La società dell’anima 

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Quando il perché abita il pensiero, é segno del vuoto della vita. Così, l’Uomo, piegato in due, cammina vuoto per le strade assieme ad altri migliaia di vuoti che sfregiano la sua mente e ridicolizzano il suo essere. In quella costrizione, ove nati abbiamo imparato a farne un abitudine, c’é il limite della vita, il confine dell’Uomo stesso.

L’Uomo da entità autonoma a automa ignaro, vive una vita non sua, di cui sporadicamente, si spoglia, per rimanere nudo, o rivestirne altre. Come un vestito alla moda, come semplicemente una cosa da indossare. Così come le domande sono ricorrenti in noi, così lo sono le risposte. Ma la differenza fondamentale, é che le risposte sposano i nostri contorni ed i nostri contorni son sempre tracciati per noi. per ricavarne il meglio. nasco, cresco, e vivo, in base a delle leggi scelte per me.

Vite indirizzate mentre autonome, esistenze allontanate col nazionalismo e la ricchezza. In un sorriso c’é più di quanto l’Uomo abbia voluto ammettere, nell’Uomo, c’é meglio di ciò che oggi siamo.

Il tempo é sporadico. Dura il tempo di una vita per tutti noi, il tempo di una strada percorsa, poco importa dove si arriva, conta di più come si arriva. Il pensiero dell’Uomo non é condizionato ma disperso, viaggia nella frenesia e non sa trovare pace perché incapace di assimilare tutto ciò che la società ha creato. Il tempo a se stessi viene negato ed i piaceri piccoli spariscono per lasciar posto alle grandi emozioni.

Nella sua evoluzione, l’Uomo non ha fatto altro che dividersi in grandi gruppi, probabilmente per sopravvivere in un primo momento, ma molto presto, ha introdotto e regolarizzato lo sfruttamento dell’Uomo sull’Uomo. Siamo contenuti in una teca da dove mostriamo la nostra forza. Il lucente é sinonimo di modernismo, ma il grezzo sposa l’occhio e rallegra l’anima.

Vorrei avvicinarmi al vivo, a ciò che contenuto all’interno di ognuno di noi rappresenta la vita, vorrei ricongiungermi in modo naturale e spontaneo, come un Uomo. Chiediamo ai bambini di temere chi incontrano per strada, ma ci dimentichiamo che siamo anche noi riversi nelle strade. Abbiamo paura degli altri, ma non ci chiariamo mai cosa pensano gli altri di noi stessi.

Il sorriso dello sconosciuto per strada ci fa paura, la nostra ombra ci fa temere nelle buie strade, confidiamo nella polizia anziché in noi. Non vogliamo morire. Perché non siamo vissuti. Il sorriso che affiora dall’anima, é la speranza. Se la vita é un tratto da percorrere, l’Uomo lo ha disseminato di scorie nucleari, di lucchetti e filo spinoso, fregandosene del futuro di chi arriverà.

Se noi non possiamo camminare liberi nel mondo, i nostri figli dovranno farlo con le maschere e le tute anti-contaminazioni. Non si tratta di una previsione futuristica, ma di una semplice conseguenza della passività umana.

L’unica cosa certa, é che se tutti avessero le stesse possibilità, non ci sarebbero resse, ne tantomeno messe. la vita si svolgerebbe su terra ed i dieci comandamenti diventerebbero inutili assieme ai testi sacri del corano. La bibbia non é altro che invocare l’equità, e purtroppo la promessa di un mondo migliore.

I nostri sensi si annebbiano con la tecnologia, le nostre forze si perdono nell’inattività, e la nostra mente si chiede il perché della depressione. L’odore stesso della terra viene rimpiazzato da quello dei gas, le case sono sempre più piccole e meglio chiuse, i televisori sempre più piatti e grandi, le speranze, sempre più vane. Non esiste futuro senza rivendicazioni, ma per averne, bisogna capire.

Ouango K judicael

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