Una bibliocabina ed un presepe, entrambi simbolo di cultura e civiltà, ambedue vandalizzati e distrutti, accade a Piazza del Popolo (ora Piazza Lo Sardo) e Zafferia durante le festività natalizie
Basterebbero queste due foto a dare immagine di una città che non ha più controllo di se stessa, ma no, non bastano e non possono bastare, sopratutto se queste notizie, oramai ” non ci fanno ne caldo ne freddo”.
Quanto accaduto è gravissimo, nel giro di due notti la malata ed incontrollata ineducazione cittadina ha colpito, con spavalderia, due oggetti pregni di Cultura: la Bibliocabina che, per l’ennesima volta, è vittima di attacchi di questo tipo, ed il tradizionale e storico presepe messo su, con non poca fatica, dalla Parrocchia di Zafferia. Ma non serve essere disonesti con sé stessi: ogni giorno, in questa città, in ogni angolo si respira quell’aria pesante di arrogante impotenza, impotenza nell’essere capaci di avere un educazione civica che indirizzi al rispetto, impotenza nel comprendere la “cosa pubblica” e la collettività, annegando nell’egoistica strafottenza di chi non guarda ad altro che a se stesso ed al proprio vuoto ego.
Questa è Messina, città nobile decaduta e caduta in un vortice senza uscita e di cui è ormai vittima impotente, città dalle mille occasioni perse e dai “cambiamenti” tanto sperati ma mai voluti; voglio pensare che gli stupidi gesti sopra siano stati fatti da “ragazzetti”, non che mi sorprenderebbe se fossero Messinesi dalla fascia d’età diversa, ma ciò è esemplificativo di una generazione Peloritana pienamente fallimentare nello svilupparsi, e ciò diviene palese nell’educazione trasmessa alla prole, che anziché costruire distrugge, eppure sarebbe bastato un pizzico di rispetto verso i libri, verso la cultura, verso i sacrifici del Lavoro altrui messo a disposizione di tutti e verso le Tradizioni.
Ma di cosa ci lamentiamo poi se, i primi ad ignorare ciò, sono i nostri rappresentanti Politici? Proprio quella Politica che dovrebbe indirizzare le popolazioni verso il meglio, finisce invece per trascinare sempre più nel baratro una cittadinanza già massacrata socialmente, e mi preme sottolineare “cittadinanza” e non città perché qui è di persone che si parla, il solito luogo comune “Messina ha tutto, il problema sono i Messinesi” è quanto di più vero possa esserci, sopratutto nella sua classe Politica, una classe Politica che ignora (proprio come nel caso della Bibliocabina e del Presepe) la cultura ed atti di vandalismo assecondandoli in un assordante silenzio come se ormai fossero parte del “quieto vivere” cittadino, in barba ai doveri umani, democratici ed istituzionali di tutela della Cultura e dell’educazione alla collettività, doveri fondamenti per una Giunta Comunale al momento, sotto questi punti di vista, latitante ed assente, e non che questo sollevi dalle responsabilità il Messinesi medio, anzi, ne ha una in più avendo lui eletto codesta classe Politica.
Messina manca di una guida, Messina manca della convinzione al non volersi rassegnare, Messina manca di quel concreto “vento nuovo” contemporaneo che insegna che il benessere collettivo ed il vivere come comunità risultano vantaggiosi per tutti.
Messina necessita di coraggio, quel coraggio nel non “girarsi dall’altro lato”, quel coraggio che ci spinga ad uscire dalle nostre “sicure abitudini”, quel coraggio di essere umili e rivedersi, quel coraggio di restare e lavorare su se stessi e sulla città intesa come insieme di diversi spaccati, tra loro forse troppo divisi, Messina necessità di guide popolari sicure e che lavorino per la città, trovando soluzioni sotto tutti gli aspetti: Economici, Strutturali, Organizzativi e, di concerto, Sociali.
Decidiamo noi la città dell’oggi e del domani.