Monologo di periferia (parte prima)

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Che poi a me, a me personalmente, la mafia mi ha fatto più bene che male. Dico così perché – magari qualcuno si incazza – non è che la mafia può fare solo bene, perché quello è solo il Padre Nostro che lo fa, ma almeno che si da fare per noi. La verità dico, sta mafia – che poi è un nome come un altro per chiamare ai miei cugini, ai miei vicini di casa, ai miei amici, a quelli che mi offrono da bere quando che mi incontrano per la strada – dico, sta mafia, che tutti sparlano nella televisione, che dicono che fa schifo, che è schifosa, che tutti sono contro di lei…sta mafia, chi ci fici? Che gli ha fatto a loro? Ai politici che gli ha fatto, che si lamentano sempre? che ne so io, a questi politici che sono bravi solo a sparlare, ca prima un fannu un cazzo e poi ci fanno le ramanzine ai mafiosi, gli ha fatto sempre bene la mafia, sempre che li ha aiutati e protetti, come ci aiuta e protegge a tutti, nei limiti di quello che può fare. Ma anche se così non è, anche se i politici s’affruntanu a diri ca a mafia alla fine ci piaci! Anche se la mafia dice che fa schifo, che certe volte pure ammazza e rapina, di sicuro è l’unica che fa qualcosa per vero, qualcosa di buono. Parra, certo, si vanta, come gli altri, ma a differenza degli altri, a mafia i cosi i fa vieru. Parra a mafia, puru idda parra, non di più né di meno dei politici, ma intanto fa stare bene a noi e a loro pure. Però, ogni momento, ogni giorno, sempre, sempre ci sono delle manifestazioni, dei cortei, delle telecamere che ci parlano contro alla mafia, e mai che fanno sentire chi invece pensa che la mafia è buona, che la mafia forse fa anche cose sbagliate, ma se fai tante cose è possibile che qualcuna ti riesce male, e se fai tante cose, poi non è giusto che arriva qualcuno che ti deve impedire di farle queste cose, che si deve immischiare, perché poi quelli che si immischiano non è che fanno altre cose, un fannu nienti. Che poi se fai, come la mafia fa, tante cose buone per gli altri, pure qualcosa per te te la devi fare, e poi quando la fai si immischiano, e poi quando si immischiano sappiamo quello che succede. Perché è giusto, non è che prima ti fanno fare tutte le cose per gli altri e poi, poi quando ti prendi un poco per te, allora si incazzano, si immischiano i politici, gli sbirri, che prima non fanno niente e poi fanno gli scarti cu tia, che mentre loro si facevano i cazzi loro tu aiutavi il popolo dalla fame, ci davi il lavoro, ci davi le case – insomma, tutte cose che poi arriva lo Stato, e te le leva; a mafia ti i duna, e u Statu ti i leva. Se non c’era la mafia, io qua non c’ero, dico la verità. Io ero morto di fame già, oppure ero in carcere, come a mio fratello. Rubava autoradio con quattro amici suoi, non con la mafia, lui era solo un caruso che doveva mangiare in qualche maniera. La mafia non l’aveva potuto aiutare, fra tutte le persone che aiuta ogni giorno, ma ci stava provvedendo, ci stava pensando a mio fratello, gli stava trovando un lavoro a me frate, che me frate, mio fratello, avi un figgi picciuru, c’ha una moglie mio fratello, e dovevano mangiare, non è che dovevano fare i ricconi, come i consiglieri comunali, ma dovevano campare in qualche maniera. Quando alla fine gli sbirri lo hanno preso a me frate, l’hanno incocciato mentre apriva una macchina e l’hanno attaccato. Ora è dodici anni che sta all’ucciardone, all’ucciardone sta, in una stanza grande quanto uno sgracchio assieme ad altri sette cristiani. Che poi l’ucciardone è pure un carcere di Stato mi hanno detto, e io ho pensato che se i carceri li faceva la mafia, magari erano meglio, più comodi, più tranquilli, che magari lo potevo andare a trovare ogni giorno a me frate, no come ora! Non è sicuro, ma peggio dell’ucciardone non ci può essere niente, i cristiani ci muoiono dda intra dello schifo che c’è. Ora a mia cognata, a mio nipote, chi è che ci pensa? Non è che ci pensano gli sbirri! Non è che ci pensavano gli sbirri, mentre attaccavano a mio fratello, che potevano attaccare un padre di famiglia che ci voleva solo dare da mangiare a suo figlio! A chiddi un ci nni futti nienti! A quelli niente gliene fotte che ora mia cognata fa l’arrusa in via Lincoln, pi campari a so figghiu! Chi si fa inculare tutta a sira ri i megghiu maniaci i palermo! Agli sbirri, ai poliziotti, non glene fotte niente di nessuno, solo della loro famiglia, delle loro mogli, dei loro figli. E poi fanno bum, e nuatri amu a chianciri! Saltano in aria e tutti che ci fanno la solidarietà! A me frate cu c’ha fici la solidarietà? Solo i magnacci ca ci vardano a Marisa, sua moglie, c’hanno avuto un po’ di pietà di lui! E i politici, minchia… i politici fanno i bravi loro, ogni volta chi cìè i manciari ti cercano, ti vengono a casa, ti regalano i telefonini, ti regalano i scaippi Hogan, ti fanno i sorrisi, ti salutano, ti ringraziano, ti dicono che ti trovano il posto! Unni vo tu, ti dicono! Alle poste, all’AMIA, all’AMAT, chi i cooperativi! E poi? Poi tu gli dai il voto, ti fidi, ti fidi i sti figghi i pulla, e loro scompaiono! Se non salgono ti dicono che non li hai fatti salire tu, se salgono ti dicono che ora ci pensano, ora ci pensano, e poi si scordano. Ma tu non te lo scordi di mangiare, ma ormai sono cazzi tuoi, tanto poi tornano e ti dicono sempre le stesse cose, e siccome del lavoro tu ci hai di bisogno, ci credi! Ci credi e li voti di nuovo! Io mi accontento del pacco di pasta, del telefonino…delle Hogan no, non mi piacciono! Al lavoro ci pensa la mafia poi, quando può. Le liste d’attesa ci sono pure là, ma c’è più giustizia! C’è più umanità! E il tuo lavoro è sicuro che lo fai tranquillo – sempre che non cerchi di fregarli, a quelli che ti hanno aiutato, che ti hanno tolto dalla merda – il tuo lavoro lo fai tranquillo finché non arrivano gli sbirri, e poi sapete che succede

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