sono rimasto molto contento, è una bella notizia, un grande passo in avanti compiuto dalla Sicilia, sulla scia della Toscana e di altre Regioni Italiane – dichiara il ricercatore Giampaolo Grassi, intervenuto ai nostri microfoni – E’ una vera e propria rivoluzione, anche per combattere le lobby delle case farmaceutiche. La cannabis si può utilizzare soprattutto per alleviare il dolore nei malati terminali, ma non solo, al CRA di Rovigo studiamo da anni gli effetti della canapa e i risultati ottenuti confermano le nostre teorie. Attualmente un malato terminale che si cura con farmaci di questo tipo spende ben oltre 750 euro al mese, perché deve rivolgersi al mercato estero o, ancor peggio, al mercato nero. Producendo questi farmaci in Italia, i costi si ridurrebbero di circa due terzi, e parte della criminalità organizzata potrebbe essere sconfitta, anche se per questo ci vuole del tempo. E’ la burocrazia che deve snellirsi, le autorizzazioni dovrebbero essere molto più semplici e veloci, ma pian piano stiamo facendo passi in avanti”.
La canapa, secondo studi americani, avrebbe anche un’efficacia sperimentata nel fermare gli effetti neurologici e gli spasmi muscolari che derivano dalla sclerosi multipla. In questo senso, i cannabinoidi potrebbero sostituire i farmaci tranquillanti ad alte dosi, ed in particolar modo potrebbero proteggere i nervi dalle lesioni causate da questa malattia fortemente debilitante e, molto spesso, mortale. L’ospedale pugliese di Casarano, ad esempio, nel 2011 ha consentito che la cannabis venisse utilizzata in terapie mediche proprio per i malati di sclerosi multipla.
Pareri contrari giungono dai responsabili dei vari SerT (Servizio Assistenza per i Tossicodipendenti), che vedono in questo decreto un primo passo verso la legalizzazione anche per uso ricreativo. Timori ingiustificati, probabilmente, se pensiamo che da anni sono legali i farmaci a base di oppiacei, ma non lo è l’eroina. Attenzione, comunque, a non creare false illusioni e a non mandare messaggi errati, come afferma anche il ricercatore Giampaolo Grassi: “In Italia, purtroppo, c’è sempre stata una cattiva informazione riguardo gli effetti delle droghe, pesanti o leggere che siano, i più giovani, sentendo parlare di una pianta utile e benefica, potrebbero erroneamente pensare che anche per l’uso ludico ci siano vantaggi. Nulla di più sbagliato – continua Giampaolo Grassi – La mia speranza? Che tutti i malati possano avere la possibilità di curarsi. In questo momento i medici conoscono l’efficacia della morfina e non quella dei cannabinoidi, dunque prescrivono la morfina. Vorrei fornire alla classe medica il maggior numero di strumenti e di informazioni utili per fare meglio il proprio lavoro, senza doverli costringere a dire ai pazienti che non sanno come trovare una soluzione per il loro problema o dolore. La Sicilia, in tal senso, ha fatto un grandissimo passo in avanti, e preso potrebbero esserci ulteriori sviluppi. Mi auguro che anche le altre Regioni Italiane possano seguire l’esempio della Sicilia”.
Fabrizio Bertè